Continuano le indagini sulla vicenda del frate ricattato, e sotto la lente degli inquirenti ci sono i due pc e i due cellulari del 32enne albanese arrestato e poi rimesso in libertà.
Continuano le indagini sulla vicenda del frate ricattato, e sotto la lente degli inquirenti ci sono i due pc e i due cellulari del 32enne albanese arrestato e successivamente scarcerato.
Secondo quanto emerso nei giorni scorsi, i fatti sarebbero accaduti tra agosto e settembre: il religioso e il 32enne si sarebbero incontrati su una app di incontri e avrebbero avuto un rapporto sessuale. Secondo quanto poi denunciato dal frate, l’uomo, a seguito di una prestazione sessuale, avrebbe preteso il pagamento di varie somme di denaro, minacciando di diffondere i particolari del loro incontro.
Il frate ricattato si è quindi rivolto ai militari dell’Arma: con il 32enne è stato ‘combinato’ un incontro per il pagamento, e l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della compagnia di Assisi guidati dal capitano Vittorio Jervolino.
L’accusa è di estorsione a sfondo sessuale; l’uomo ha spiegato di fronte al giudice di aver solo voluto il compenso pattuito e – a seguito dell’udienza di convalida – è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Come riporta il Corriere dell’Umbria in edicola stamattina, sui quattro supporti informatici è “necessario svolgere rilievi e accertamenti”, nello specifico per chiarire se esista il video registrato con il telefonino con cui l’uomo avrebbe ricattato il religioso. Durante la perquisizione nell’appartamento perugino dell’uomo non sarebbero invece state ritrovate telecamere nascoste o altre apparecchiature. (Foto in evidenza via unsplash)