Internet, missione suicida / L'MTC rinuncia ai fondi europei per le infrastrutture digitali - Tuttoggi.info

Internet, missione suicida / L'MTC rinuncia ai fondi europei per le infrastrutture digitali

Redazione

Internet, missione suicida / L'MTC rinuncia ai fondi europei per le infrastrutture digitali

Mer, 08/01/2014 - 07:52

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La questione non è più se bisogna creare prima gli strumenti e poi inventarci intorno un'economia, oppure preparare il terreno e poi costruirci sopra la struttura. In Italia, il problema dell'accessibilità a internet intesa come opportunità di crescita economica e culturale è che si continua a perdere l'attimo e si decide deliberatamente di perdere l'occasione. Risultato: tempi infiniti, frammentazioni dei modelli di sviluppo e mancata ottimizzazione dei sistemi messi a disposizione della pubblica amministrazione. La rincorsa inevitabilmente sempre più affannata alle scadenze dell'Agenda Digitale.

Il questo quadro già al limite della sufficienza il digital divide non solo si consolida in ambito nazionale, ma aumenta a dismisura se poco, poco ci si rapporta fuori confine. Perdiamo posizioni rispetto alle potenzialità di sviluppo e continuiamo a non valutare che ogni mancato adeguamento tecnologico/digitale è un mancato risparmio. Uno spreco inutile quantificato, dall'Osservatorio Agenda digitale della School of Management del Politecnico di Milano, in poco meno di un miliardo di euro al mese.

Alla luce di questa situazione risulta dunque veramente arduo comprenedere le motivazioni che hanno portato Ministero per la Coesione Territoriale, a rinunciare ai fondi europei disponibili nella nuova tranche di finanziamenti 2014-2020 in maniera pressochè totale, sovvenzioni che tanto punta propio sull'asse dello sviluppo tecnologico. Nella bozza di programmazione presentato lo scorso dicembre alla Presidenza del Consiglio si tiene infatti conto solo fondi nazionali per lo sviluppo e la coesione (già FAS) per fronteggiare gli impegni di spesa per le infrastrutture digitali.

A questo proposito è stato diramato un comunicato stampa della Regione Umbria, a firma dell'assessore alle infrastruture immateriali Stefano Vinti, che così commenta la bozza in apporvazione, chiedendone la modifica:

Se il testo venisse confermato sarebbe a rischio, per mancanza di risorse, l’intero impianto dell’Agenda Digitale, soprattutto relativamente alle questioni più impegnative legate alle nuove reti a banda ultra-larga, i data-center della Pubblica Amministrazione, le piattaforme cloud.

L’esperienza italiana insegna che le risorse strettamente nazionali, destinate alle infrastrutture tecnologiche e al digitale, restano spesso solo sulla carta, come insegna la vicenda degli 800 milioni per la banda larga evaporati in un batter d’occhio sotto il governo Berlusconi.
Ad oggi tutte le infrastrutture tecnologiche, le reti, a banda larga e ultra-larga, sono progettabili e realizzabili quasi esclusivamente grazie ai fondi della programmazione europea che si è conclusa.
Anche l’Umbria ha partecipato all’ultimo bando per l’eliminazione del digital divide, usufruendo di 7 milioni di euro a cui si aggiungono 3 milioni del bilancio regionale.
Un pacchetto di 10 milioni, indispensabili per abbattere il digital divide.
Occorrono ulteriori, ingenti, nuove risorse per raggiungere gli obiettivi prefissati: garantire i 30 megabit a tutti e i 100 megabit al 50% della popolazione entro il 2020, così come ha indicato l’Agenda Digitale Europea.
Sarebbe semplicemente suicida, per l’economia italiana, tagliare risorse, urgenti ed indispensabili, per dotare il nostro paese della tecnologia necessaria per reggere il confronto con altri paesi, che già partono da una posizione molto avanzata in termini di sviluppo del settore ICT.
Pertanto, per l’Italia e per l’Umbria, la necessità di risorse adeguate anche per le infrastrutture digitali nella programmazione 2014-2020, impone che la bozza sfilata dal Ministro della Coesione Territoriale cambi radicalmente.
Diversamente da questo le condizioni della ripresa economica e produttiva sono messe seriamente a rischio, lasciandoci solo l’orizzonte di un inevitabile declino.”

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