McDonald’s a Città di Castello, i dubbi, gli entusiasmi e le polemiche dei tifernati - Tuttoggi.info

McDonald’s a Città di Castello, i dubbi, gli entusiasmi e le polemiche dei tifernati

Redazione

McDonald’s a Città di Castello, i dubbi, gli entusiasmi e le polemiche dei tifernati

Ven, 24/01/2014 - 15:46

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Da.Bac.
Il nuovo McDonald’s che aprirà domani, sabato 25, a Città di Castello è stato accompagnato, fin dalla “posa della sua prima pietra”, da feroci polemiche, entusiasmi adolescenziali e opinioni più disparate da parte di ogni singolo tifernate.
Un evento come questo in città, nel bene o nel male, ha creato un’attesa così grande e dei risentimenti altrettanto imponenti che non si può fare a meno di parlarne almeno una volta al giorno. I tifernati che dicono la loro si possono suddividere nelle seguenti categorie.
Gli entusiasti – Ovvero i giovanissimi. C’è sempre stata un’attrazione forte tra fast food e ragazzi. Vuoi per la “comodità” del pasto, vuoi per il gusto, i giovani adorano hamburger e patatine. E l’entusiasmo cresce di giorno in giorno, anche perché gli adolescenti tifernati, per gustarsi un menù di McDonald’s, dovevano fino ad oggi necessariamente spostarsi verso il centro commerciale di Collestrada, il punto più vicino. Molti ragazzi confessano anche di aver marinato la scuola e aver preso il treno per andare a mangiarsi uno di questi mega panini.
Le maschere – A questa categoria appartengono quelli che non vogliono far trasparire nessun tipo di entusiasmo, indossando mille maschere pirandelliane pur di dimostrare che il McDonald’s, a loro, “fa schifo”, “fa male” o “è indifferente”. Le persone di questa categoria, a dispetto di quello che dicono, sono di solito quelle che affollano e prediligono i fast food. Paradossale ma vero.
Gli ottimisti – Costoro credono che sull’onda della novità e dell’entusiasmo portata da questo nuovo ristorante, Città di Castello possa solo guadagnarci e, allo stesso tempo, “crescere”. Sicuramente si spera in un incremento dei turisti e, ovviamente, degli appassionati provenienti perfino dalle altre regioni confinanti.
I diffidenti – Anche questi sono moltissimi. L’opinione che va per la maggiore, infatti, è quella che il nuovo ristorante “non durerà”. E’ ormai diventato un luogo comune, a Città di Castello, dire che un ristorante del genere, “americano” e “inadeguato” secondo alcuni, fallirà entro pochi mesi. In molti pensano anche che non sia un progetto adatto ad una realtà “piccola” come quella tifernate, poco abituata a colossi del capitalismo e perciò spaesata e non idonea a usufruirne. Grandi perplessità ha suscitato anche il “McDrive”: “Città di Castello non ha assolutamente bisogno di un drive-in”.
I polemici – Facile fare polemica. I tifernati ne sono maestri. E anche in questo caso si sono sbizzarriti. Si può cominciare dalla posizione dello stesso ristorante che, seppur collocato vicino all’uscita della E45, non è “sufficientemente visibile”. Creano perplessità anche l’ingresso e la rotonda. Altre polemiche sono nate dall’apertura 24 ore su 24 e sul consumo e spreco di materiali, luci e soldi che ne potrebbero derivare. I polemici si sono dati appuntamento anche sui social network, dando vita ad una sorta di diatriba mediatica su presunti “aiutini” sulle selezioni del personale. Ovviamente, anche i polemici seguono la linea dei diffidenti per quanto riguarda la “vita breve” di questo ristorante che, secondo un romantico brontolone tifernate “godrà dell’entusiasmo della prima volta, per poi essere ignorato nel tempo…Come in amore”. Per quanto riguarda le opinioni sul “McDrive” preferiamo soprassedere.
I contrari – In questa categoria va inserita la gran parte dei commercianti tifernati. L’apertura di un luogo così “rivolto” alla gioventù, infatti, ha fatto crescere dei timori enormi ai negozianti del centro e agli esercenti del settore ristorativo (su tutti le numerosissime pizzerie al taglio della città). Mentre i primi prevedono una migrazione quasi totale dei clienti giovani intorno alla nuova orbita del fast food (vicino al quale sorgeranno anche altri negozi), i secondi temono seriamente per la loro attività.

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