Quella che appariva una normale dialettica tra la neo governatrice Stefania Proietti e i partiti e le liste che la sostengono si sta trasformando in un braccio di ferro. Che rischia di costringere la maggioranza, chiamata a governare l’Umbria per i prossimi 5 anni, ad arrivare col fiatone all’appuntamento del 19 dicembre, giorno nel quale è stato convocato il primo Consiglio regionale della nuova amministrazione.
I nodi
Dopo le perplessità espresse da Proietti nelle scorse ore sulle deleghe alla Sanità e all’Ambiente, rispettivamente, per i numeri uno regionali di Pd e M5s, Tommaso Bori e Thomas De Luca, ci si aspettava di trovare la quadra nella giornata di domenica.
E invece il vertice che era stato previsto tra la neo governatrice e i partiti e movimenti politici della coalizione è stato annullato. Proietti vuole prendersi più tempo per decidere e soprattutto intende far valere tutte le sue prerogative di presidente. D’altra parte il Pd (che porta in Consiglio 9 consiglieri su 12 di maggioranza) e il Movimento 5 stelle (con De Luca che, concorde con il leader nazionale Conte, ha redatto la parte del programma della coalizione alla voce “ambiente”) valutano le titubanze come un ingiustificato dietrofront rispetto ad impegni che, sia pure informalmente, sembravano essere stati condivisi.
I contatti con Schlein
Sul fatto che la sanità debba andare ai dem non sembra intenzionata a transigere neanche la segretaria nazionale Elly Schlein, che anche nella Direzione ha parlato dell’Umbria come laboratorio per rilanciare la sanità pubblica. Così come Bori ha ricevuto dalla segretaria nazionale, in pubblico e in privato, rassicurazioni circa il suo ruolo in quella che è la vera partita di questa amministrazione, quella sulla quale Proietti ha sconfitto Tesei.
L’effetto domino
La diversità di vedute tra Proietti e i due principali partiti del centrosinistra su questi punti ha un effetto domino su nomi e deleghe, che coinvolge anche le altre forze della coalizione. E così, ormai a quattro giorni dal primo Consiglio, non c’è uno schema condiviso per la Giunta, né sull’assetto, né sulle deleghe.
La minaccia
I toni, nel giro di telefonate di queste ore, si sono alzati. Al punto che di fronte alle resistenze di Pd e M5s, in particolare, Proietti avrebbe minacciato di fare di testa propria, assegnando le deleghe senza informarne prima i diretti interessati.
Le possibili soluzioni
Due, a questo punto, le soluzioni ipotizzate per sciogliere il nodo sulla sanità. Una, quella di creare una task force di tecnici, persone di fiducia della governatrice (come Donatella Donetti) da affiancare ad un assessore dem. Magari anche spacchettando la materia in due deleghe.
L’altra è una compensazione che veda salire a tre il numero degli esponenti del Pd in Giunta (più il presidente del Consiglio, ruolo per il quale sarà indicato De Rebotti) chiedendo alla lista della (a quel punto, con deleghe pesanti in mano) super-presidente Proietti. Del resto, proprio la composizione del gruppo Pd non è stata ancora definita, poiché si attende l’evoluzione delle scelte per la Giunta.
Resterebbe però l’altro nodo, quello dell’ambiente, tema sul quale, dopo una campagna elettorale a tutto gas, Proietti chiederebbe un approccio più possibilista, per non spaventare il mondo imprenditoriale.