Fatture gonfiate ed attività non portate a termine per ottenere contributi pubblici per la promozione di vino dell’Umbria in Paesi fuori dall’Unione europea. Verte attorno a questo l’indagine della Guardia di finanza di Perugia che ha eseguito un sequestro di beni e denaro per un valore di oltre 600mila euro nei confronti di un’associazione temporanea di imprese costituita da due aziende operanti nel settore viti-vinicolo.
Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Perugia su richiesta delle fiamme gialle, rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine relativa ad una illecita percezione di finanziamenti pubblici che avrebbero dovuto essere destinati ad incentivare lo sviluppo dell’agricoltura e del turismo locale.
Nei guai sono finiti i responsabili di due aziende perugine, operanti nel settore vinicolo, nonché i titolari di altre 4 società locali, tutti denunciati.
Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, le due aziende, grazie ai contributi erogati dall’Unione europea e cofinanziati dalla Regione Umbria, si erano impegnate a promuovere i propri prodotti vitivinicoli sui mercati di Paesi extra Ue e, attuando promozioni e organizzando eventi, ma soprattutto creando un apposito portale internet, a pubblicizzare l’immagine del territorio umbro, in particolare del lago Trasimeno, zona di produzione del vino. Tra l’altro, mediante un’apposita “WINE Card”, il cliente avrebbe potuto accedere ai servizi offerti sul portale web, tra cui l’acquisto “online” del vino preferito.
In realtà, i finanzieri hanno verificato che i beneficiari del finanziamento, grazie alla complicità di altre aziende operanti nel settore informatico, avrebbero ampiamente “gonfiato” le spese per la creazione del portale internet, utilizzando delle false fatture, allo scopo di ottenere maggiori provvidenze pubbliche. Il sito web, inoltre, una volta creato, non era mai stato aggiornato e addirittura non risultava raggiungibile utilizzando i più noti motori di ricerca, in contrasto con l’obiettivo principale del progetto: far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il vino ed il territorio umbro.
Al termine delle indagini, ai responsabili delle due aziende vitivinicole e ai titolari delle altre imprese coinvolte sono stati contestati i reati di malversazione a danno dello Stato e di emissione ed utilizzo di fatture false. Nei loro confronti, è scattata anche la segnalazione alla Procura regionale presso la Corte dei Conti di Perugia per le responsabilità amministrative scaturenti dalle violazioni penali.
Come dimostra l’operazione appena portata a termine, sul versante della tutela della spesa pubblica, la Guardia di finanza persegue l’obiettivo primario di garantire il corretto impiego delle risorse pubbliche destinate al sostentamento delle politiche di sviluppo economico e sociale, di fondamentale importanza per favorire la crescita del tessuto economico legale del Paese.