Landini FIOM a Umbertide parla di "lavoro e diritti al tempo della crisi”/ Obiettivo, "Applicare la Costituzione" - Tuttoggi.info

Landini FIOM a Umbertide parla di “lavoro e diritti al tempo della crisi”/ Obiettivo, “Applicare la Costituzione”

Redazione

Landini FIOM a Umbertide parla di “lavoro e diritti al tempo della crisi”/ Obiettivo, “Applicare la Costituzione”

Gio, 12/09/2013 - 16:41

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Davide Baccarini
Nella mattinata di oggi – giovedì 12 settembre – nel centro socio culturale San Francesco a Umbertide, si è tenuto un incontro con il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini. L’evento, intitolato “Il lavoro e i diritti al tempo della crisi” ha visto protagonista Landini il quale, arrivato con un‘ora di ritardo ha incentrato il suo limitato tempo attorno a due importanti argomenti: la vicenda Fiat e la manifestazione del 12 ottobre, annunciata domenica scorsa insieme a Rodotà.
Il pubblico, per lo più costituito da lavoratori e operai ha ascoltato con attenzione e in silenzio, partecipando con entusaiasmo ad alcune dichiarazioni del segretario. Al tavolo dei relatori erano anche presenti l'assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi e il segretario generale della Camera del Lavoro Cgil Perugia Vincenzo Sgalla. Ad accogliere gli invitati il sindaco di Umbertide Marco Locchi.
Vicenda Fiat – La conferenza è iniziata subito con uno degli argomenti più scottanti: l’accordo separato del 5 dicembre 2012, firmato da Fim, Uilm, Federmeccanica e rifiutato proprio dalla Fiom, con cui è stato siglato il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici; tale accordo sottolinea, nelle parole di Landini, “come in questo modo la produttività dell’impresa si ottiene diminuendo il costo dei lavoratori, abbassandone il potere d’acquisto, dividendoli e precarizzando la loro condizione di lavoro. Ancora una volta, la crisi viene usata come 'scusa' per smantellare tutele e libertà faticosamente conquistate con anni di lotte sindacali, in nome dell’adattamento alle condizioni del Mercato ”.
Oggetto di critica è stato, dunque, il modello Marchionne e il complice e colpevole apporto di Fim e Uilm, firmatarie di un “contratto truffa” – a detta del n 1 di Fiom – che ripropone l’inaccettabile ricatto tra diritti e lavoro.
L’accordo separato dello scorso 5 Dicembre, infatti, ha cancellato uno dei cardini che hanno sempre caratterizzato il contratto nazionale di lavoro: la solidarietà generale che rendeva il Ccnl (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) un basilare strumento di garanzia dei diritti e delle tutele minime sul lavoro.
L’esempio di Pomigliano d’Arco, che doveva essere un caso unico ed isolato, è così entrato di fatto in tutte le officine Fiat ed ora, con questo contratto separato, si è esteso, a tutte le aziende metalmeccaniche. Tutto ciò è avvenuto senza neppure interpellare i diretti interessati, gli operai metalmeccanici coinvolti ai quali viene negato anche l’elementare e sacrosanto diritto di esprimersi in merito tramite referendum aziendale.
Landini si esprime in merito, dichiarando che negare il diritto al lavoro e spogliarlo dei suoi diritti, oltre che impedire la rappresentanza sindacale e politica ai lavoratori, riporta questo diritto e le nostre relazioni industriali “ad un modello autoritario e padronale che credevamo aver ormai superato con l’entrata in vigore della Costituzione, con l’emanazione di uno Statuto dei lavoratori e con le battaglie politico/sindacali degli anni ’60 e ’70. Questa innegabile regressione ci rende oggi più consapevoli di essere di fronte ad una vera e propria emergenza democratica”.
Mirafiori – “L’accordo su Mirafiori poi – continua il segretario generale – è un fatto gravissimo. Cisl, Uil e Ugl non vogliono l’unità sindacale, ma accettano il ricatto della Fiat”.
Il Lingotto ha assicurato un miliardo di euro per produrre a Torino, nella fabbrica simbolo del gruppo, un suv Maserati e in futuro un altro modello. E Landini non è ottimista, non perché contrario agli investimenti, ma perché “stiamo assistendo al tentativo di spegnere progressivamente Mirafiori”. Precisa: “Non ci sono impegni scritti né su cosa si farà né con quali tempi. Il polo del lusso non può garantire l’occupazione attuale a Mirafiori”.

Le firme dell’intesa di Roma su Mirafiori inoltre, dalla quale è stata ancora esclusa la Fiom, “sono in contraddizione con l’accordo interconfederale del 31 maggio. È un fatto un po’ eversivo. Gli altri sindacati hanno firmato un accordo contro i principi della sentenza della Corte Costituzionale. Il documento afferma che l’unico punto di riferimento è il contratto specifico di primo livello e che solo chi lo firma ha diritto all’esigibilità”.
Le promesse di Fiat si accavallano da tre anni, ma finora “il gigante Mirafiori ha conosciuto solo cassa integrazione”.
“Seguire la Costituzione” – La Fiom, dice Landini, ha inviato al governo Letta, insieme con la Cgil, la richiesta di un incontro sulla Fiat per discutere di prospettive e investimenti: corriamo il rischio che l’intero sistema industriale e occupazionale venga cancellato. E ciò sta avvenendo in assenza della politica e del governo che è impegnato a discutere come si salva Berlusconi e non delle vicende del lavoro”. A quest’ultima dichiarazione del segretario generale Fiom sono seguiti scroscianti applausi.
Il nodo attuale della questione è, secondo Landini, costituzionale. “È grave che su questioni diverse, persone che si muovono in ambiti diversi, abbiano nei fatti una reazione simile, e cioè che bisogna cancellare la Costituzione. Una logica grave che non mette soltanto a rischio il lavoro ma la tenuta e il significato democratico della nostra Repubblica”.
Landini, Rodotà e la manifestazione di ottobre – Il moderatore della conferenza ha chiesto poi alcuni chiarimenti a Landini, dilungatosi molto nella prima parte, sulla prossima manifestazione del 12 ottobre: “Domenica c’è stata l’assemblea a Roma con Rodotà per lanciare una manifestazione in difesa della Costituzione: perché la Fiom si è messa dentro questa mobilitazione? Qualcuno potrebbe dire di voler costruire una nuova sinistra, cercare di dare una nuova rappresentanza al mondo del lavoro che oggi non si sente adeguatamente rappresentato”.
Landini ha risposto così: “La FIOM ha in mente di fare il sindacato, difendere il lavoro e al tempo stesso cambiare la società. Quando Rodotà, Zagrebelsky, Don Luigi Ciotti etc. mi hanno contattato per chiedermi se io fossi disponibile a sottoscrivere insieme a loro questo documento-azione mi sono sentito onorato e gli ho chiesto perché proprio a me: mi hanno risposto spiegandomi che in questi anni la Fiom ha rappresentato fortemente una strenua difesa dei diritti”.
Quello che in molti hanno pensato è stato subito la costruzione di un nuovo partito ma il segretario nazionale non ha neanche sfiorato l’argomento. Landini ha invece deciso di sottolineare come ci sia “un vuoto di rappresentanza da colmare, da riempire certo in qualche modo ma senza smettere di fare il sindacalista”.
Parlando del governo ha poi dichiarato: “Questo è un governo per cui nessuno ha votato e, anzi, per cui tutti hanno votato contro. Quando quasi il 50% delle persone non va a votare, non è antipolitica ma una richiesta di nuova politica”. Poi ha ribadito il vero obiettivo della prossima manifestazione: “Noi intanto vogliamo porre semplicemente il problema dell’applicazione della Costituzione, a cominciare dal lavoro”.
Infine Landini si è lasciato andare: “Solo noi abbiamo parlato (in riferimento all’assemblea di Roma dell’8 settembre, ndr) di riduzione dell’orario, di legge della rappresentanza, del fatto che grosse fette di economia sono in mano ai criminali e che il nostro parlamento, eletto incostituzionalmente, pretende di modificare la Costituzione!
L’obiettivo da assumere è il principio che la costituzione non va cambiata ma applicata!”.

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