Medici e infermieri necessari per attivare l'ospedale da campo e i nuovi posti letto e le terapie intensive
Covid, l’Istituto superiore di sanità (Iss) invierà una task force di esperti per studiare il “caso umbro”. Dove la contemporanea presenza di due delle tre varianti del virus conosciute (quella inglese e quella brasiliana) hanno allungato la coda della seconda ondata dei contagi e avviato forse la terza, in anticipo sul resto d’Italia.
Umbria zona rossa in 65 comuni: l’ordinanza
Per questo non solo sarà data una priorità ai campioni prelevati dai pazienti Covid umbri per il sequenziamento, ma arriveranno degli esperti per studiare i cluster causati dalle varianti. Ospedalieri nel caso della brasiliana, tra i bambini per quella inglese. Al fine di assumere misure che potrebbero evitare il dilagare di questi “versioni” più contagiose del Coronavirus nel resto d’Italia.
Chiesti sanitari alle altre Regioni
Intanto l’Umbria, vista la difficoltà di reperire medici e infermieri, ha chiesto alle altre Regioni di avere “in prestito” per un periodo limitato 450 tra medici e infermieri. Necessari per far funzionare i nuovi posti letto che si stanno allestendo per fronteggiare l’ondata dei ricoveri (oltre 500, di cui quasi 80 in terapia intensiva).
Secondo la comunicazione fatta martedì in Consiglio dalla governatrice Donatella Tesei, i posti letto per i pazienti Covid saliranno da 615 ad oltre 700 e le terapie intensive dalle 130 previste alle 160. In attesa delle 44 postazioni del piano Arcuri che si stanno allestendo nei container fianco agli ospedali di Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello.
Ospedale da campo ancora senza pazienti
Anestesisti e personale specializzato necessario anche per attivare l’ospedale da campo della Regione, consegnato sabato all’ospedale di Perugia, dopo il collaudo delle apparecchiature, ma ancora senza pazienti perché mancano appunto i sanitari.
Le assunzioni
Il piano di assunzioni della Regione (su cui Tesei ha detto che si accelererà) prevede 1500 contratti nella sanità umbra. Ma come ha contestato il capogruppo Pd Bori, in questa fase è difficile reperire il personale, visto che medici e infermieri, anche umbri, sono già stati assunti altrove. Con le nuove assunzioni in Umbria che, rileva Bori, sono state finora appena 24.
I focolai in ospedale
Con i pensionamenti dei mesi scorsi, l’Umbria si trova ad affrontare il suo momento più difficile con un numero minore di sanitari rispetto alla prima fase, in cui era stata tutto sommato risparmiata dal Coronavirus. Una carenza aggravata dai focolai negli ospedali (circa 70 i sanitari dell’ospedale di Perugia contagiati), che costringono a lunghe quarantene. Ora portate a 21 giorni, proprio a seguito dei casi di personale che risultava guarito e che poi è risultato nuovamente positivo. Cosa, questa, che allarma le autorità sanitarie.