Di Lucia Speranza.
Per molti i giovani e gli adolescenti, oggi, sono un problema. Perché i ragazzi sono fastidiosi, trasgressivi, fanno chiasso, vanno a letto tardi, poi si drogano, fumano, scrivono sui muri, cose terribili insomma. Allora bisogna occuparsi dei giovani perché ci preoccupano e ci inquietano. Cosa fare?
Telecamere, Poliziotti di Quartiere, sorveglianza continua. Questa è la soluzione proposta dai commercianti della “Via dello Shopping” (Il Borgo) per risolvere il problema del vandalismo e dello “spaccio” che, a loro avviso, dilaga in Via del Macello Vecchio e negli altri vicoli limitrofi.
Innanzi tutto è da verificare, dati alla mano, cosa accade realmente in quei vicoli; sicuramente la prima cosa che colpisce è la ricchezza di scritte sui muri. Vi siete mai fermati a leggere ciò che c'è scritto? Avete mai provato a chiedere ai ragazzi che trovate seduti sui gradini, in quegli stessi vicoli, perché lo fanno? Oppure perché passano parte del loro tempo seduti lì e non altrove?
Telecamere e sorveglianza servirebbero a “spostare” il problema in altri angoli della città, i ragazzi troverebbero altri luoghi dove esprimere le loro idee continuando a comunicare allo stesso modo. Se si prova a sospendere il giudizio, ci si ferma ad osservare ciò che accade e, soprattutto si coinvolgono i protagonisti, forse si possono proporre alternative all'esclusivo sistema di controllo e repressione.
I nostri ragazzi conoscono la loro Città? Sentono di appartenere a questa Città? Sentono il valore della comunità che li circonda?
La loro è la prima generazione cresciuta con internet, la loro comunità è il mondo, il loro linguaggio non è vicino al nostro e cambia velocemente. Quindi conquistarli è una sfida, annoiarli è facile, ingannarli impossibile.
Proviamo allora a coinvolgerli nelle scelte che riguardano lo spazio dove vivono, la loro Città, la comunità reale e non virtuale. Se possono esprimere le proprie potenzialità, realizzare le loro idee sulla Città, non solo aumenta la qualità della vita complessiva oggi, ma una volta adulti questi ragazzi manterranno la capacità di “curarsi” della comunità in modo positivo.
Umberto Galimberti, filosofo e psicologo contemporaneo, dice a genitori e insegnanti: “non interrompete mai la comunicazione, buona o cattiva che sia, qualunque cosa i vostri figli e i vostri studenti facciano. A interromperla ci pensano già loro.”