Omicidio Marra, pm "Galluccio dica la verità e ne uscirà. Bindella riveli dov'è il corpo" - Tuttoggi.info

Omicidio Marra, pm “Galluccio dica la verità e ne uscirà. Bindella riveli dov’è il corpo”

Sara Minciaroni

Omicidio Marra, pm “Galluccio dica la verità e ne uscirà. Bindella riveli dov’è il corpo”

Chieste condanne a 24 e 3 anni. Petrazzini alla Corte d'Assise "Io sono certo che Sonia sia stata uccisa dall'imputato"
Mer, 02/11/2016 - 14:43

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Ventiquattro anni di reclusione per Umberto Bindella e tre anni di reclusione per Dario Galluccio coimputato per favoreggiamento. Sono queste le richieste del sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini per i due imputati nel processo per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Sonia Marra. L’accusa ha chiesto inoltre per il primo (per il quale non vengono contestate l’aggravante dei futili motivi e nemmeno il riconoscimento delle attenuanti generiche) l’interdizione a vita dai pubblici uffici mentre per il Finanziere l’interdizione a 5 anni, tutto considerando la prescrizione del reato di occultamento del cadavere e di sottrazione di effetti personali (il cellulare della ragazza).

L’appello alla verità “parlino”. Ma nella mattinata di udienza nella quale davanti alla Corte d’Assise di Perugia il sostituto procuratore ha concluso la sua arringa con un “appello” ai due imputati invitandoli alla verità. “Mi rivolgo a Galluccio che parli adesso perchè ne può uscire raccontando la verità”. E poi riferito a Bindella “se si decidesse a farci sapere dove si trova il corpo che i genitori non hanno mai potuto onorare con i funerali la valutazione di questa Corte nei suoi confronti potrebbe essere diversa”.

“Il pm è come un centravanti”. “Il pm inizia le indagini non avendo sapendo a quale conclusione arriverà – dice Petrazzini nelle sue conclusioni -. Dire ad un magistrato di fare le indagini solo nella certezza dell’esito sarebbe come nel calcio l’allenatore che dice al centravanti di tirare solo quando è certo di fare gol. Quando ho preso in mano questo procedimento non avevo idea di come i fatti si fossero svolti. Ma se oggi sono qui a chiedere la condanna è perché ho la certezza che i fatti si sono svolti nel modo che ho riferito“. E’ per questo che il sostituto procuratore punta dopo 10 anni dai fatti alla verità, “I genitori di Sonia – ha spiegato –  non hanno mai potuto mai trovare il corpo della ragazza”. Non una tomba o un luogo dove piangerla e trovare pace.

La pubblica accusa terminando la sua requisitoria ha ripercorso tutte le fasi del caso. Dalla vita di Sonia alla situazione antecedente e contemporanea alla scomparsa (la vita, il lavoro, la situazione economica, le relazioni affettive). Passando per gli eventi del giorno della scomparsa, “che non può che essere mera conseguenza dell’omicidio e che questo vada collocato tra le 16.20 e le 19 del 16 novembre 2006, giorno in cui uno sconosciuto (secondo l’accusa Bindella, ndr) va a casa della ragazza alle 19 e che non può che essere colui che ha determinato la morte di Sonia. E in una zona circostante l’ambito di Perugia”. Inoltre Sonia aveva il timore o il sospetto di essere in stato interessante e da qualche giorno/settimana era in uno stato psicologico diverso da quello solito.

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Ma quale era la situazione verificatasi tra Sonia ed Umberto? Ad un certo punto Sonia pensa di essere rimasta incinta  e lo comunica a più persone, compreso Bindella, per questo, secondo la tesi accusatoria, effettua test di gravidanza (malgrado l’imputato abbia sempre negato di aver avuto rapporti completi con la ragazza) che hanno dato esito negativo. Sonia accoglie questa notizia e la commenta con suor Vinerba quasi con dispiacere. Questo conferma per l’accusa che tra i due vi era una relazione, da lei desiderata e da lui non gradita. Ma lui conferma solo un unico incontro e limitato ad un episodio che non portò a rapporti sessuali completi.

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Lui non la vuole, ma lei continua a farsi avanti. Così iniziano una serie di contatti in quei giorni, precedenti la scomparsa,  tra lei e Bindella anche perchè la ragazza gli dice di volersi far prescrivere anticoncezionali. Questo secondo l’accusa lo fa perchè Bindella era rimasto turbato da quella temuta gravidanza e tanto era il desiderio di Sonia di proseguire nella relazione che pensa a come rimediare. “L’ambito dell’omicidio – spiega il pm -, è chiaramente il conflitto tra due soggetti in posizioni contrapposte. Ma è sufficiente un corteggiamento esasperato ed esasperante a determinare in un soggetto atti di tale violenza? Non dimentichiamoci che si arriva ad uccidere per un parcheggio, per il volume della radio o per i motivi più incomprensibili. Si tratta di situazioni eccezionali occasionali che determinano da parte dell’autore del delitto una forma di compressione psicologica che porta ad esplodere per uno stress latente”.

Ma quali sono gli altri elementi che portano a ritenere responsabile bindella? Secondo l’accusa principalmente sono le bugie. I tentativi da parte di Bindella di non far immaginare una relazione tra lui e la ragazza scomparsa in un primo momento, per poi doverla confermare davanti all’evidenza. Le contraddizioni nelle dichiarazioni e la testimonianza della vicina di casa di Sonia che vide entrare qualcuno nell’appartamento il giorno della scomparsa. E poi vi sono le testimonianze su frasi pronunciate dall’imputato come quando al telefono al brigadiere dei carabinieri risponde: “No, non la conosco” per poi corregger il tiro in “si si ho capito chi è però la conosco marginalmente”. Perchè non dice “si guardi mi ha chiamato il suo collega dieci minuti fa ma io non la conosco, oppure la conosco marginalmente?” si chiede il pm, “insomma ad ogni chiamata degli inquirenti Bindella si fa ripetere chi fosse Sonia. Perchè Bindella sente l’esigenza di traccheggiare e guadagnare tempo? Perchè ha bisogno – dice Petrazzini – di capire quale strategia migliore porre in essere e se è meglio affermare o negare e quali cose comunicare o meno in maniera difforme dal vero nell’immediatezza dell’omicidio”.

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Il ruolo del coimputato Dario Galluccio. Galluccio, militare della guardia di Finanza, compare negli atti di indagine 20 giorni dopo il delitto quando viene sentito dagli inquirenti dopo che il 18 novembre viene menzionato da Bindella. Galluccio avvalora la dichiarazione di Bindella che i due il 16 novembre fossero stati insieme il 16 novembre dall’ora di cena fino alle 23.30. Ma che tipo di relazione vi fosse tra i due non è mai stato spiegato. “Nessuno dei due imputati ci da una spiegazione sui contatti tra loro telefonici del 20 novembre. Quando Galluccio chiama Bindella dal centralino della Gdf alle 19 e i due parlano per 9 minuti e di quando bindella alle 20.53 chiama nuovamente Galluccio per dieci minuti. Di queste due telefonate nessuno dei due ci riferisce elementi. Ma a Galluccio chi lo faceva fare di impelagarsi in una situazione del genere? Cosa sappiamo dei rapporti tra loro? Ben poco o nulla. Ma non esiste una persona in tutto il processo che ci è venuta a parlare di una conoscenza tra Bindella e Galluccio.

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Le conclusioni. Per l’accusa la morte di Sonia è frutto di una condotta volontaria, non legata ad un fatto accidentale o colposo. Forse preterintenzionale. Ma tale comunque da far ritenere Bindella l’unico responsabile e Galluccio colui che ha mentito per coprirlo.

La parte civile. I genitori e il fratello e la sorella di Sonia non sono mancati ad una sola udienza di questo lunghissimo processo. Rappresentati dall’avvocato Alessandro Vesi attendono di conoscere la decisione della Corte. Il penalista dopo la requisitoria dell’accusa ha formulato a sua volta le richieste di condanna. Prossime udienze 17 e 24 novembre e 1 e 14 dicembre.

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