Crisi, le famiglie umbre quelle che tirano di più la cinghia, le piccole attività chiudono - Tuttoggi.info

Crisi, le famiglie umbre quelle che tirano di più la cinghia, le piccole attività chiudono

Redazione

Crisi, le famiglie umbre quelle che tirano di più la cinghia, le piccole attività chiudono

Cgia di Mestre: in Umbria la riduzione più forte dei consumi | Modena (FI): i modelli astratti non hanno funzionato
Sab, 09/11/2019 - 17:37

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Sono le famiglie umbre quelle che, dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi hanno stretto di più la cinghia, riducendo i consumi.

Lo rileva la Cgi di Mestre, che mostra le differenze dei consumi dal 2007 al 2018, regione per regione.

In Umbria nel 2007 una famiglia spendeva mediamente 2.726 euro al mese; cifra che si è ridotta a 2.283 nel 2018: 443 euro al mese in meno spesi, con una riduzione percentuale del 16,3%, il valore più negativo tra le regioni italiane.

Molto più della media nazionale, dove la riduzione è stata mediamente di 131 euro (-2,9%). Con realtà come la Liguria che in questi anni hanno visto incrementare la spesa delle famiglie di oltre il 15%.

L’Umbria ha fatto peggio della Sardegna (-13,1%), del Molise (-12,7%), della Calabria (-12,3%).

E se si guardano alle regioni limitrofe, nelle Marche i consumi si sono ridotti di quasi il 10% (-253 euro mensili), il Lazio ha visto sostanzialmente la propria spesa invariata. Ed anche l’Abruzzo, altra regione pesantemente segnata dal terremoto, ha segnato un arretramento del solo 1,1%. mentre in Toscana addirittura si è assistito ad un incremento di quasi il 4%, con la cifra media mensilmente sborsata dalle famiglie che è salita a 2.899 euro.

Imprese cessate

Consumi interni che colpiscono soprattutto le piccole e micro imprese, artigiane e commerciali. L’Umbria infatti risulta la terza regione per chiusura di attività artigiane (dal 2009 al 2019 quelle attive sono scese da 24.473 a 20.418, il 16,6% in meno). Poggio dell’Umbria hanno fatto soltanto Sardegna e Abruzzo.

Va meglio, si fa per dire, nel settore del commercio al dettaglio: in Umbria la moria di piccoli negozi è stata del 4,4% (dal 2009 al 2019 si è passati da 10.968 a 10.481), ma comunque peggio della media nazionale (-3,8%) e lontano della media del Centro Italia (-1,1%).

Modena: basta modelli astratti imposti dall’alto

Dati allarmanti, commentati dalla senatrice di Forza Italia, Fiammetta Modena: “L’Umbria è la Regione più colpita, secondo la Cgia di Mestre, nella riduzione dei consumi dall’inizio della crisi -2007- ad oggi: meno 443 euro al mese, in fondo alla classifica. Pessimo anche il dato della chiusura delle piccole imprese e dei negozi dì prossimità, -16,6%.Conosciamo i motivi e gli errori commessi dalla politica locale, ma conoscere, capire e denunciare non serve più. Non servono neppure gli strumenti tradizionali, il credito, i fondi strutturali, l’assistenza. Il tessuto economico umbro – osserva Modena – sta già cercando e trovando nuove strade, in sintonia con un mondo ormai tecnologico  e connesso. Le istituzioni devono soccorrere poveri e anziani, lasciati per troppo tempo a loro stessi. Accompagnando le idee, i bisogni e non creando modelli astratti imposti dall’alto alla società, troveremo la strada per risollevarci“.

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