Udienza il 21 marzo, sono tutti coinvolti nella rissa di Ferragosto 2020 a Bastia Umbra
Si terrà il 10 marzo 2021 davanti alla Corte d’assise di Perugia l’udienza per i ragazzi, nove in totale, che hanno partecipato, in diverse ‘sfumature’, alla rissa del ferragosto 2020 a Bastia Umbra sfociata nella morte di Filippo Limini Senapa. Secondo la Nazione in edicola oggi, il sostituto procuratore Paolo Abbritti ha notificato a Denis Hajderlliu, Kevin Malferteiner, Brendon Kosiqi, George Valentino Neculai, Ionut Tardea, Emanuel Dedaj, Denis Radi, Altin Lacaj e Renato Hasi, il decreto di giudizio immediato.
I nove imputati, difesi dagli avvocati Antonio Aiello, Salvatore Adorisio, Marco Bellingacci, Delfo Berretti, Francesco Cinque, Walter De Fusco, Fabiana Massarella, Daniela Paccoi, Aldo Poggioni, Rossano Ponti Guido Maria Rondoni e Roberto Quirini e, devono rispondere dell’accusa di aver partecipato, per futili motivi, alla rissa culminata nell’omicidio del 25enne operaio spoletino.
Morte di Filippo Limini Senapa, la ricostruzione
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Assisi guidati dal tenente colonnello Marco Vetrulli (nella foto) sono andati avanti mesi e dopo i primi quattro arresti (tre subito, il quarto a dicembre, rintracciato in Germania) sono arrivate le iscrizioni nel registro degli indagati per altre cinque persone, quelle del gruppo di Spoleto. Proprio a uno dei membri di questo gruppo sarebbero ascritti, probabilmente perché ubriaco, i momenti più caldi della serata, tra cui l’aver infastidito una ballerina. “Era alticcio – le testimonianze degli amici – e ogni tanto dovevamo andarlo a recuperare, perché disturbava le persone“.
Come noto tra i due gruppi prima c’è stata una rissa davanti al locale, poi spostatasi nel parcheggio. Le accuse sono particolarmente pesanti per Tardea, che, armato di una chiave inglese, avrebbe distrutto la Opel del gruppo dei ragazzi bastioli. Questi ultimi, sentendosi “accerchiati“, sarebbero fuggiti “Per paura“: Alla guida dell’auto c’era Kosiqi, che ha raccontato di “non essersi accorto di aver investito quel ragazzo“, non prima che Hajderlliu fosse sceso dall’auto per colpire “con un pugno in testa Limini, facendolo cadere e, una volta a terra, Neculai colpiva sempre il Limini con calci al volto”. Kosiqi, rimasto come alla guida della Opel, “riusciva a ripartire e, con una manovra in retromarcia”, avrebbe causato la morte di Filippo Limini Senapa investendolo con l’auto.