Forno crematorio rotto, ancora disagi per gli umbri - Tuttoggi.info

Forno crematorio rotto, ancora disagi per gli umbri

Cristiana Mapelli

Forno crematorio rotto, ancora disagi per gli umbri

L'unica struttura per la cremazione in Umbria chiusa dal 28 gennaio 2016 | A settembre un'azienda di Modena si è aggiudicato l'appalto per i lavori | Il Pd "Quali tempistiche?"
Mar, 07/02/2017 - 15:02

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Il forno crematorio di Perugia è rotto, andate in Toscana o nel Lazio“. Questa è la risposta che dal 28 gennaio 2016 i parenti dei defunti si sentono dire a causa di un guasto all’unica struttura per la cremazione dell’Umbria. Poi, a settembre, una bella notizia: l’aggiudicazione dell’appalto complesso alle Officine meccaniche Ciroldi Spa, un’azienda con sede a Modena e che, per la cifra di 539 mila euro dovrà progettare e realizzare il nuovo impianto crematorio al cimitero monumentale di Perugia. Ma a che a punto siamo con il progetto?

In Umbria niente cremazioni “Forno rotto, andate in Toscana o nel Lazio”

Un forno crematorio moderno e di ultima generazione”, così l’assessore Diego Waguè aveva assicurato da palazzo dei Priori poco dopo l’assegnazione dell’appalto, ma dopo l’aggiudicazione in via definitiva, avvenuta nel settembre 2016, “pare – spiegano dal Pd – che vi sia una situazione di stallo e che l’iter abbia subito una importante battuta d’arresto”. Sul bando di gara le tempistiche da rispettare erano quelle di 30 giorni per la consegna del progetto e di 5 mesi per il termine dei lavori al forno crematorio. A chiedere ragguagli sulle tempistiche e sullo stato dei lavori sono i consiglieri del Pd Erika Borghesi e Alvaro Mirabassi che si rivolgono all’amministrazione del Comune di Perugia per aggiornamenti sui tempi di realizzazione del nuovo forno crematorio.

Perugia, il forno crematorio tornerà a funzionare | Gara affidata

Il “caro” estinto. Un disservizio, questo, che si traduce in tempi più lunghi, ma anche in spese più sostanziose poiché per cremare una salma bisogna  rivolgersi alle vicine strutture di Siena, Arezzo, Viterbo, Firenze. In tempo di crisi, però, si devono fare i conti. Il tariffario dei servizi del Comune di Perugia per l’anno 2015, confermato anche per il 2016, specifica un costo per la cremazione di 221,00 euro. L’alternativa, vista l’impossibilità di utilizzare la struttura di Perugia, è quella di rivolgersi ad uno degli altri forni che si trovano nei dintorni. Usufruendo dei servizi del forno crematorio di Siena, ad esempio, la tariffa per i non residenti è di 470 euro a salma.  Viterbo ed Arezzo si fermano a 430 euro, cifra a cui però bisogna aggiungere l’iva al 22%. Firenze si scopre essere la più cara, con una cremazione al prezzo di 620 euro, iva inclusa.

Tempo e costi. A questi costi bisogna aggiungere anche i costi per il trasporto della salma in località diverse da quelle di residenza, effettuato dalle agenzie di pompe funebri, oltre alle spese da sostenere per il viaggio. Costi gonfiati e non solo, perché a Siena i non residenti devono attendere tempi più lunghi, all’incirca 10/15 giorni.

L’interrogazione. “Il 04 febbraio 2016 – spiegano dal Pd-  con un avviso, l’amministrazione comunale comunicava la sospensione dell’attività del forno crematorio di Perugia, dopo più di venticinque anni di servizio, per la necessità di effettuare importanti lavori straordinari”. Una struttura datata, quella di Perugia, e per cui i tecnici hanno stabilito l’assoluta non convenienza del riparare il vecchio forno. Ma dal 28 gennaio, giorno in cui il forno crematorio di Perugia ha avuto lo stop, è passato più di un anno e i disagi per i parenti dei defunti umbri sono molti. “Chiediamo di riferire – continuano i consiglieri dem  – i dettagli ultimi dell’operazione, compresi gli aspetti tecnici e la tempistica che sembra aver subìto una battuta d’arresto”. 

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