Decreto Salva-casa, le novità in sintesi | In Umbria lente su 160mila abitazioni

Decreto Salva-casa, le novità in sintesi | In Umbria lente su 160mila abitazioni

Massimo Sbardella

Decreto Salva-casa, le novità in sintesi | In Umbria lente su 160mila abitazioni

Lun, 27/05/2024 - 12:14

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Dei 199.939 immobili residenziali presenti in Umbria 9.322 sono "certificati" dai recenti lavori per il Superbonus

Con l’approvazione del decreto Salva-casa, che consente di sanare piccole irregolarità interne agli immobili realizzate prima del 24 maggio scorso – con il pagamento, nei casi in cui sarà necessario chiedere un permesso di costruire o una Scia in sanatoria, di una cifra tra 1.032 e 30.984 euro a seconda del valore degli immobili – i proprietari di circa 160mila abitazioni in Umbria dovranno verificare con il proprio tecnico se c’è la possibilità (e l’opportunità) di regolarizzare il proprio immobile. Una cifra che non è stimata sulla base dell’indicazione inizialmente fornita dal Ministero citando una verifica del Centro studi Cni, che per interviste a campione su edifici interessati dal Superbonus ne stimava l’80% irregolari.

Qui i chiarimenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

La platea degli edifici interessati in Umbria

Dei 199.939 edifici residenziali presenti in Umbria quasi il 5% (per l’esattezza 9.322 edifici) è interessato, alla data del 30 aprile, da interventi del Superbonus, e quindi con eventuali irregolarità già sanate, come prevedeva la norma per avere l’incentivo. Ci sono poi quasi 30mila abitazioni che presentano – questa è una stima – irregolarità molto gravi, che non possono essere sanate con l’ultimo decreto approvato dal Governo. Resta dunque una platea di quasi 160mila abitazioni che, potenzialmente, potrebbero aver subito al loro interno variazioni che all’epoca potevano essere regolarizzate, ma che ora non possono, a causa del sistema della doppia conformità. Quel sistema che appunto il decreto Salva-casa va a modificare. Cosa che impedisce in teoria di vendere l’immobile, di accedere a un mutuo o a sovvenzioni in caso di lavori.

Ovviamente, questo non significa che in Umbria ci saranno 160mila richieste di adesione a questa che è stata chiamata “mini-sanatoria”: non tutti questi edifici hanno effettive difformità e soprattutto non tutti i proprietari saranno interessate a sanarle se non hanno intenzione di vendere o di fare dei lavori che richiedano particolari autorizzazioni.

Le lievi difformità

Il decreto Salva-casa consente in particolare di intervenire su queste tipologie di difformità:

– formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile;
– edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione;
– parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi, a causa della disciplina della cosiddetta “doppia conformità”.

Le verande in edilizia libera

Il testo semplifica gli interventi sulle verande in edilizia libera. Sono considerate tali:

– le vetrate panoramiche amovibili (VePA) anche per i porticati rientranti all’interno dell’edificio;
– le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia composta da tende anche a pergola, addossate o annasse agli immobili, purché non determino spazi stabilmente chiusi e non abbiano un impatto visivo e ingombro apparentemente disarmonici.

Cambio destinazione d’uso

Viene semplificato anche il cambio di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari, nel rispetto delle normative di settore e delle condizioni comunali.

All’interno della stessa categoria funzionale, il mutamento della destinazione d’uso sarà sempre ammesso. Tra diverse categorie funzionali, il mutamento della destinazione d’uso sarà ammesso limitatamente alle categorie residenziale, turistico ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, in ogni caso, all’interno delle zone: centro storico, residenziali consolidate, residenziali in espansione.

Sono escluse dalle semplificazioni le unità immobiliari al primo piano fuori terra.

Silenzio assenso

Si ribaltano anche le procedure vigenti, con l’introduzione del silenzio-assenso: se l’Amministrazione non risponde nei tempi previsti l’istanza del cittadino è accettata. Un provvedimento giustificato con l’esigenza di snellire le procedure per i cittadini, ma anche per decongestionare gli uffici tecnici comunali.

Questi i tempi massimi:

– 45 giorni per permesso in sanatoria;
– 30 giorni segnalazione certificata di inizio attività (Scia)

Per immobili soggetti a vincoli paesaggistici si aggiungono ulteriori 180 giorni.

Stato legittimo dell’immobile

Per dimostrare lo stato legittimo dell’immobile sarà sufficiente presentare il titolo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria. Le parziali difformità che saranno sanate contribuiranno a dimostrare dunque lo stato legittimo di un immobile.

Il costo

Il decreto prevede che nei casi in cui sarà necessario chiedere un permesso di costruire o una Scia in sanatoria il costo andrà da 1.032 e 30.984 euro. Cifra che varia sulla base di una stima di quanto è aumentato il valore dell’immobile a seguito dell’intervento da sanare.

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