L'insegnante che fece a pezzi suo padre ora aiuta gli anziani - Tuttoggi.info

L’insegnante che fece a pezzi suo padre ora aiuta gli anziani

Sara Minciaroni

L’insegnante che fece a pezzi suo padre ora aiuta gli anziani

Semilibertà per ottima condotta ad Antonio Leandri, detenuto al carcere di Capanne
Gio, 04/05/2017 - 19:45

Condividi su:


Ha ucciso il padre con una martellata, poi ha fatto a pezzi il cadavere cospargendoli nelle campagne del perugino. A far partire l’indagine nel 2010 fu un cacciatore che, nei pressi del laghetto del Monte Tezio, ritrovò un braccio umano. Da quel macabro ritrovamento all’identificazione dell’arto, il passo fu breve visto che lo stesso Antonio Leandri aveva denunciato la scomparsa del padre, dopo averlo ucciso. Messo alle strette dagli inquirenti, l’insegnante confessò tutto e poi venne arrestato. Nel 2013 è stato condannato in via definitiva a 11 anni e quattro mesi di carcere. Alla fine dell’estate, il suo nuovo avvocato, Pierluigi Fiori, potrebbe già chiedere l’affidamento in prova e, se gli venisse concesso, potrebbe passare gli ultimi due anni di condanna – il suo fine pena è a dicembre 2020 – fuori dal carcere.

Adesso, o meglio da due mesi a questa parte, è in semilibertà: ha quindi il permesso del giudice di uscire dal carcere la mattina e farvi rientro la sera. Nelle ore passate lontano dalla cella del carcere di Capanne, Antonio Leandri lavora come operaio la mattina e aiuta i parrocchiani di Castel Del Piano e di Strozzacapponi, soprattutto gli anziani, nel pomeriggio. La decisione è stata presa dal magistrato di sorveglianza che lo ha giudicato idoneo ad una simile concessione visto il suo comportamento. Da tutti nell’ambiente carcerario viene considerato un ottimo detenuto, che non ha mai dato alcun problema di comportamento. Già per Natale, il giudice gli ha concesso un lungo permesso premio di venti giorni ed ora, dall’inizio di febbraio, passa quasi tutto il giorno fuori dal carcere.

Leandri era stato arrestato nei primi mesi del 2011 ed era rimasto dietro le sbarre fin quando, i suoi difensori di allora, Luca Gentili e Claudio Lombardi, chiesero una perizia psichiatrica perché puntavano a farlo dichiarare incapace di intendere e di volere. Ma nessun giudice l’accolse. Però in quel periodo, il gip gli concesse gli arresti domiciliari che passò prima nella comunità ‘L’Alveare’ di Torchiagina. Ma quando la condanna divenne definitiva del 2014 rinunciò a fare ricorso in cassazione e tornò in carcere.

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community
necrologi_perugia

    L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


      trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

      "Innovare
      è inventare il domani
      con quello che abbiamo oggi"

      Grazie per il tuo interesse.
      A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!