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In corso Vannucci è subito toto-assessore

Massimo Sbardella

In corso Vannucci è subito toto-assessore

L'argine alla Lega, gli alleati bocciati e i nuovi rampanti: i nomi buoni per la Giunta
Mer, 29/05/2019 - 09:23

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Neanche il tempo di terminare lo spoglio delle schede e già, lunedì sera, capite le proporzioni delle forze in campo, echeggiavano per corso Vannucci le scommesse sul toto-assessore. Una Giunta che, anche qualora Romizi volesse prendere in mano il manuale Cencelli (come era stato costretto a fare dopo gli apparentamenti che gli avevano consentito, primo candidato del centrodestra a Perugia, di battere Boccali e il centrosinistra) non sarà targata solo Lega, come in molti temevano alla vigilia. Andrea Romizi, pupillo di Fiammetta Modena ed anche di Silvio Berlusconi, ha riposto sulla sedia la casacca azzurra (coloro che ultimamente va poco di moda, anche a Perugia), ma ha lavorato per creare un cordone ombelicale intorno a quel verde padano che a lui, carnagione scura, sbatte un po’. Anche se con la Lega ha mantenuto un dialogo schietto e leale.

Però, nell’armadio della sua ampia coalizione, lui che per cinque anni ha retto una coalizione che partiva vestita da Arlecchino, ha messo un po’ di tutto: il verde (sbiadito) ambientalista di Barelli; il verde speranza dei giovani; il Blu dell’irriducibile Adriana Galgano; l’azzurro della sua prima casa (di cui ha ancora le chiavi), Forza Italia; il nero indossato con un nuovo stile dagli amici Prisco e Squarta; fino al rosso garofano (ma dalle tonalità molto cangianti) della Perugia Civica animata da Nilo Arcudi. E poi c’era il verde Salvini, ovviamente. Ma soprattutto, c’erano le giacche grige indossate sopra i jeans informali dalla pattuglia di ex assessori e pezzi forti vari. E progetto Perugia, animata dal vendicativo Laffranco e dai fratelli Calabrese, ha lasciato un seggio in più alla Lega solo dopo un testa a testa, terminato con uno scarto di 200 voti per la leadership nel centrodestra.

Risultato di questa sfilata di moda primavera-che-sembra-autunno: 6 seggi per la Lega, 5 ciascuno per Progetto Perugia e Fratelli d’Italia, 2 a testa per Forza Italia e Perugia Civica, 1 a Blu. Arredo completo, per ogni occasione. Anche perché nel frattempo, gli elettori hanno bocciato il vice sindaco Urbano Barelli (che ha raccolto personalmente solo 198 voti, con 1.239 per la sua lista ambientalista) e Dramane Diego Waguè, trasmigrato da sinistra ed anche lui accasato in Progetto Perugia.

In Giunta si libera probabilmente anche il posto di Massimo Perari, che per soli 2 voti si vede soffiare il secondo biglietti utile, in Forza Italia, per Palazzo dei Priori. Ma proprio le scelte di Romizi sulla Giunta potrebbero farlo rientrare. Magari, come nel film “Sliding Doors”, in un nuovo incrocio con il giovane Massimo Cagnoli, il più votato nella nuova Forza Italia perugina che veste (e investe) giovane.

Francesco Calabrese e Maria Teresa Severini avevano annunciato che la loro esperienza da amministratori sarebbe comunque terminata. Entrambi, però, hanno avuto un ruolo importante nel trionfo di Romizi. E saranno da lui ascoltati.

Al posto da assessore alla Cultura guarda Leonardo Varasano, che nella conta delle urne ha vinto il duello con Otello Numerini. Anche se nelle ultime ore circola con insistenza il nome di Francesco Gatti.

Michele Fioroni non appare sminuito dal mancato successo del suo scudiero. In una squadra, quella agguerrita di FdI, dove Romizi potrebbe pescare una donna. Magari da scegliere tra l’usato sicuro Clara Pastorelli (da consigliera ha tenuto le deleghe allo sport dopo la partenza di Prisco per Roma) o la rampante imprenditrice Fotinì Giustozzi.

Tra le persone più vicine a Romizi c’è poi l’avvocato Laurenzi. E tra le più utili, perché in grado di pescare nel campo avversario, Nilo Arcudi, Mister 1.030 preferenze. I tempi per portare in Giunta l’ex vice sindaco di Boccali appaiono un po’ prematuri, anche se in politica mai dire mai. Magari, dai banchi del consiglio Arcudi può controllare come si muove Massimo Pici.

Quanto agli altri della squadra di governo uscente, ora che i conti sono sotto controllo, Romizi avrà ancora bisogno di Cristina Bertinelli? Trema un’altra Cristina, Casaioli, entrata in Consiglio, con 704 preferenze, ma da quarta della lista. Lo sguardo abbattuto con cui lunedì a tarda sera guardava la conta dello scrutinio sullo schermo allestito a Palazzo dei Priori dice che non sia stata proprio soddisfatta del risultato. Va a mille, invece, Edi Cicchi, Miss 1.042 preferenze: che ticket sarebbe con Arcudi accanto!

E poi, ci sono i 6 consiglieri (ma soprattutto i 12.813 voti) della Lega, da tramutare in poltrone in Giunta. Da chi sarà accanto al sindaco nel fare questa equazione capiremo molto anche sul profilo che avrà il Romizi-bis.

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