Nella vicenda Sgl-Elettrocarbonium, mancava il colpo di scena. Ed è così che la nota di precisazione dettata oggi alla stampa dall’Amministratore delegato di Elettro, Michele Monachino, rompe gli schemi proprio quando tutto ormai sembrava andare verso la chiusura definitiva delle trattative con Sgl, con tanto di sindacati ormai sul piede di guerra per la questione stipendi. Ora tutto è di nuovo in discussione, o perlomeno questa è quanto sembra dire Monachino.
Di seguito le dichiarazioni dell’Amministratore Michele Monachino
Negli ultimi giorni si sono susseguite numerose, spesso inesatte, ricostruzioni giornalistiche in merito alla vicenda Elettrocarbonium.
Il mio silenzio sull’argomento è stato interpretato come spia di un disimpegno dal percorso Narnese. Niente di più errato, anzi, è vero esattamente il contrario. Credo sia il caso di ricordare ai tanti delatori che quando si parla di Elettrocarbonium ci si riferisce ad un progetto importante, agli investimenti fatti, ai lavoratori, alle loro speranze e alle loro famiglie.
Con queste premesse ho ritenuto opportuno, forse sbagliando, data la maldestra strumentalizzazione della cosa, proseguire la trattativa con SGL in maniera riservata, conferendo mandato ai miei legali che, a loro volta, hanno condiviso con Sgl il riserbo della stessa.
Ma, comprendo le preoccupazioni delle maestranze e dei cittadini di Narni, e, per questo, ritengo doveroso fornire alcune precisazioni.
Primo: molti soggetti hanno incautamente generalizzato la vicenda Elettrocarbonium per fini meramente speculativi, senza centrare il punto nevralgico della questione: il progetto di bonifica. Quello approvato dalla conferenza di servizi (almeno così pare) oltre a togliere, nei termini conosciuti, ogni potere negoziale ad Elettrocarbonium (ma questo sarebbe il meno e comunque la visione di una sola delle parti), potrebbe concretamente far entrare il sito industriale di Narni nel lungo elenco dei siti inquinati del nostro Paese che attendono, forse invano, di essere bonificati e riconsegnati alla collettività (ma questa è semplicemente un’opinione).
Secondo: su sollecitazione da me fatta circa un mese fa, il Governo sta seguendo costantemente la situazione al fine di garantire la ripartenza definitiva di Elettrocarbonium. Abbiamo partecipato a vari incontri che ho ritenuto di non dover pubblicizzare anche per non ingenerare illusioni nei lavoratori. Nel corso dell’ultimo di questi, tenutosi a Palazzo Chigi giovedì scorso, avremmo dovuto, e voluto, parlare di aspetti più utili alla ripartenza ed alla prosecuzione dell’attività ed invece siamo stati costretti ad affrontare i risvolti dell’ultima comunicazione, non certo positiva, giunta da Sgl.
Terzo: le pendenze finanziarie saranno sanate in breve tempo. I lavoratori devono essere tranquilli perché, come ho sempre detto, quanto loro spettante non è in discussione né lo è mai stato.
Quarto: i miei legali sono sempre stati in contatto con il liquidatore di SGL, così come da egli indicato nella lettera inviata alle Istituzioni giovedì 10 marzo.
Spero che queste precisazioni servano a delineare lo scenario reale della questione, diverso da quello artatamente rappresentato da altri soggetti.
Pertanto, data la complessità delle circostanze, non ritengo che la questione Elettrocarbonium possa definirsi chiusa.