IL CALO DELLA NATALITA' IN UMBRIA NELLA NOTA DEL CONSIGLIERE ZAFFINI (AN-PDL) - Tuttoggi.info

IL CALO DELLA NATALITA' IN UMBRIA NELLA NOTA DEL CONSIGLIERE ZAFFINI (AN-PDL)

Redazione

IL CALO DELLA NATALITA' IN UMBRIA NELLA NOTA DEL CONSIGLIERE ZAFFINI (AN-PDL)

Lun, 10/11/2008 - 20:40

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“I dati Istat, commentati al congresso della Fiog (federazione italiana ostetricia e ginecologia) nel rapporto ‘Nascere in Umbria', lasciano poco spazio all'interpretazione e delineano un quadro sempre più desolante relativo al tasso di natalità della regione. Stesso dicasi per gli elementi forniti dalla ricerca dell'Aur, più in generale, sul tessuto sociale umbro. La crescita in negativo, evidenziata anche dalla stampa locale, è lo specchio di politiche d'intervento carenti, se non addirittura inesistenti. E' ormai assodato che l'incremento demografico sia sinonimo di sviluppo ed emancipazione femminile, come dimostrano i confortanti dati del nord Europa, dove si registra il più alto tasso di occupazione tra le donne e contemporaneamente ottimi livelli di nascite. In Umbria, la risorsa donna viene spesso sostituita con la ‘risorsa immigrata' e questo appare evidente in tutti quei casi in cui le famiglie di extracomunitari godono di servizi (asili nido, scuole materne, case popolari) messi scrupolosamente a disposizione dal governo regionale, discriminando donne e giovani coppie umbre. Non è un caso, infatti, che la denatalità a Perugia, dove vi è una maggiore concentrazione di immigrati, si più bassa che a Terni (-1,1 nel primo caso, -4,1 nel secondo), piuttosto è un'evidente segnale di quanto le donne umbre siano trascurate dalle istituzioni lungo il percorso della maternità.

Una buona politica delle pari opportunità e della famiglia contribuisce all'aumento della popolazione ed allo sviluppo dell'economia, come dimostrano gli altri Paesi europei. Sull'esempio del ‘Bonus Bebè', istituito dal Governo Berlusconi, e che, non a caso, è stato oggetto del mio primo atto da consigliere regionale, con cui chiedevo un sussidio per le donne costrette a ricorrere all'aborto per comprovate condizioni di indigenza economica, anche l'esecutivo Umbro dovrebbe attuare agevolazioni rivolte al sostegno della maternità, creando strumenti di conciliazione casa-lavoro, attuando sgravi fiscali, incentivando profili di carriere differenziati. In più occasioni, però, l'amministrazione regionale ha ampliamente dimostrato di non riconoscere alle politiche per la famiglia e per le pari opportunità la priorità che queste meritano. Come nel caso del piano triennale per l'infanzia, a lungo impigliato nell'apparato burocratico, per poi distribuire risorse irrisorie rispetto all'effettiva esigenza territoriale. Intanto le famiglie continuano a disgregarsi, non si fanno più figli e i divorzi raggiungono i livelli delle grandi città metropolitane, sentono le istituzioni sempre più lontane, maggiormente concentrate a risolvere i problemi degli extracomunitari piuttosto che quelli degli umbri. Così mentre si spende denaro pubblico per i più disparati progetti, ben poco si fa per politiche sociali che restituiscano valore al nucleo basilare di una società civile: la famiglia.

Una riflessione e un po' di sana autocritica, a questo punto, è d'obbligo per chi governa una regione che sta morendo, in cui le donne non hanno più figli ed, allo stesso tempo, hanno difficoltà a realizzarsi professionalmente.

Francesco Zaffini

Capogruppo An-Pdl


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