Aperte le celebrazioni di San Francesco Patrono d'Italia, ad accendere la lampada il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
L’attualità del messaggio di Francesco “che riparò il tempio, la casa del Signore che è in rovina e, allo stesso tempo – non è forse proprio quanto siamo chiamati a fare oggi? –,si mette in cammino perché lui per primo è “Fratello di tutti” e non aspetta che lo diventino gli altri: compie lui il primo passo verso il prossimo”. È questo il cuore dell’omelia per la Festa di San Francesco 2022 del cardinale Matteo Zuppi, che ha celebrato la messa durante la quale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha acceso a nome di tutta l’Italia la lampada votiva che arde sulla tomba del Poverello. Dopo la messa il presidente della Repubblica terrà il suo discorso alla Nazione, si recherà in visita privata sulla tomba del Santo e, prima di ripartire per Roma, sarebbe anche un programma una visita privata alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli.
Festa grande ad Assisi per il santo Patrono d’Italia, una celebrazione corale nel ricordo di quanti hanno perso la vita durante la pandemia ma anche di chi ha agito durante la pandemia. Ad accogliere l’arrivo del Capo dello Stato i bambini sul prato della basilica, al grido di “Presidente, presidente” seguito dall’Inno d’Italia. Ad accompagnare Mattarella la figlia, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e la sindaca di Assisi Stefania Proietti.
“San Francesco è il nostro Patrono – ha detto il cardinale Zuppi nell’omelia – ed è una gioia particolare, in questo tempo così segnato da tanta sofferenza e preoccupazione, trovarci qui con tutte le Chiese che sono in Italia e con il Presidente del nostro Paese, che rappresenta tutti gli italiani e le italiane e che ringrazio di cuore per la sua presenza e per il suo servizio. ‘Fratelli tutti’ è il contrario della pandemia del Covid. San Francesco è innamorato di Gesù: ascolta e mette semplicemente in pratica il Vangelo, solo il Vangelo e con la sua umanità ci insegna ad amarlo, a scoprine la gioia, la fraternità che genera, il senso personale e universale, la pace e il bene che accendono di amore tutto il creato e le creature. Oggi sentiamo la consolazione di essere con lui e di vedere la sua stella (come è noto le stelle brillano maggiormente quando la notte è più fonda) che ci accoglie “come un astro mattutino fra le nubi”. Abbiamo bisogno di luce, che vuol dire speranza (…) dopo che nella tempesta della pandemia abbiamo sperimentato tanto buio, inatteso e prolungato, come ha ricordato Papa Francesco“.
Festa di San Francesco 2022, il ricordo dei morti per Covid
E anche citando indirettamente la iniziativa dei frati di raccogliere i nomi delle persone scomparse per Covid sulla tomba del Santo, Zuppi ha ricordato “Raccogliamo oggi il testamento affidatoci da chi non c’è più per colpa del Covid. Alcuni dei loro nomi li deporremo accanto a questa lampada. Li abbiamo raccolti proprio sapendo quanta amarezza e sconforto ha generato non poter essere vicini a loro nell’ultimo tratto della vita. Ricordiamo tutti coloro i cui nomi portiamo nei nostri cuori e li affidiamo all’amore di Dio, perché siamo nella luce dell’amore che non finisce. Non sono più tornati a casa e non abbiamo potuto accompagnarli, come loro e noi avremmo desiderato. Per molti solo le videochiamate hanno rappresentato dei veri e propri testamenti struggenti. Resta l’amarezza lacerante per un discorso interrotto, lo sconforto che fa apparire tutto vano. In quella notte terribile abbiamo visto anche tante luci, tutte, consapevolmente o meno, riflesso di un amore più grande. Abbiamo capito che non si può lasciare nessuno solo e anche che il buio può essere sconfitto, pure solo con una piccola lampada di umanità”.
Speranza ma anche difficoltà
Oggi però è una festa di speranza: “Oggi siamo nella casa di San Francesco, Patrono dell’Italia, a ricordare, a ringraziare ma anche a scegliere perché non vogliamo dimenticare velocemente “le lezioni della storia”. (…) Ci aiuta San Francesco che non scappa dalla sofferenza, ma la affronta non per amore di essa, ma per amore della persona. (…) Vorrei che tutti provassimo lo stesso cambiamento e quello che prima ci sembrava pesante, una privazione, un sacrificio impossibile, diventi invece motivo di dolce e consapevole umanità. Aiutare gli altri ci fa trovare noi stessi!”. Ma il futuro, e il presente segnato dalla guerra, non sono però solo speranza: “Le difficoltà non sono affatto finite. Lo vediamo drammaticamente nel mondo e nel nostro Paese. Affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono. Sostenga, in un momento così decisivo, l’amore politico e di servizio alla casa comune, perché nella necessaria diversità tutti concorrano all’interesse nazionale, indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano può essere realizzato. Il nostro Patrono, uomo universale, aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana, forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta povertà”.
Diventare fratelli tutti
E quindi è necessario, oggi più che mai, essere davvero “Fratelli tutti, ad iniziare dai più fragili, come gli anziani, che sono una risorsa e non un peso, che vanno protetti a casa dove conservano tutte le loro radici e ci aiutano a trovarle. Fratelli tutti che guardano al futuro, lo desiderano per gli altri lottando contro il precariato dei giovani, dando loro fiducia e sicurezza perché possano dimostrare le loro capacità senza paternalismi insopportabili. Futuro che chiede rispetto dell’unica casa, dell’ambiente, perché possiamo continuare a cantare la bellezza del creato. Curiamo le ferite profonde nascoste nelle pieghe della psiche (…). Con San Francesco crediamo che il lupo terribile della guerra sia addomesticato e facciamo nostro l’accorato appello di Papa Francesco indirizzato certo ai due presidenti coinvolti direttamente, ma anche a quanti possono aiutare a trovare la via del dialogo e le garanzie di una pace giusta. Come San Francesco tutti possiamo essere artigiani di pace. Ecco la luce della lampada che l’Italia intera accende oggi con il suo Patrono, perché tante luci rendano umana e fraterna questa nostra unica stanza che è il mondo. «Beato l’uomo che offre un sostegno al suo prossimo per la sua fragilità, in quelle cose in cui vorrebbe essere sostenuto da lui, se si trovasse in un caso simile» (Ammonizione XVII). Laudato Si’. Fratelli tutti. Grazie San Francesco, prega per noi, per l’Italia e per il mondo intero”.
Festa di San Francesco 2022, il saluto del Custode fra Marco Moroni
Ad aprire la celebrazione il saluto del Custode, fra Marco Moroni: “In questi anni duri della pandemia – uno dei passaggi del suo discorso – molti hanno agito come Francesco: si sono presi cura, attraverso il loro servizio e il loro impegno, di quanti ne avevano bisogno. Desideriamo ringraziarli, per aver donato sostegno, forza speranza, in molti casi donando realmente se stessi. Tanti hanno perso la vita, spesso nella solitudine. I loro cari li hanno affidati a noi frati attraverso il gesto simbolico della consegna dei nomi di molti di loro. Li abbiamo posti ai piedi della tomba di san Francesco. Per tutte le vittime il Signore sia vera vita e sia consolazione per loro e i loro cari. Con san Francesco e forti del suo spirito desideriamo risorgere uniti, solidali, attenti a chi è rimasto indietro, per affrontare le tante altre sfide che ora ci stanno davanti: l’acuirsi della crisi ambientale, la guerra in Ucraina e i molti altri conflitti, la difficile situazione socio-economica, l’incertezza internazionale… Egli ci testimonia che il mondo cambia solo se si riparte da chi è più in difficoltà, perché se il bene non è di tutti… non è bene”.
(foto Andrea Cova)