Festival Spoleto nel ciclone per inchiesta de Il Fatto, imbarazzo nei Palazzi

Festival Spoleto nel ciclone per inchiesta de Il Fatto, imbarazzo nei Palazzi

Redazione

Festival Spoleto nel ciclone per inchiesta de Il Fatto, imbarazzo nei Palazzi

Mar, 15/06/2021 - 14:10

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Finisce nell’occhio del ciclone il Festival dei due Mondi, alla prima edizione della d.a. Monique Veaute, per l’inchiesta di stamani de Il Fatto Quotidiano

Finisce nell’occhio del ciclone il Festival dei due Mondi di Spoleto, alla prima edizione sotto la guida della direttrice artistica Monique Veaute, per l’inchiesta uscita stamani in prima pagina de Il Fatto Quotidiano a firma di Tommaso Rodano.

Il servizio ha fatto balzare dalla sedia più di una istituzione, dal Comune di Spoleto retto dal Commissario Prefetto Tiziana Tombesi fino a Palazzo Donini sede della Governatrice Donatella Tesei.

Festival nel ciclone

La redazione del direttore Marco Travaglio ha puntato l’accento sui strani intrecci tra politica e direzione artistica con quest’ultima, la Veaute, che la scorsa settimana ha nominato tra i propri “consiglieri artistici, con delega allo sviluppo“, l’ex assessore alla cultura Ada Urbani.

C’è poi la direzione del Concerto affidata ad Alvise Casellati, figlio della Presidente del Senato Casellati, che fino al 2011 lavorava quale avvocato di affari per poi lasciare la toga e concentrarsi solo sulla musica. Per la verità Casellati al Festival aveva diretto nel 2013 un concerto “minore” (al Teatro Romano) e a nulla erano valse le pressioni politiche sulla Fondazione e Direzione artistica per richiamarlo a Spoleto nel 2016, quando era sindaco Fabrizio Cardarelli.

L’ex d.a. Giorgio Ferrara indubbiamente non ne rimase impressionato e si rifiutò di dargli una seconda apertura di sipario.


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Ada Urbani e l’incompatibilità al vaglio del Prefetto

I riflettori sono ora tutti puntati sulla nomina di Ada Urbani, amica per la pelle della Casellati, tanto da esserne diventata Consigliere politico (fino all’arrivo del Governo Draghi, quando la Urbani ha preso la carica di Consigliere del Ministro Brunetta) e che sin dall’arrivo della Veaute ha aperto la propria residenza a Scheggino per presentare la nuova d.a. al mondo delle istituzioni e delle associazioni di categoria.

Inviti che avevano creato molto malumore a Spoleto che si è sentita trattata come una sorta di “foresteria” della piccina Scheggino.

Una nomina, peraltro pubblicata anche nel sito del Festival, quanto meno inopportuna, visto che la Urbani ha retto fino all’11 marzo scorso – giorno in cui è stata sfiduciata dalla maggioranza del Consiglio comunale con tutta la Giunta del sindaco-magistrato Umberto De Augustinis – l’assessorato alla cultura del Comune con delega anche al Festival. Insomma defenestrata dalla città e rientrata dalla finestra (di Scheggino) con un ruolo importante.

Ma la nomina potrebbe essere, oltre che inopportuna, anche illegittima ai sensi della Legge 39/2013 che vieta agli amministratori pubblici di prendere cariche o incarichi pubblici se non dopo due anni successivi alla fine del proprio mandato.

E’ evidente che il ruolo di consigliera della direttrice artistica nulla c’entra con la Fondazione, retta in questi mesi dalla Commissaria prefettizia (il ruolo per Statuto spetta infatti al sindaco pro tempore), ma è pur vero che l’organizzazione si regge sostanzialmente su fondi pubblici del MiBACT del Ministro Dario Franceschini.

Su questo aspetto stanno lavorando in queste ore gli uffici del Comune ai quali la Prefetto Tombesi ha chiesto una dettagliata relazione al fine di inviare una nota, con la quale molto probabilmente chiederà alla Veaute di ritirare la nomina. Non fosse altro che la città è in piena campagna elettorale e la Urbani, leader locale di Forza Italia, è molto impegnata su questo fronte nell’organizzare la prossima tornata.

Festival e politica

Mai nella storia del Festival, come aveva sempre preteso il suo fondatore Gian Carlo Menotti, la politica era riuscita a infilarsi nella Direzione artistica (e non più di tanto neanche nella Fondazione). Anche Giorgio Ferrara aveva mantenuto fede a questo indirizzo. E sarà anche per questo che la kermesse, a dispetto dei suoi 64 anni, è capace di attrarre pubblico e critica.

Ultimo aspetto da chiarire è se la nomina ha un costo per le casse del Festival: su questo la sezione Trasparenza non aiuta molto le ricerche (anche per altre collaborazioni), anche se c’è da giurare che la Urbani abbia intenzione di svolgere il compito a titolo gratuito come già rinunciò per la carica di assessore alla cultura.

Politica in fermento

Intanto la politica locale è in fermento con il Festival che rischia di finire ancor più in mezzo al ciclone.

Fd’I e Lega stigmatizzano le ultime scelte della d.a. e si riservano una uscita pubblica; il M5S ha dato mandato agli uffici parlamentari di valutare ogni aspetto delle nomine mentre il Pd segue da vicino l’evolversi della situazione: sicuramente i dem sono quelli più in imbarazzo visto che la Veaute è moglie dell’ex parlamentare pd Marco Causi (che con la Associazione per Economia della cultura terrà proprio al Festival un Convegno dal titolo “Cultura ed economia dopo il covid”).

Nel mirino della Lega potrebbe finire anche un alto dirigente dello staff organizzativo che sul proprio profilo social ha più volte pubblicato post contro il segretario Salvini e il deputato umbro Pillon.

La precisazione del festival

Nella serata del 15 giugno è giunta in redazione un nota da parte dell’Ufficio stampa del Festival di Spoleto a firma del suo responsabile dott. Marco Ferullo: Caso Urbani, il Festival di Spoleto precisa: è “reciproca amicizia”

(aggiornato alle 21.45)

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