Così polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori dei supermercati

Così polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori dei supermercati

Redazione

Così polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori dei supermercati

I colpi tra Perugia e Bastia, pistola in pugno | "Rapinavo perché non ho soldi, né lavoro" | L'uomo arrestato, denunciato il complice
Mer, 08/07/2020 - 15:03

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Così polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori dei supermercati.

In una conferenza stampa è stata illustrata l’operazione che ha consentito di smantellare la banda di rapinatori grazie al sinergico lavoro degli uomini della  Polizia di Stato e dei militari dell’Arma dei carabinieri. La banda, in soli 15 giorni, ha compiuto due colpi a Perugia e uno a Bastia Umbra.

L’auto rubata fuori dal supermercato

L’indagine parte il 18 giugno scorso, quando in piena mattina una 70enne, all’uscita da un supermercato di  Perugia, viene derubata da un uomo. Sotto la minaccia di un’arma, il rapinatore, entrato improvvisamente nell’auto, si fa consegnare i soldi contanti che la donna ha con sé (700 euro), il telefono cellulare e poi la fa scendere dalla vettura, allontanandosi alla guida.

Sul posto intervengono i militari della Stazione carabinieri di Ponte San Giovanni i quali, sin dalle prime fasi, dopo aver raccolto la testimonianza della donna rapinata, intraprendono tutte le attività necessarie alla ricostruzione della dinamica dell’evento.

I militari passano al setaccio tutte le telecamere dei sistemi di videosorveglianza della zona. Non solo dell’esercizio commerciale, ma anche delle arterie stradali lungo le quali il rapinatore avrebbe potuto darsi alla fuga.

L’auto a Bastia Umbra

Intanto, verso sera, gli uomini della Squadra Volante del Commissariato P.S. Assisi, avendo ricevuto la nota di rintraccio della targa dell’auto rubata, si mettevano alla sua ricerca, riuscendo con tenacia operativa, a notarla parcheggiata in uno spiazzo di un condominio nel comune di Bastia Umbra, nei pressi dell’uscita della  E45.

Effettuato il sopralluogo da parte della Polizia Scientifica del Commissariato P.S. Assisi, d’intesa con i militari di Ponte San Giovanni avvisati sin da subito del ritrovamento, si procedeva al sequestro dell’automezzo sul quale si sarebbe successivamente proceduto agli accertamenti  tecnici.

L’altra auto sospetta

Nel frattempo, il personale dell’Ufficio Anticrimine del Commissariato P.S. Assisi procedeva all’acquisizione e all’analisi delle telecamere del sistema di videosorveglianza urbana del Comune di Bastia, grazie alle quali si riusciva ad evidenziare la presenza sospetta, negli orari compatibili successivi al compimento della rapina, di una seconda autovettura.

Questa si vede prima  precedere l’auto rubata, poi seguirla e infine affiancarsi alla stessa all’atto di parcheggiare e successivamente riprendere la corsa in direzione di Perugia.

Di tale auto si riusciva, attraverso minuziosa analisi, ad estrapolare  la targa e risalire a stretto giro a risalire al suo proprietario. Si trattava di una cittadina di nazionalità rumena, 25enne, residente a Perugia e coniugata con due figli con un cittadino italiano 39enne, entrambi con precedenti per truffa.

Il pedinamento

L’utilissimo dato investigativo veniva condiviso con i militari della Stazione di Ponte San Giovanni che nel frattempo, continuando senza sosta gli accertamenti investigativi, avevano riscontrato la presenza della stessa autovettura catturata anche nelle immagini del sistema di videosorveglianza di uno svincolo stradale mentre attende l’auto rubata per poi proseguire insieme la corsa in direzione di Bastia.

Unitamente al personale della Squadra Mobile, i carabinieri della stazione di Ponte San Giovanni decidono quindi di procedere al pedinamento e al successivo controllo dell’autovettura a bordo della quale riscontravano la presenza del marito della cittadina rumena.

La rapina a Bastia

Mentre l’attività investigativa andava avanti, il 3 luglio scorso, verso le ore 19.30, questa volta a Bastia Umbra viene commessa una seconda rapina presso il supermercato, lo stesso nei pressi del quale era stata ritrovata la macchina rubata nel corso del primo episodio delittuoso.

Anche in questo caso, la rapina veniva perpetrata da un uomo che armato di pistola costringeva la cassiera a consegnargli l’incasso della giornata pari a 1600 euro circa.

Viste le medesime modalità di commissione del fatto, la descrizione dell’autore della rapina corrispondente a quella della prima, era ragionevole pensare che si trattasse della stessa mano.

In un esemplare sforzo sinergico, mentre i militari raccoglievano le dichiarazioni della commessa, i poliziotti di Assisi procedevano all’esame delle immagini del  sistema di videosorveglianza urbana di Bastia,  riscontrando ancora una volta la presenza sospetta dell’autovettura già attenzionata nel primo episodio.

Il blitz di polizia e carabinieri

A quel punto, insieme ai militari della Stazione di Ponte San Giovanni e ai poliziotti della Squadra Mobile di Perugia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, decidono di effettuare un blitz presso l’ abitazione dei due coniugi proprietari dell’autovettura.

L’uomo nell’armadio

Una volta all’interno, oltre alla donna,  nella stanza dei bambini, dentro l’armadio, coperto sotto alcuni vestiti, veniva trovato un uomo estraneo al nucleo familiare, il quale giustificava la sua presenza affermando di stare giocando a nascondino con i bambini. L’uomo sarebbe stato successivamente identificato in un 51enne, di origini campane, incensurato.

Il marito truffatore

Subito dopo, nei pressi dell’abitazione, veniva rintracciato il marito della donna, il 39enne italiano con precedenti per truffa. L’uomo da subito, sentitosi scoperto, confessava ogni sua responsabilità, confermando il suo coinvolgimento in entrambe le rapine. Era lui ad aver guidato l’autovettura catturata dalle immagini mentre accompagnava e riprendeva successivamente dopo le rapine, il responsabile materiale degli episodi delittuosi indicato da lui nel 51enne sorpreso all’interno dell’armadio.

“Rapinavo perché senza soldi e lavoro”

L’uomo, che dichiarava di essere stato spinto dalla disperazione perché senza soldi e lavoro, da subito collaborativo, mostrava ai poliziotti e ai militari il luogo dove aveva nascosto l’arma.

La pistola

Nel garage dell’abitazione, nascosta all’interno di una busta, ben occultata tra scatoloni, faceva ritrovare l’arma utilizzata per le rapine rivelatasi una scacciacani e le chiavi dell’auto rubata nella prima rapina.

L’arresto

Raccolte tali evidenze, concretizzandosi il pericolo di fuga, non avendo lo stesso collegamenti in Umbria e dunque potendo non essere più rintracciabile, vista la gravità del fatto di reato, e il pericolo di inquinamento probatorio visto il tentativo di nascondersi durante la perquisizione, il 51enne campano, autore materiale delle rapine veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

Prima di essere associato al carcere di Capanne veniva visto e riconosciuto dalle due vittime rapinate, nel frattempo convocate presso gli uffici per le formalità di rito.

Il complice

Per il suo complice il 39enne italiano invece è scattata la denuncia in stato di libertà per il duplice delitto di rapina in concorso.

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