Cromo esavalente a Sterpete, allarme Legambiente Umbria

Cromo esavalente a Sterpete, l’allarme di Legambiente Umbria: “Che fine ha fatto la bonifica?”

Redazione

Cromo esavalente a Sterpete, l’allarme di Legambiente Umbria: “Che fine ha fatto la bonifica?”

Lun, 02/08/2021 - 14:37

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L'associazione ambientalista lamenta ritardi

Dallo scorso anno è in vigore il divieto di attingimento dell’acqua in tutta la zona di Sterpete per via dei pozzi inquinati da Cromo esavalente. e organo-clorurati (già rilevati nel 2012 e con conseguente ordinanza). L’ordinanza è ancora attiva, ma nulla si sa della bonifica che in base al procedimento regionale già attivato,   doveva essere a carico del soggetto responsabile dell’inquinamento da CromoVI.

A che punto è la bonifica?

Legambiente – dice una nota di Legambiente Umbriaha fatto richiesta più volte di accesso agli atti su questa vicenda ma nessuno ci ha mai risposto a parte il Comune di Foligno nella cui ultima risposta ci ha informato che invece della bonifica il soggetto responsabile dell’inquinamento “ha presentato un documento di analisi del rischio”. Cosa significhi esattamente non lo sappiamo ma restiamo preoccupati e quindi abbiamo fatto un ulteriore richiesta di accesso agli atti al Servizio Regionale “Risorse idriche, Acque pubbliche, Attività estrattive e Bonifiche” che speriamo stavolta risponda alle ormai ripetute richieste di chiarimenti da parte dell’associazione”.

Le difficoltà dell’estate

L’associazione ambientalista ricorda che i cittadini di Sterpete, ad oggi, “non dovrebbero usare l’acqua dei pozzi a scopi irrigui fino a quando la bonifica non sarà conclusa, perché il rischio è una dispersione del CromoVI nel terreno e potenzialmente nella catena alimentare dovuta alla presenza dei numerosi orti in quella zona. Il limite del CromoVI nelle acque è infatti di 5 microgrammi/litro, un limite molto basso perché il Cromo è un metallo, e solo se in questa forma esavalente, molto tossico e classificato nel gruppo 1 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC). In questo gruppo infatti vengono classificati tutti quegli agenti sicuramente cancerogeni perché esistono “sufficienti evidenze di cancerogenicità negli esseri umani” da cui risulta che il CrVI è sicuramente cancerogeno (soprattutto se inalato e quindi colpisce principalmente polmoni)”.

Attesa per le risposte

Ci si chiede come mai, in una estate così siccitosa e con l’assenza di controlli, “chi è in grado di rispettare l’ordinanza, ma anche come sia possibile che il problema del CromoVI non sia stato risolto e si parli ancora di analisi di rischio, considerando poi che dal 2012 negli stessi pozzi di parla di inquinamento anche di organo-clorurati cui non sembra sia stata mai trovata né sorgente né quindi attivate azioni di bonifica. L’ultimo accesso agli atti di Legambiente alla regione è datato 2 agosto e aspettiamo non solo una risposta ma anche azioni concrete al fine di risolvere il problema“.

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