Nella commissione ‘Assetto del territorio’ di Città di Castello il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Luca Secondi ha illustrato il regolamento sulle fototrappole, per renderne legittimo l’utilizzo.
Le fototrappole
Le fototrappole sono sistemi di videosorveglianza in grado di rilevare immediatamente movimenti e registrarli in filmati o foto, anche di notte. Il loro utilizzo come deterrente allo sversamento abusivo di rifiuti sta diventando molto diffuso e, nel caso di Città di Castello, si prevede un uso anche contro i bocconi killer o esche avvelenate, fenomeno riscontrato in vari parchi cittadini. La distribuzione di fototrappole mobili coadiuva le polizie locali nel controllo del territorio. Possono essere posizionate nelle zone più a rischio, perché isolate o difficilmente raggiungibili con i mezzi.
Regolamento e privacy
“Eventuali sanzioni, dopo l’approvazione, avranno piena legittimità e non potranno essere contestate a tutela di diritti confliggenti, in primis quello della privacy. – ha detto Secondi – Abbiamo alcuni dispositivi messi a disposizione delle forze dell’ordine, perché possano usarli contro i rifiuti selvaggi e l’uso di esche avvelenate. Nel regolamento molti richiami sono proprio alle norme della riservatezza dei dati personali. Un consulente ha valutato il testo e dato utili suggerimenti”.
Dibattito in commissione
Lignani Marchesani (Fd’I): “Mi riserbo il giudizio ma non sono convinto che il pubblico ‘spione’ vada bene. Non credo che basti un regolamento per andare sopra le norme sulla privacy. E’ la prima volta che sento che un regolamento può andare contro una norma primaria”. Secondi ha precisato: “Il regolamento serve come quello della videosorveglianza che si sta implementando. Per non andare a briglie sciolte ma conformarsi alla normativa per il trattamento del dato, proprio per il suo principio”.
Rigucci (Gruppo Misto): “Nel fine settimana io noto la pratica di disfarsi dei rifiuti anziché differenziarli. Se ci sono dei sistemi per fare desistere queste persone, ben vengano”. Masciarri (Psi): “Sulla videosorveglianza esistono deroghe nazionali e il regolamento serve per farle rispettare, per esempio, per ragioni di sicurezza. E’ un accorgimento per garantire che tutto venga fatto per rispetto della legge”.
Secondi ha infine precisato: “Attualmente abbiamo 4 dispositivi e dove sono posizionati la segnaletica deve essere apposta. L’idea è di pianificare un numero consistente di aree da sorvegliare e spostare le fototrappole di volta in volta. Anche la sola segnaletica è un deterrente”.