Riaprono parchi e giardini pubblici, ma non le aree attrezzate per il gioco dei bambini. La fase 2 del Governo Conte continua a limitare le attività dei più piccoli. Laddove garantire il distanziamento sociale è difficile se non impossibile, il Dpcm del 26 aprile preferisce risolvere il problema alla radice. E dunque vietare ancora diverse attività, per lo meno dal 4 al 17 maggio.
Nel testo definitivo del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri ci sono alcune modifiche rispetto alle bozze circolate ieri. Resta intenso che per tutti gli spostamenti bisognerà comunque avere con sé un’autocertificazione.
Giardinetti e aree gioco
La normativa sull’avvio della Fase 2 prevede che “l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto di quanto previsto dalla lettera d) (cioè il divieto di assembramento, ndr), nonché della distanza di sicurezza interpersonale di un metro“. Però “il sindaco può disporre la temporanea chiusura di specifiche aree in cui non sia possibile assicurare altrimenti il rispetto di quanto previsto dalla presente lettera”. Ma “le aree attrezzate per il gioco dei bambini sono chiuse“.
Le attività all’aperto
Il Dpcm stabilisce anche “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto“. Invece “è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività“.
Dunque sì a sport individuali, passeggiate, pedalate in bicicletta, anche con i propri bambini. Senza, si evince dal decreto, limiti di distanza. Dunque si potrà andare anche fuori comune, purché all’interno della propria regione. Sempre che le Regioni non dispongano diversamente.
Lo sport
Come già annunciato dal presidente Conte, dal 4 al 17 maggio “sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali. A tali fini, sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, apposite Linee-Guida, a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI ovvero del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva“.
Attesa sui chiarimenti
Dalle 70 pagine del Dpcm del 26 aprile (comprensive di protocolli sulla sicurezza allegati e grafici sui principi per il monitoraggio del rischio sanitario) sulla Fase 2 rimangono alcuni dubbi. Soprattutto per le famiglie, su ciò che è consentito o meno fare con i propri figli. Per avere chiarimenti bisognerà attendere nei prossimi giorni i chiarimenti del ministero dell’Interno, come avvenuto già per gli ultimi decreti. Da monitorare attentamente, dunque, gli aggiornamenti sulle Faq del Viminale.
(foto di repertorio)