Alessia Chiriatti
Ha un lieto fine la vicenda della Indesit Company: nella notte, dopo sei mesi lunghissimi di trattative, è arrivato l'accordo, pur senza firma della Fiom. Un piano di riassetto per l'Italia, che “scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamento” grazie all'utilizzo degli ammortizzatori sociali per i prossimi cinque anni, e fino al 2018. A condurre la trattativa il sottosegretario Claudio De Vincenti dal Ministero dello Sviluppo Economico. I 1.400 lavoratori dell'indotto umbro-marchigiano della multinazionale di Fabriano possono dunque tirare un sospiro di sollievo, dopo mesi di incertezze durante i quali ogni accordo distensivo sembrava irrealizzabile. I sindacati Fim, Uilm e Ugl si sono visti tutti concordi alla firma, ma ora sarà il referendum all'interno delle fabbriche a dare il responso definitivo.
Nuovi investimenti – Non si salva solo Fabriano, ma anche gli altri due stabilimenti di Caserta e Comunanza, che verranno ridisegnati con un piano di riassetto tra il 2014 e il 2016. E la famiglia Merloni, insieme all'amministratore delegato e presidente Marco Millani, hanno previsto finanziamenti per 83 milioni di euro.
La produzione – A Fabriano ci sarà la produzione di forni da incasso e di piccoli dimensioni, come quelli realizzati anche in Spagna e Polonia con la delocalizzazione, ma anche di prodotti per la cottura speciale. Spetterà invece a Caserta e Comunanza la produzione di lavabiancheria e frigoriferi, come accade negli stabilimenti in Turchia, oltre che dei piani di cottura a gas a incasso. Il processo sarà dunque quello di riportare in Italia l'industria che era stata trasferita all'estero, e di investire nei paesi stranieri per la realizzazione di prodotti a bassa gamma il cui costo, almeno nel nostro paese, non è più sostenibile.
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