DOMANI, AL TEATRO PAVONE, I RACCONTI E LE IMMAGINI DI UNA PERUGIA INEDITA - Tuttoggi.info

DOMANI, AL TEATRO PAVONE, I RACCONTI E LE IMMAGINI DI UNA PERUGIA INEDITA

Redazione

DOMANI, AL TEATRO PAVONE, I RACCONTI E LE IMMAGINI DI UNA PERUGIA INEDITA

Gio, 03/06/2010 - 12:32

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Viaggio nei quartieri della Perugia di un tempo tramite racconti, storie, immagini e saliscendi narrativi con le radici sotto braccio. È questo lo scopo dell’Accademia del Donca, in collaborazione con il Comune, per la giornata di domani: in programma due proiezioni presso il teatro Pavone, alle ore 18 e alle 21. Si tratta del secondo documentario della collana multimediale, “I viaggi della memoria” in cui vengono descritti i vecchi e nuovi quartieri del capoluogo col linguaggio della contemporaneità. Il piano editoriale è articolato intorno ad una serie di titoli, dedicati ad altrettante zone del centro e della periferia nel quale per ognuno dei temi in oggetto, verrà approntato un dvd, realizzato in alta definizione, della durata di poco meno di un’ora. I protagonisti della narrazione su Porta San Pietro, quasi tutti nativi del luogo, appartengono a diversi profili socio-culturali. Tra essi il dermatologo Mario Tomassini che racconta gli amici, gli umori e gli amori della sua giovinezza al Borgo Bello. La signora Nerina Neri riferisce un inedito e doloroso episodio di guerra. Il popolano Rolando Lisandrelli parla dei divertimenti: dal ballo al cinema, dal gioco alle case di tolleranza. Il professor Franco Mezzanotte illustra le origini e le vicende storiche dell’abbazia. Il senatore Raffaele Rossi si sofferma sul significato del monumento al XX Giugno. Gabriella Falchetti porta il punto di vista di una signorina borghese. Il tutto si articola intorno al filo del racconto sostenuto dalla voce del narratore.

Curiosità. La definizione di “Borgo Bello”, attribuita al rione di P.S. Pietro, induce a riflettere su questo lusinghiero appellativo. Bello, certamente, per la posizione soleggiata e aperta su vasti orizzonti. Bello, perché, in una città tutta erte salite e ripide discese, il Borgo si è sviluppato lungo un comodo crinale pianeggiante, attraverso una via ampia, fiancheggiata da palazzi signorili e da eleganti complessi monumentali di carattere religioso. Bello perché, varcata una magnifica porta rinascimentale (l’Arco di Duccio), la vista si apre verso l’abbazia di S. Pietro e il giardino del Frontone, autentiche meraviglie architettoniche e naturali. Bello, in quanto ricco di arte e reperti archeologici presenti nei palazzi nobiliari e borghesi, oltre che nelle chiese e nei monasteri del rione. Gli stessi vicoli, stretti e poco illuminati, destano interesse e ammirazione per l’armonia delle forme e per la suggestione di atmosfere pacate e misteriose. Bello, in forza delle tradizioni religiose e civili ancora vive. Bello, infine, per la memoria storica di tappe significative, nell’inarrestabile percorso verso la libertà: qui, infatti, i Perugini si batterono per la liberazione dall’oppressione pontificia e dalla dittatura fascista. Tuttora, il monumento al XX Giugno 1859 è annualmente meta di cittadini che non intendono abdicare al dovere della memoria. Vicoli, strade e piazzette, anche attraverso il loro nome, raccontano eventi significativi, legati alla vicenda storica collettiva della città e dei suoi abitanti. Il Borgo Bello è anche stato luogo di accoglienza, come documenta la presenza della comunità ebraica nella zona del Cortone. ‘Feminam incantatricem et malignorum spiritum invocatricem’, ovvero ‘femmina incantatrice ed evocatrice di spiriti maligni’ fu la definizione riferita a Bellafiora, donna ebrea ingiustamente accusata di stregoneria. Costei abitava proprio in Porta San Pietro, contrada Piantarose. Anche nelle misere abitazioni degradate, poste sul lato destro del Borgo XX giugno, abitualmente si insediavano persone di recente immigrazione. I Perugini, per antica tradizione, hanno sempre accettato persone provenienti da luoghi lontani e diversi. E hanno chiesto loro, semplicemente, di apprezzare le civili conquiste culturali e sociali, raggiunte da Perugia nel corso dei secoli. Invitando i nuovi cittadini a condividere un modo di vivere che privilegia la “lentezza”, intesa proprio come una virtù.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti – senza prenotazione

Info: info.cultura@comune.perugia.it


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