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DUE TRENI, OLTRE MILLE PERSONE. IN PIAZZA ALLA STAZIONE SANT'ANNA PER IL LAVORO IN TEMPO DI CRISI

Redazione

DUE TRENI, OLTRE MILLE PERSONE. IN PIAZZA ALLA STAZIONE SANT'ANNA PER IL LAVORO IN TEMPO DI CRISI

Sab, 02/04/2011 - 19:15

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Da Terni a San Giustino, tantissimi lavoratori da tutta l'Umbria si sono ritrovati in piazza oggi a Perugia, davanti alla stazione di Sant'Anna, dove oltre in mille, tra persone occupate o pensionate hanno dato vita alla manifestazione “Un treno in marcia per il lavoro”.

Di treni a Perugia ne sono però arrivati in realtà due, entrambi carichi di centinaia di lavoratrici e lavoratori. Uno dal sud dell'Umbria che, partito da Terni, ha fatto tappa a San Gemini, Todi, Marsciano e Ponte San Giovanni, e l'altro dal nord con tappe a Città di Castello, Umbertide, Villa Pitignano e Ponte San Giovanni. Poi nel capoluogo la manifestazione conclusiva ha visto diversi interventi di lavoratrici e lavoratori del pubblico e del privato, oltre che di studenti, migranti e pensionati. Sul palco della Cgil dell'Umbria, anche le due crisi simbolo della regione, Merloni e Polo chimico ternano, che da sole coinvolgono oltre 3mila lavoratori.

“La giornata di oggi è importante perché ci permettere di rimettere al centro la questione lavoro – ha detto dal palco Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria – in una regione come la nostra dove la crisi continua a far sentire duramente i suoi colpi, dove abbiamo circa 14mila donne e uomini in cassaintegrazione, dove il tasso di occupazione è sceso fortemente negli ultimi due anni e dove non si intravedono ancora segnali di ripresa. Anche per queste ragioni l'Umbria si fermerà il 6 maggio in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil. “Ma lo farà per ripartire – ha spiegato Bravi – perché, come ha giustamente sottolineato la nostra segretaria nazionale Susanna Camusso, questo sarà lo sciopero di tutte e di tutti per sbloccare il Paese dallo stallo in cui si trova costretto”.

Bravi ha poi sottolineato i successi riportati dalla Cgil negli ultimi mesi nelle elezioni per il rinnovo delle Rsu di importanti aziende umbre. “Dalla Colussi, alla Tecniref, dalla San Gemini alla Asm, passando per la Barbetti e senza dimenticare le elezioni suppletive nelle scuole, la Cgil si è dimostrata nettamente il sindacato più votato in tutte le tornata elettorali degli ultimi mesi. E poi – ha proseguito – c'è il recentissimo e straordinario risultato alla Umbra Cuscinetti di Foligno, seconda azienda metalmeccanica della provincia, dove dal terzo posto siamo diventati il primo sindacato prendendo il triplo dei voti rispetto al numero dei nostri iscritti. Risultati – ha concluso Bravi – che dovrebbero a nostro avviso far riflettere anche Cisl e Uil”.

Dopo la testimonianza di un lavoratore tunisino, Hedi Khirat, che ha sottolineato la gestione “assolutamente vergognosa” dei migranti, per lo più suoi connazionali, da parte del Governo, è stata la segretaria confederale nazionale, Serena Sorrentino, a concludere la manifestazione: “Siamo un Paese a crescita zero, dove peraltro riparte l'inflazione e si allargano le diseguaglianze sociali, con un gravissimo problema occupazionale e una guerra in corso a pochi chilometri di distanza, ma il nostro Parlamento e il nostro Governo si occupano soltanto dei problemi del premier e dei suoi tanti processi”, ha esordito Sorrentino. “Serve discontinuità, ci vuole un cambiamento, bisogna mandare a casa questo Governo – ha proseguito la segretaria tra gli applausi della piazza – e anche per questo è fondamentale che il 6 maggio il Paese si fermi per lo sciopero generale”. Sorrentino ha poi ribadito le ragioni che la Cgil pone alla base della sua mobilitazione. C'è la domanda di maggiore equità fiscale, per la quale il sindacato propone la istituzione di una tassa sui super ricchi (il 5% della popolazione italiana, con patrimoni sopra gli 800mila euro), tassa che porterebbe nelle casse dello Stato 18 miliardi di euro, “praticamente una Finanziaria”, ha sottolineato Sorrentino. Ci sono poi i giovani, ai quali questo sciopero parla in modo particolare, visto che sono proprio loro quelli maggiormente penalizzati dalla crisi occupazionale. E ancora, ci sono i temi fondamentali della democrazia e del contratto, della dignità delle donne, del “diritto all'esistenza” dei migranti, “oggi calpestato dall'operato del nostro Governo”.

“Queste ragioni ci hanno spinto a chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori quello che sappiamo essere un sacrificio – ha concluso Sorrentino – ma scioperare il 6 maggio ha un'importanza fondamentale, perché è necessario mandare un messaggio chiaro, è necessario fare qualcosa per il futuro del Paese”.

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