"MAI PIU' VIOLENZE: MILLE AZIONI E INTERVENTI": INNOVATIVO PROGETTO REGIONALE PER CONTRASTARE IL FENOMENO - Tuttoggi.info

“MAI PIU' VIOLENZE: MILLE AZIONI E INTERVENTI”: INNOVATIVO PROGETTO REGIONALE PER CONTRASTARE IL FENOMENO

Redazione

“MAI PIU' VIOLENZE: MILLE AZIONI E INTERVENTI”: INNOVATIVO PROGETTO REGIONALE PER CONTRASTARE IL FENOMENO

Mer, 30/09/2009 - 12:36

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Il progetto”MAI Più Violenze: Mille Azioni e Interventi Per Impedire Ulteriori violenze” prevede, fra le diverse azioni volte a contrastare il fenomeno della violenza di genere, di agire sul fronte delle conoscenze e delle competenze di chi opera in ambiti capaci di intercettare fenomeni di violenza e di fornire sostegno sanitario, psicologico, sociale, legale alle vittime.

L'elaborazione e l'attuazione del progetto si inserisce nell'ambito dell'azione del Governo e del Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, volta alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali della persona e dell'uguaglianza fra le persone, in accordo con gli obblighi assunti a livello internazionale, europeo e nazionale. Il progetto, a cui aderiscono i principali comuni e le due province umbre, ha valenza intercomunale e interprovinciale. Proprio questo aspetto rappresenta anche l'unicità del progetto che, date le dimensioni ridotte della regione anche in termini di popolazione, consente di sperimentare un modello di intervento unico nei confronti di un fenomeno così caratterizzato.

I dati Istat 2006 disegnano una situazione allarmante: il 28,6% delle donne umbre dai 16 ai 70 anni subisce violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Tra il 2003 e il 2006, il servizio telefono Donna del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria ha accolto oltre 900 richieste di sostegno per uscire dalla violenza. E' cosa nota poi, che molte sono le violenze non denunciate, specie quelle di natura psicologica, di cui talvolta le donne non ne sono neanche del tutto consapevoli.

La percezione del fenomeno in Umbria, che oscilla tra la poca consapevolezza e le eccessive paure, è una sfida innanzitutto alle istituzioni e a tutte le componenti della società, chiamate a costruire un modello di intervento partecipato che possa incidere, a livello regionale, sulla trasformazione socio-culturale dei rapporti di genere.

Il progetto si propone la sperimentazione di azioni di sistema su scala regionale finalizzate da un lato, alla costruzione di una rete di servizi – in parte già presenti sul territorio – per attivare metodologie condivise di prevenzione, contrasto e intervento. Dall'altro mira a far emergere il fenomeno della violenza di genere, con particolare riferimento alle sue dinamiche culturali.

Uno degli scopi quindi, è rendere più efficace ed efficiente il corollario di iniziative di enti, associazioni pubbliche e private, che a vario titolo si occupano di violenza di genere, riconducendole ad un'idea di sistema che, senza appiattirne le diversità, incentivi interventi concertati ed integrati (finalità raggiungibile attraverso la costituzione della Rete delle Reti). Altro aspetto rivelante è la mancanza di un linguaggio comune tra i diversi attori sociali che si occupano di violenza sulle donne. Tale obiettivo verrà raggiunto attraverso i tavoli tematici e i seminari formativi per gli operatori. Infine, incidere sugli aspetti culturali sottesi alla violenza di genere anche per rendere consapevoli e “educare” i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne ad uscire dall'omertà e a riconoscere le violenze e i soprusi psicologici e fisici.

L'attività di formazione, che accompagna il progetto, procede piuttosto speditamente. Il 19 giugno si è concluso il primo ciclo di seminari tenuti in quattro città della regione: Città di Castello, Marsciano, Orvieto e Spoleto. Ogni comune ha ospitato tre giornate di studio di base in cui si sono affrontati i temi della violenza di genere: dalla legislazione in materia alla costruzione sociale del maschile e del femminile, dall'aiuto alle vittime ai percorsi di rilevazione, protezione intervento e dello strumento dell'auto-aiuto.

Ai seminari hanno partecipato 182 persone provenienti da tutta l'Umbria, selezionate fra operatori ed operatrice delle asl, forze dell'ordine, aziende ospedaliere, servizi sociali, operatori ed operatrici degli uffici di cittadinanza, privato e sociale, avvocati, giornalisti, volontariato e personale che promuove la costituzione di gruppi di auto mutuo aiuto.

Ultima ed obbligata tappa è la formazione nel mondo della scuola. “L'educazione alla relazione di genere nella scuola” sarà il seminario in cui verrà coinvolto il personale delle istituzioni scolastiche secondarie ed i Dirigenti Scolastici.

Il percorso di formazione è finalizzato alla prevenzione della violenza a partire dalle giovani generazioni e dall'agenzia educativa scolastica. La scuola, come è noto, costituisce un luogo privilegiato per l'incontro tra adolescenti di diversa provenienza etnica-socio-culturale. Qui possono essere favoriti l'ascolto e l'osservazione dei minori, perchè spazio in cui gli adolescenti passano gran parte del loro tempo e instaurano relazioni significative e di fiducia anche con gli adulti. Può risultare dunque importante dotare gli insegnanti di strumenti utili ad attivare una riflessione sulla percezione che hanno gli adolescenti della violenza di genere, soprattutto per superare la visione stereotipata che spesso c'è dietro questo tema, ed attivare risorse e percorsi di sostegno per la convivenza di genere.


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