Droga e ludopatia, prevenzione anche a scuola / "Correggiamo l'idea di Perugia capitale dello sballo" - Tuttoggi.info

Droga e ludopatia, prevenzione anche a scuola / “Correggiamo l’idea di Perugia capitale dello sballo”

Alessia Chiriatti

Droga e ludopatia, prevenzione anche a scuola / “Correggiamo l’idea di Perugia capitale dello sballo”

Un tavolo in comune con Romizi, Brutti e Monacelli
Mer, 23/07/2014 - 16:20

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Cambiare l’immagine di Perugia, collaborare tra istituzioni per rendere il capoluogo una città più vivibile e cambiare l’immagine che gli è stata data di capitale dello sballo e della droga: è questo l’impegno con il quale si è concluso l’incontro di stamani a Palazzo dei Priori a Perugia, alla presenza del sindaco di Perugia Andrea Romizi e della Commissione del consiglio regionale contro la criminalità organizzata e le tossicodipendenze con Paolo Brutti e Sandra Monacelli.

Il sindaco ha dichiarato che “il Comune svolgerà un ruolo da protagonista nella prevenzione, ma un ruolo centrale lo devono svolgere i cittadini”.
“Non vogliamo criminalizzare nessuno – ha sottolineato il presidente della commissione, Paolo Brutti – ma lo spaccio e il consumo di droga sono un fenomeno preoccupante a Perugia. E non averlo denunciato in passato ha portato a sottovalutazioni che lo hanno fatto crescere fino alle dimensioni attuali. Soprattutto per il consumo siamo di fronte ad una situazione vastissima: ci sono studi che ci dicono come la quasi totalità dei giovani perugini ha avuto esperienze di uso di sostanze stupefacenti. Purtroppo – ha osservato Brutti – il divertimento giovanile è sempre più orientato allo sballo. E aumenta il
consumo di alcol nelle giovani generazioni così come la diffusione del fenomeno delle ludopatie, che non conosce confini di fasce sociali e di età, ma che in Umbria registra giocate per tre milioni di euro al giorno e che probabilmente nasconde riciclaggio di denaro sporco”.
“E’ importante – ha proseguito Brutti – mettere in moto interventi che rendano piu’ complicato il gioco d’azzardo e il Comune può e deve giocare un ruolo centrale. Una recente sentenza della Corte costituzionale, ad esempio, dice che i sindaci possono disciplinare l’orario di apertura e la dislocazione delle sale da gioco. Questa potrebbe essere una prima azione da mettere in campo. Così come per il contrasto dello spaccio di droga, che a Perugia è in mano ad etnie
straniere ma non vede ancora la presenza della criminalità organizzata, uno strumento importante potrebbe essere il censimento delle abitazioni per capire chi effettivamente ci vive, a partire dal centro storico fino ad arrivare ai quartieri più difficili”.
“Accanto al contrasto – ha concluso Brutti – ci vuole anche un’azione promozionale che corregga l’idea di Perugia come capitale dello sballo e la trasformi in capitale dello studio. Dobbiamo dare ai giovani delle alternative, costruire luoghi di aggregazione con elementi culturali che siano anche strumenti di svago. Ad esempio con l’idea di un’università della città, sul modello tedesco, lanciata dal rettore Moriconi nell’incontro della scorsa settimana. Il sindaco e il Comune – ha detto Brutti – possono fare molto partecipando a questo processo che mette insieme le forze delle diverse istituzioni”.
“Il lavoro comune con tutte le istituzioni” su questo versante – ha ribadito da parte sua Romizi – è “il presupposto per uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Dobbiamo avere una visione comune di città, capire quale Perugia vogliamo per il futuro e unire le risorse, soprattutto in un periodo in cui scarseggiano. In passato si è teso a rimuovere il problema della droga e tutte le istituzioni hanno avuto difficoltà a capire questo fenomeno, cosa che invece è indispensabile. Serve mantenere l’attenzione quanto mai alta, al di là della sensazione che a Perugia si stia andando verso un rasserenamento, anche grazie allo sforzo delle forze dell’ordine e delle istituzioni”.
Per Romizi, “l’aspetto della prevenzione è fondamentale: dobbiamo andare nelle scuole a parlare con i ragazzi e capire perchè molti giovani, fin da ragazzini entrano in contatto con sostanze stupefacenti. Un processo che comporta tempi più lunghi, ma in questo campo non servono scorciatoie. La politica deve puntare su percorsi piu’ strutturati e più solidi. Togliere gli spacciatori dalle piazze non serve se non eliminiamo il fenomeno dalla base”.
“Dobbiamo dare un’immagine diversa di Perugia – ha proseguito Romizi – mettendo in evidenza quanto di buono c’è in città. Ed è tanto. Basta pensare alle tante eccellenze nella cultura o nel nostro tessuto produttivo, ma anche a quelle nel sociale che riescono ad intercettare tante forme di disagio. Concordo sul lavoro da fare per la comunicazione, così da non far più dipingere Perugia come capitale dello sballo e della droga. Ma non dobbiamo farlo solo con una smentita come in passato, quando si è peccato di provincialismo. Il Comune avrà un ruolo da protagonista, soprattutto nelle aree più calde della città. Ma il ruolo centrale lo devono avere i cittadini: dove si sono attivati, ci sono stati gli anticorpi. Dobbiamo tornare a sentirci comunità e metterci insieme, incentivando questi fenomeni virtuosi. Tutti quanti, nessuno escluso, dobbiamo lavorare sui quartieri per recuperare le criticità”.

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