Elezioni: il Pd ora guarda a Castello, Palazzo Donini a Spoleto

Elezioni: il Pd ora guarda a Castello, Palazzo Donini a Spoleto

Massimo Sbardella

Elezioni: il Pd ora guarda a Castello, Palazzo Donini a Spoleto

Mar, 05/10/2021 - 16:54

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I dem brindano allo scampato pericolo, che può essere vittoria tra 15 giorni | La conta fratricida del centrodestra peserà sulla crisi regionale

Il Pd parla di riscossa, nel centrodestra si maledice la frammentazione, che però è colpa dell’altro. Questi i diversi stati d’animo in Umbria all’indomani del risultato delle amministrative nei 12 comuni in cui si è votato per scegliere sindaco e consiglieri.


Elezioni in Umbria: tutti i risultati


Qui centrosinistra…

“Le vittorie di Bevagna, Avigliano Umbro e Parrano ci parlano di un Partito Democratico che esce dall’isolamento e supera i confini delle ZTL – commenta il segretario dem regionale, Tommaso Bori – tornando a vincere anche nei piccoli comuni, nei borghi e nelle frazioni. Tre realtà in cui il centrosinistra conferma i propri sindaci uscenti e in cui viene premiata la buona politica e l’ottimo lavoro svolto in questi anni da amministratori competenti e capaci”.

La parole d’ordine per il Pd, costretto nelle ultime tornate elettorali a giocare in difesa, è dunque “uscire dall’isolamento”. Dai palazzi, molti dei quali in effetti non più occupati, per tornare tra la gente. Ma anche dall’isolamento politico in cui in Umbria si stava trovando il partito tra la galassia della sinistra estrema con cui è difficile dialogare e la nebulosa grillina.

Da dove spunta De Luca, che rilancia sul territorio l’esperienza del governo giallorosso. Trovando nell’ex premier Giuseppe Conte il nuovo faro del vessillo pentastellato, puntato pure nella città Serafica.

Assisi, tutti utili per lo sprint di Proietti

Certo, se si guardano i voti di lista ad Assisi dalla gamba “gialla” (634 voti, pari al 4.65%) è arrivata molto meno linfa rispetto a quella del Pd (2.327 voti, 17%) alla causa di Stefania Proietti. Che ha avuto però un apporto ancora maggiore dalla lista Assisi Domani (oltre 2.500 voti, quasi il 19%). Ma per la manciata di voti di scarto che ha consentito alla sindaca uscente di restare al suo posto senza dover passare dal ballottaggio sono stati effettivamente determinanti anche i voti grilli. E allora, benedetta sia l’alleanza giallorossa nella città Serafica.

Spoleto, l’incognita accostamento

A Spoleto qualcuno fa i conti tra i 664 voti portati ad Andrea Sisti dal M5s e i quasi 2.200 presi da Giancarlo Cintioli, sacrificato (anche) in nome della ragion di stato regionale. Anche a spese del Pd, che si assesta poco sopra il 13% con 2.154 voti di lista raccolti. E adesso con chi si cerca di aprire un dialogo, con il transfugo Cintioli o con Diego Catanossi che, sulla carta, ha un portafoglio di 1.624 voti?

Città di Castello, derby al veleno

Sarà invece derby giallo-rosso a Città di Castello. Grazie anche al suicidio politico di un centrodestra che è riuscito nell’impresa di essere più litigioso di quello spoletino. Anche se in casa di Secondi e Bassini, i partiti si leccano le ferite. Il Pd naviga poco sopra il 17%, i Socialisti al 9,5%. La sinistra supera di poco il 2%. A Luciana Bassini il M5s ha portato 450 voti (il 2,35%). Ma qui le liste civiche sono andate forte.

Ora tra Secondi e Bassini è caccia ai voti (almeno una parte) delle destre. Tra accordi sottobanco e naso turato sotto i riflettori.

Nei comuni più piccoli, il centrosinistra tiene Bevagna, Avigliano e Parrano. Senza sorprese.

Qui centrodestra…

Cinque anni fa a Città di Castello l’allora commissario della Lega Candiani sentiva spirare “un’aria frizzantina” dal nord. Ma non aveva fatto i conti con gli anticorpi di Luciano Bacchetta.

Il suicidio a Città di Castello

Questa volta la Lega pensava di trovare la strada più aperta a livello locale, dovendo però fare i conti con le difficoltà del Capitano Salvini. Che per dimostrare chi è che ancora dà le carte, ha scommesso sulla conta contro Fratelli d’Italia e Forza Italia. Risultato: la Lega che supera di 90 voti il partito di Meloni, 2.388 voti contro 2.298. E Marinelli e Lignani Marchesani che tra due settimane resteranno a guardare. A meno che qualcuno non voglia trattare col “nemico” (quello dall’altra parte della barricata, si intende) continuando così la lotta fratricida.

Spoleto: Lega a pezzi, Grifoni spera

A Spoleto il centrodestra c’ha provato a imitare il centrosinistra litigioso, ma la cosa non gli è riuscita. E così Sergio Grifoni, preso in prestito da Fratelli d’Italia dopo la crociata sull’ospedale, si giocherà la fascia di sindaco al ballottaggio. Il coordinatore dei meloniani, Squarta, evidenzia il risultato con distinguo rispetto alle altre realtà dove il centrodestra si è diviso. E a qualcuno questo basta per segnare ancora di più la frattura…

Mettendo insieme tutti i voti raccolti dai quattro candidati sindaco dell’area di centrodestra si arriverebbe a 7.685. Ma i conti, in politica, non si fanno con la calcolatrice. Anche perché la polvere delle macerie sollevate dalla caduta di de Augustinis non si pulisce tutta in due settimane. La Lega ha pagato tanto la frattura: 856 voti raccolti, che la mandano al 5,27%. Sotto anche a Forza Italia che, pur insieme all’Udc, ha portato a Bececco 906 voti. Quelli attesi, più o meno.

Fratelli d’Italia è poco sopra il 9 con 1.474 preferenze. Meno di quelle del candidato sindaco Sergio Grifoni, che parla di “pacificazione” in nome del revanchismo spoletino.

Assisi, l’unione non fa la forza

Ad Assisi il centrodestra si è presentato unito, ma si è visto sfilare il possibile ballottaggio per una manciata di voti. Il segretario umbro della Lega, Virginio Caparvi, chiama in causa la sfortuna. Senza ricordare che alle regionali, due anni fa, qui il centrodestra aveva preso il 65%.

Che poi, la conta tra partiti si può fare anche senza correre da soli. Ad Assisi è stato un testa a testa tra Lega e FdI, con il partito di Salvini avanti di un centinaio di voti. Forza Italia veleggia nelle acque poco profonde del 6%. Insomma, divisi si perde di sicuro, ma anche l’unione non fa sempre la forza, soprattutto se non si riesce a pescare altrove. Perché l’impressione è che quei 1.759 voti di Cosimetti siano usciti proprio dai partiti tradizionali che lo sostenevano.

Nei comuni più piccoli il centrodestra tiene Amelia, Nocera Umbra (con Caparvi sindaco) e Bettona, dove Bazzoffia fa lo sgambetto a Marcantonini.

Ballottaggi: il Pd guarda a Castello, Palazzo Donini a Spoleto

Questa volta, almeno, non tutti dicono di aver vinto, come spesso accade dopo ogni elezione. Ma anche chi pensa di aver vinto, deve attendere cosa accadrà tra due settimane a Spoleto e Città di Castello. Risultati, in un verso o nell’altro, potrebbero cambiare il piatto della bilancia tra le coalizioni o all’interno di esse.

Ciò che succederà a Spoleto in queste due settimane, in particolare, potrà dare un’idea di come in Regione si intenda chiudere la mini-crisi di governo, come è stata chiamata, innescata con l’estromissione dell’assessore Melasecche dalla Lega.

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