L'annuncio lo ha dato l'arcivescovo Renato Boccardo in occasione della Messa Crismale, celebrata in duomo mercoledì 31 marzo
Una casa per padri separati ed in difficoltà economica. L’iniziativa è dell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia che inaugurerà la struttura, situata a Montefalco, fra un mese.
L’annuncio lo ha dato l’arcivescovo Renato Boccardo in occasione della Messa Crismale, celebrata in duomo mercoledì 31 marzo.
Questa celebrazione sottolinea l’unità della Chiesa raccolta intorno al proprio Pastore; in questa Messa vengono consacrati gli Oli Santi (il Crisma, quello dei Catecumeni e quello degli Infermi) e i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione.
Gli anniversari dei sacerdoti
L’Arcivescovo ha ricordato quei sacerdoti che in questo anno ricordano un particolare anniversario: padre Giuseppe Spaccasassi e padre Gregorio Cibwabwa Lwaba, degli Agostiniani Scalzi, parroco e vicario parrocchiale di Santa Rita in Spoleto, 25 anni; padre Maurizio Buioni dei Passionisti della Madonna della Stella in Montefalco 25 anni; mons. Gino Reali (vescovo di Porto-Santa Rufina, ma originario di Monteleone di Spoleto) don Rinaldo Cesarini (parroco di Ferentillo), don Paolo Peciola (parroco di S. Venanzo, Morgnano e Maiano di Spoleto) e don Luciano Nobili dei Missionari del Preziosissimo Sangue dell’Abbazia di S. Felice a Giano dell’Umbria 50 anni; don Gaetano Conocchia (parroco emerito di Eggi di Spoleto) 60 anni; mons. Vincenzo Alimenti (canonico della Cattedrale), don Elio Zocchi (parroco emerito di Cascia) e don Guerrino Conti (parroco emerito di Giano dell’Umbria) 65 anni.
Il ruolo dei sacerdoti
Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come «noi presbiteri garantiamo l’esercizio del sacerdozio di Cristo e siamo destinati a renderne presente l’opera redentrice, ad essere protagonisti umili, ma grandi e indispensabili, della storia della salvezza. […] È una storia che colma di gioia, quando si scopre il peso, soave e tremendo, di una scelta irreversibile da parte di Cristo, non meritata, non cercata, eppure trepidamente amata e voluta. Il sacerdozio è partecipazione al sacerdozio eterno di Cristo. […] Per questo siamo chiamati ogni giorno ad imparare da Gesù nell’Eucaristia ad amare la gente come Lui la ama e a donare noi stessi come Lui si dona».
Il post Covid-19
Poi, l’Arcivescovo ha proiettato lo sguardo alla Chiesa del dopo pandemia. «Dovremo di certo riprendere le attività pastorali e tutto ciò che occorre perché la fede del popolo di Dio riceva il suo nutrimento quotidiano. Tuttavia questa crisi ci chiede di riflettere seriamente prima di riempire le nostre agende parrocchiali. Dobbiamo semplicemente ritornare come prima? Dobbiamo riprendere a celebrare le stesse messe di prima e nelle stesse identiche modalità? Dobbiamo ricuperare lo stesso impianto pastorale e appiccicarlo a questo tempo nuovo? Il seme della Parola, circolato nelle case e con ogni altro mezzo deve essere ritenuto un’eccezionalità da riporre velocemente nel dimenticatoio o, piuttosto, dovremmo considerare come l’avevamo trascurato, preferendo un cristianesimo devozionistico, superficiale, sacramentalizzato, senza percorsi formativi, senza spazi culturali, senza fede domestica e senza la centralità della Scrittura? Non ci sono risposte facili, ma almeno possiamo provare a porci le domande».
Al via la seconda Visita Pastorale
Al termine dell’omelia, il Presule ha chiesto un supplemento di pazienza ai fedeli presenti per due importanti comunicazioni alla Chiesa diocesana: «Desidero annunciare che ho deciso di intraprendere dal prossimo autunno la seconda Visita pastorale del mio episcopato spoletino. Me ne offre l’occasione l’825.mo anniversario della dedicazione di questa Basilica Cattedrale, che celebreremo nel 2023 con opportune iniziative. La Visita sarà un momento di grazia che ci permetterà di riascoltare il lieto annuncio della Buona Novella, di rinsaldare i legami di conoscenza e di comunione che già ci uniscono, di approfondire e vivificare la nostra comune appartenenza alla Chiesa diocesana».
La “Casa patris corde” per padri separati socialmente deboli
«Da qualche tempo – ha ancora detto mons. Boccardo – ha avuto inizio l’”Anno di S. Giuseppe”, indetto da Papa Francesco per presentare la figura dello sposo di Maria ed invitarci a riflettere sulla dimensione “paterna” delle nostre relazioni interpersonali, e l’”Anno della famiglia Amoris lætitia”, che ci richiama alla bellezza dell’amore famigliare. Guardando alla paternità e considerando le fatiche che accompagnano la vita di tanti, insieme con la Caritas diocesana e la collaborazione della parrocchia di Montefalco, vogliamo dare un piccolo segno di vicinanza e di aiuto a quei padri che ora vivono il dolore di un amore ferito o terminato: dal 1° maggio prossimo, memoria di S. Giuseppe lavoratore, sarà attiva la “Casa Patris corde” (nei locali attigui la chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo in Montefalco) per padri-separati socialmente deboli ed economicamente in difficoltà. Si tratta di una struttura polivalente che, oltre ad offrire la possibilità di una soluzione abitativa adeguata, può essere luogo di incontro tra genitori separati e figli, luogo di ascolto e relazioni. Anche per questa iniziativa chiedo la vostra collaborazione e la vostra preghiera».
Più avanti la Diocesi fornirà tutte le informazioni in merito.