Digitale e AI: Tesei e Proietti di fronte alle sfide per le quali Confcommercio chiede "coraggio"

Digitale e AI: Tesei e Proietti di fronte alle sfide per le quali Confcommercio chiede “coraggio”

Massimo Sbardella

Digitale e AI: Tesei e Proietti di fronte alle sfide per le quali Confcommercio chiede “coraggio”

Le due candidate alla Presidenza della Regione all'evento annuale della principale associazione di categoria del commercio e terziario
Mar, 12/11/2024 - 12:12

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Ha fornito l’occasione di un ulteriore confronto sui temi economici per l’Umbria tra le candidate alla Presidenza regionale, Donatella Tesei e Stefania Proietti, incentrato sul commercio e il terziario, l’evento annuale di Confcommercio Umbria, “Imprese Futuro Umbria”, che si è tenuto al San Francesco al Prato di Perugia.

Mencaroni chiede “più coraggio”

Alle due candidate, e all’Umbria intera, sono arrivati spunti e sollecitazioni per il futuro della regione, attraverso gli interventi degli esperti invitati a relazionare su temi strategici per lo sviluppo. Il titolo di quest’anno è stato “Digitale e Intelligenza Artificiale. Quali cambiamenti nel futuro di città, turismo e aziende”. Un titolo che “è già un programma” come ha detto in apertura il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni. Che ha spiegato: “Noi crediamo che il persistente rischio desertificazione di città e borghi umbri con la sfida della rigenerazione urbana, il potenziale ancora inespresso del turismo umbro, le frontiere dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale siano centrali per il futuro dell’Umbria. E il futuro dell’Umbria siamo noi”.

“La nostra esortazione – ha aggiunto il presidente Confcommercio – è di affrontare questi temi con un atteggiamento di grande apertura e di coraggio. Dobbiamo avere il coraggio, ad esempio, di non arrenderci al declino delle nostre città reputando la loro crescente desertificazione un fenomeno ineluttabile. Occorrono politiche per riportare la residenzialità nei centri storici e per valorizzare gli esercizi di prossimità. Le nostre piccole imprese sono l’anima dei territori e delle città, l’ossatura della nostra economia. Garantiscono presidio, coesione sociale e spesso anche sicurezza per i cittadini. Sono una componente essenziale per la qualità della vita delle comunità. Non sto dicendo che piccolo è bello: piuttosto dico che piccolo è necessario. Al punto che il Comune di Milano ha dichiarato che i servizi di prossimità vanno considerati come servizi di interesse pubblico generale. Tutte le imprese sono importanti, ma le nostre piccole imprese non delocalizzano e hanno sul territorio la testa, il corpo e soprattutto il cuore!”.

Di fronte a questo, Mencaroni invita ad avere più coraggio: “Dobbiamo avere il coraggio di dare gambe e risorse al nuovo strumento dei Distretti del commercio. E di mettere al centro l’utilizzo dei dati su consumatori, cittadini e turisti, come prevede il nostro progetto di rigenerazione urbana Cities, che stiamo sperimentando anche in Umbria. Dobbiamo avere il coraggio di parlare di turismo pensando più in grande. Abbiamo visto le potenzialità di questo settore e abbiamo raggiunto ottimi risultati, ma adesso dobbiamo andare oltre: intercettare le nuove tendenze globali e fidelizzare i mercati tradizionali, dare maggiore continuità all’azione di spinta al settore sostenendo gli investimenti e crescendo in competenze e tecnologie dedicate. Dobbiamo avere il coraggio, infine, di guardare in faccia rischi e opportunità portati dall’innovazione tecnologica e dall’Intelligenza Artificiale, e le sue ricadute su società, consumi, lavoro e fare impresa. Questo è l’orizzonte dell’impegno di Confcommercio Umbria”.

Proietti e Tesei

“I servizi di prossimità – ha detto Proietti – sono di interesse pubblico e i distretti del commercio sono lo strumento per conservarli. Per ogni città dobbiamo fare lo sforzo congiunto di passare dall’oggi al nuovo millennio, con l’ambizione ad esempio di diventare la regione più digitale d’Italia”.

“Con Confcommercio – ha sottolineato Tesei – abbiamo giù attivato tavoli per costruire il futuro di questa regione. Il nostro tessuto economico è costituito prevalentemente di piccole e micro imprese che abbiamo voluto accompagnare in un percorso di digitalizzazione ed innovazione. Abbiamo ottenuto grandi risultati sul turismo, portato avanti la riforma del testo unico del commercio, lavorato sui distretti, sulla rigenerazione urbana”.

I relatori

Dopo l’introduzione del presidente Mencaroni e il saluto della sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi sul palco si sono succeduti gli esperti che hanno approfondito i diversi argomenti, moderati da Simone Pastorelli, CEO di Fattoria Creativa e membro di Giunta Confcommercio Umbria.

Oscar di Montigny, fondatore e managing partner di I-Deagate, presidente e fondatore di Grateful Foundation, ha posto all’attenzione della platea di imprenditori e di rappresentanti istituzionali grandi temi di fondo e molte provocazioni: “Viviamo in un mondo volatile, incerto, estremamente complesso, ambiguo, che si muove secondo alcuni driver di cambiamento: l’aspetto demografico, l’impatto ambientale, la tecnologia. In più abbiamo anche una crisi generazionale: per la prima volta nella storia, in un unico momento storico sono concentrate 5 generazioni diverse che hanno riferimenti ed esigenze completamente diversi. Sta cambiando completamente l’esperienza di vita delle prossime generazioni. Questo comporta una assunzione di consapevolezza a tutti i livelli, compresi il mondo delle imprese. Innovazione è alterare l’ordine prestabilito delle cose per fare cose nuove”.

Paolo Testa, responsabile settore Urbanistica, responsabile Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio, ha illustrato quindi il progetto Cities, che coinvolge già la città di Perugia e presto molte altre città in Umbria per iniziativa di Confcommercio. Grazie alla raccolta di dati, imprenditori e amministratori hanno a disposizione elementi ponderati per fare pianificazione in ambito urbanistico. “Senza dati – ha evidenziato Testa – è impossibile prendere decisioni per il governo delle città; i dati sono uno strumento potente che dobbiamo usare nella logica dei distretti urbani, che possono essere una grande occasione di innovazione e che consentono di creare legami inediti tra amministrazione locale ed economia di prossimità”.

Al tema del turismo sono stati dedicati gli interventi di Andrea Giuricin – CEO di TRA Consulting e Economista dei trasporti presso il Centro Studi Dipartimentale in Economia e Regolazione dei Servizi, dell’Industria e del Settore Pubblico dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca – e Ruben Santopietro, imprenditore ed esperto in marketing territoriale, fondatore e CEO di Visit Italy, la principale piattaforma indipendente per la promozione dell’Italia a livello globale, con una community online di milioni di viaggiatori.

Giuricin ha evidenziato come il mercato turistico nei prossimi decenni sarà soggetto a profondi cambiamenti, influenzati dal fattore economico, dal fattore sicurezza e da quello climatico: ad esempio l’India, diventerà sempre di più un mercato importantissimo per il turismo generato, così come la Cina. Anche per l’Italia, al di là dei tradizionali mercati di riferimento come Usa, Regno Unito, Germania, Francia, la crescita più forte sarà in quelle aree in cui l’economia crescerà di più e ci si aspetta che nasca e cresca la classe media. Da qui al 2030 si prevede che l’Italia abbia una crescita di 11 miliardi di dollari, ma verrà superata, ad esempio, da paesi come gli Emirati arabi Uniti. Essenziale per essere competitivi è connettere la parte dei trasporti e delle infrastrutture per portare in benefici al mondo degli operatori turistici”.

Ruben Santopietro ha iniziato da una provocazione: “In base all’osservatorio di Visit Italy il 70% dei visitatori stranieri si concentra sull’1% del territorio italiano. Se non prenderemo precauzioni serie, entro il 2030 il 50% delle principali città d’arte italiane rischia di divenire inaccessibile a causa del turismo di massa. Dobbiamo sempre tenere a mente che promuovere una destinazione non è come promuovere un brand, alla mente del destinatario dobbiamo trasmettere un’emozione o un concetto per essere efficaci”.

Guido di Fraia fondatore e CEO del Laboratorio di Intelligenza Artificiale “IULM AI Lab”, docente e Prorettore all’Innovazione e all’Intelligenza artificiale dell’Università Iulm di Milano, si è soffermato sulla genesi e le potenzialità, anche a portata delle imprese, dell’Intelligenza Artificiale, che più correttamente andrebbe definita Intelligenza Aumentata. “L’AI è utile alle imprese se queste sanno prima cosa davvero serve loro, ma comunque l’invito è a sperimentare strumenti, in buona parte gratuiti, come Chatgpt, perché comunque qualcosa di utile se ne può trarre anche senza essere esperti”.

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