“L'ambiente, la sua manutenzione, la sua gestione, il restauro e il recupero del patrimonio esistente sono la via maestra per orientare e selezionare un'edilizia di qualità che non guardi solo l'interesse dell'impresa ma che metta competenza e tradizione anche a disposizione del bene comune. Il nostro straordinario territorio”. A dichiararlo, rivolgendosi alle Istituzioni e all'Ance, il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra e il segretario generale regionale Filca Cisl Osvaldo Cecconi. “Un territorio, il nostro, peraltro seriamente compromesso dalla diffusione generalizzata e di scarsa qualità di manufatti industriali e abitativi di ogni dimensione, forma, colore che, in alcuni casi, hanno purtroppo definitivamente compromesso il pregio della nostra regione. Non solo mercato quindi -hanno tuonato dai vertici confederali e della categoria dei costruttori- ma anche bene comune, non solo capitale ma anche lavoro”.
“E' fuori dubbio -hanno affermato Sbarra e Cecconi- che una delle principali leve per uscire dalla crisi sia il settore delle costruzioni, settore peraltro che -dopo 10 anni di buon andamento- risulta oggi uno dei più colpiti. Quindi in questo settore strategico per l'economia in generale e, in particolare, per la provincia di Perugia si dovranno mettere in campo alcune proposte che non possono che andare nella direzione della riqualificazione del settore. L'auspicio è che la crisi sia l'occasione per riqualificare un settore che non è riuscito nemmeno con la ricostruzione post terremoto a cogliere queste opportunità, uscendo con un'impresa ancora più frantumata e manodopera più dequalificata. Le questioni fondamentali da affrontare, nella consapevolezza della possibilità che 4 mila lavoratori siano colpiti, sono la scarsa progettazione, l'immobilismo burocratico, la stretta creditizia. I licenziamenti in atto e quelli possibili nell'immediato nascondono il rischio dell'incremento del lavoro nero e quindi degli infortuni sul lavoro. Sollecitiamo a questo proposito l'approvazione del regolamento attuativo della legge regionale di modifica della legge 1/2004, che estendendo la realizzazione del Durc a tutti i lavori privati, consentirà un abbattimento del lavoro irregolare. In questo scenario, non è sufficiente parlare di soluzioni anticicliche, di velocizzazione delle pratiche, di superamento della burocrazia. Questo -hanno poi commentato- vorrebbe dire vedere la crisi solo dalla parte delle imprese. Da qui la proposta dell'Ance, che non è sufficiente, di costruire più case, di affidarsi al piano casa e degli alloggi promesso dal Governo. Le risorse in questione -hanno poi ricordato Cisl e Filca Cisl Umbria- potrebbero essere dirottate anche all'ultimo momento per rispondere ad altre emergenze. Quello che serve all'Umbria è altro. Non servono certamente più alloggi, come dichiara l'Ance, per dare un'abitazione agli stranieri presenti nella nostra regione: una più attenta lettura dell'Umbria ci dice che la percentuale di popolazione non italiana nei nostri comuni scaturisce dalla facilità di reperimento di un alloggio rispetto alle altre regioni. La questione semmai è come venire incontro alle esigenze abitative: costi eccessivi, affitti in nero, condizioni indecenti. Quello che serve -hanno poi affermato- è una visione alta, innovativa del settore: un piano straordinario di riassetto e manutenzione del territorio. Un piano su vasta scala -hanno spiegato Sbarra e Cecconi- che metta a disposizione della riqualificazione del territorio tutte le risorse disponibili a livello locale coinvolgendo enti, istituzioni e privati. La Cisl parla in tal senso di un'edilizia in linea con le strategie legate alla filiera del turismo, arte e ambiente. Restauro e ristrutturazione, valorizzazione dell'esistente, quindi, e non al consumo ulteriore di territorio di pregio sottratto alle altre economie regionali”. La Cisl ha sottolineato l'importanza del “recupero delle aree industriali dismesse, presenti nella maggior parte delle realtà umbre, e dell'edilizia scolastica per arginare situazioni a rischio attraverso anche finanziamenti specifici messi a disposizione dal ministero. Bene per il tavolo regionale sull'edilizia che dovrà rendere operativo e funzionale un progetto anti crisi in tempi utili a far fronte alla crisi. La Cisl -hanno precisato Sbarra e Cecconi- sono cinque anni che lo chiede senza alcun risultato. Alla crisi bisogna rispondere con una progettazione del futuro; c'è bisogno di una logica riformista anche in questo settore, logica che affronti l'emergenza cambiando le regole e garantendo un'elevata qualità”.