Le parole d’ordine sono quelle che Giuliano Giubilei ha iniziato a ripetere nelle frazioni e nelle località “battute” da quando ha accettato “la sfida – sono parole sue – per la conquista del Comune di Perugia“: sicurezza, vivibilità, bellezza. Che al Circolo dipendenti della Perugina, un luogo simbolo della città e della comunità, davanti ai suoi sostenitori, declina con compiutezza, spiegando il suo programma. Partendo “dall’idea di città“, per quella Perugia che era “un modello per tanti centri europei” e che negli ultimi anni “si è chiusa nelle sue mura“, trasformata dall’amministrazione Romizi “in una città grigia“. Una città dove i giovani “non hanno futuro” e che da essa “si sentono respinti”.
Coerente con il suo stile, non tira fuori la sciabola, Giuliano Giubilei, ma non mancano le stoccate all’attuale amministrazione. “Cosa hanno fatto?” si chiede. “Perugia 1416?” la risposta ironica. E inizia l’elenco di cosa non va: tutti gli indicatori peggiorati, lavoro diminuito, aziende in crisi, proposta culturale scomparsa, progetti ereditati e fermi (Turreno, ex Mercato coperto). Persino un Palasport adeguato per la Sir non si riesce ad avere (e qui scatta l’applauso). E ancora, la manutenzione delle strade e il decoro urbano.
Per il lavoro che non c’è, Giubilei propone un incubatore d’impresa destinato alle start up, infrastrutture, collegamenti viari e puntare sulle energie rinnovabili. Promette che se sarà sindaco si confronterà con le competenze dell’Università, oltre che con i cittadini attraverso nuove forme di partecipazione (altro applauso).
Un programma a cui Giubilei dà voce anche attraverso il pensiero di alcuni “amici” chiamati sul palco: il professor Alberto Grohmann (che cita Sant’Agostino e Botero per dire “meno centri commerciali e più luoghi associativi“); Simona Marchesi, operaia di quella Perugina “alla quale, durante la vertenza, il sindaco non ha dedicato neanche un Consiglio comunale aperto“; Fabrizio “Fofo” Croce, che critica Perugia 1416 e poi si fa prendere talmente dall’entusiasmo nell’elencare cosa si potrebbe fare negli altri 340 giorni in cui a Perugia non c’è Umbria Jazz, Eurochocolate e il Festival del Giornalismo, da costringere Giubilei a “staccare la spina”; Paolo Belardi, a spiegare come una città bella possa essere anche funzionale. E poi alcuni rappresentanti di quella “squadra di giovani“, come Giubilei per la prima volta impegnati in un’esperienza politica, a parlare di Europa,di Università, di social, di futuro.
“L’occhio di chi amministra non deve essere rivolto al domani, ma al dopodomani” afferma dallo schermo l’amico Andrea Camilleri. A cui Giubilei vorrebbe rubare un Montalbano da mettere come assessore alla sicurezza. Altro tema che sta a cuore al candidato sindaco. “Avevano promesso che avrebbero ripulito la città. Ma la criminalità è in aumento” accusa il centrodestra. E propone due soluzioni. Riqualificare le zone problematiche, favorendo convivenza e integrazione. Ma ammonisce la sinistra: non bisogna “avere timore nel difendere con rigore il rispetto della legalità“. Concretamente, controllo del territorio, sistema telecamere in rete, gruppi di quartiere che segnalano alle forze dell’ordine. La parole “ronde”, però, non la usa.
L’elenco degli interventi è lungo e l’ora di cena si avvicina. Del resto, il profumo di cioccolato che arriva dalla Perugina non aiuta in questo senso. Giubilei, giornalista abituato ai tempi televisivi, stringe. I messaggi sono chiari, per la platea dei suoi sostenitori e di quel centrosinistra che a lui si affida per la riscossa dopo l’onta di quattro anni fa. E la voglia di risvegliarsi pensando che questi anni con la destra a Palazzo dei Priori siano stati solo un brutto sogno si vede nei tanti personaggi arrivati per questa prima ufficiale di Giubilei candidato sindaco. Praticamente, a parte l’assenza di Boccali, con quelli che ci sono si potrebbe fare la Giunta delle ultime due amministrazioni di centrosinistra. Tra chi ascolta impassibile, come l’ex primo cittadino Renato Locchi, e chi fa su e giù tra la platea e lo staff, come l’irrequieto Andrea Cernicchi. Dal fondo della sala, dove si vedono anche i consiglieri regionali Porzi, Leonelli, Casciari, Rometti e Solinas, mentre prima Guasticchi arriva prima del gong. Il segretario regionale del Pd, l’allenatore Gianpiero Bocci, osserva e prende nota.