Operazione "Overtime", la Polizia arresta il capo della banda criminale dei passaporti falsi - Tuttoggi.info

Operazione “Overtime”, la Polizia arresta il capo della banda criminale dei passaporti falsi

Redazione

Operazione “Overtime”, la Polizia arresta il capo della banda criminale dei passaporti falsi

Due anni fa l'uomo, un 57enne di nazionalità albanese, era sfuggito all'ordine di cattura del Tribunale di Perugia su richiesta della DDA
Sab, 21/12/2019 - 14:08

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La Polizia di Stato ha condotto in carcere un 57enne albanese, latitante da quasi due anni, raggiunto da un provvedimento di estradizione in Italia per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dall’autorità giudiziaria di Perugia.

L’uomo, nel gennaio 2018, era sfuggito all’esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere disposta nei suoi confronti dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Perugia, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che aveva diretto le indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile perugina, con il Commissariato di P.S. di Foligno e di concerto con l’Agenzia “Homeland Security Investigation” presso l’ambasciata degli U.S.A. in Italia, nell’ambito dell’operazione denominata “Overtime”.

L’operazione aveva interessato un sodalizio criminale composto da cittadini albanesi ed italiani che aveva elaborato un articolato meccanismo in grado di assicurare a decine di cittadini albanesi l’ingresso illegittimo negli Stati Uniti d’America.

Il tutto attraverso un giro di falsi passaporti alimentato da due cittadini albanesi e alla successiva attività di due italiani, che all’epoca gestivano un’agenzia di viaggi nel folignate.

Nello specifico, i primi due provvedevano alla contraffazione di passaporti italiani dei quali era stato denunciato il furto o lo smarrimento, apponendovi le foto e le generalità dei connazionali che volevano recarsi negli U.S.A.

I due italiani prenotavano i relativi biglietti aerei, compilando il modulo E.S.T.A. e dichiarando falsamente che i viaggiatori possedessero la doppia cittadinanza albanese e italiana.

In questo modo, molti cittadini albanesi hanno potuto fare ingresso negli U.S.A. senza bisogno di visto d’ingresso, potendo trattenersi teoricamente per i soli 90 giorni previsti dal regime E.S.T.A., ma in molti casi permanendo in quel Paese ben oltre la scadenza consentita.

Il gruppo lucrava migliaia di euro per ogni albanese che riusciva a far entrare negli Stati Uniti con il suddetto stratagemma, applicato in alcune decine di casi.

L’operatività e la composizione dell’organizzazione criminale è stata però svelata al termine di un’indagine condotta dalla Sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile con il supporto degli agenti del Commissariato di Foligno, all’esito della quale l’A.G. perugina dispose la misura della custodia cautelare in carcere per i due cittadini albanesi e quella degli arresti domiciliari per i due italiani.

Nei confronti dei quattro vennero mosse le pesanti accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di ricettazione.

Le suddette misure cautelari vennero eseguite dalla Polizia nel gennaio 2018, con la sola eccezione di un 57enne albanese, che le indagini avevano svelato essere la vera “mente” del sodalizio criminale e che riuscì a sfuggire alla cattura riparando all’estero.

Da allora, però, gli investigatori della Polizia di Stato, sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, non hanno mai mollato la presa nei suoi confronti, monitorando incessantemente la rete di contatti dell’uomo, in attesa di scoprire una traccia che consentisse di determinare l’esatto luogo dove il cittadino albanese avesse trovato rifugio. Sono stati così rilevati degli indizi che hanno consentito, per il tramite del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, di localizzare ed arrestare il latitante presso un’abitazione ubicata a Tirana, per la successiva estradizione in Italia.

Così l’uomo è stato imbarcato su un aereo diretto a Roma e, al suo arrivo, ha trovato gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino e quelli della Squadra Mobile di Perugia pronti a notificargli l’ordinanza cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria di Perugia, in esecuzione della quale è stato associato in carcere.

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