Il turismo è messo in ginocchio dalla pandemia: dalla città serafica ci si appella nuovamente al governo
Da Assisi parte la richiesta delle “Città santuario”, quelle realtà – come Loreto, Pompei e San Giovanni Rotondo, comuni di piccole e medie dimensioni – che, con i loro luoghi di culto e di devozione, meta del pellegrinaggio internazionale, danno prestigio e rilevanza all’intera nazione italiana. E che sono messe in ginocchio dalla pandemia, con tutto il loro tessuto produttivo, che vive quasi esclusivamente di turismo.
I numeri di una crisi
La premessa è che il 2020 è da considerarsi l’anno nero del turismo a causa della pandemia che da marzo ha in pratica azzerato le presenze ad Assisi. Un danno gigantesco, immane, che ha colpito migliaia di attività economiche mettendo in ginocchio esercenti e seriamente a rischio tantissimi posti di lavoro. I dati sono impressionanti: il raffronto con il 2019, quando nella Città Serafica ci sono state 1,3 milioni di presenze , e i primi 6 mesi del 2020 che registrano un – 75 per cento è emblematico di una crisi senza precedenti. Secondo i conteggi del sindaco, Stefania Proietti, a rischio ci sono circa 2.000 famiglie. E le altre città santuario non stanno meglio.
Mozione sulle città santuario approvata all’unanimità
“Assisi, come è risaputo, è uno dei centri mondiali della spiritualità, meta continua di pellegrinaggi, luogo prescelto da Papi e Capi di Stato e di Governo, e nonostante questo non è stata inserita nell’elenco del decreto legge dell’agosto scorso, poi convertito in legge in ottobre, tra le città d’arte beneficiarie di contributi a fondo perduto, in quanto non è capoluogo di provincia”, ricorda l’amministrazione comunale. E ora il consiglio comunale prova a dare una risposta a quelle duemila famiglie che rischiano il tracollo. Approvata all’unanimità una mozione presentata da Assisi Domani, Partito democratico e Movimento 5 Stelle avente a oggetto “contributi a fondo perduto per attività economiche nei centri storici”.
Nella seduta di ieri del consiglio comunale è stata presentata la mozione con cui si chiede al sindaco e alla giunta di adoperarsi e farsi portavoce presso la presidenza del Consiglio, i ministeri, i parlamentari umbri e la Regione “affinché venga inserito nella legge di bilancio un capitolo di spesa riguardante esclusivamente le “Città Santuario”, ovvero quei comuni di piccole e medie dimensioni che, con i loro luoghi di culto e di devozione, meta del pellegrinaggio internazionale, danno prestigio e rilevanza all’intera nazione italiana”.
I capigruppo che hanno firmato la mozione (Giuseppe Cardinali, Federico Masciolini e Fabrizio Leggio) hanno inoltre chiesto che vengano coinvolte le amministrazioni pubbliche dei comuni che ospitano santuari come, appunto, Assisi e ad esempio Loreto, Pompei, San Giovanni Rotondo, al fine di predisporre quanto prima e comunque entro la primavera del 2021 un specifico contributo a fondo perduto rivolto esclusivamente ai soggetti dei centri storici dei comuni citati esercenti attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico.
Proietti: “Mobilitazione della città intera, senza divisioni”
“Questo sta a testimoniare – ha commentato il sindaco Stefania Proietti – che su certi temi, certe situazioni non ci sono e non ci possono essere divisioni o appartenenze. La crisi del turismo e dell’accoglienza ad Assisi è profonda, interessa tantissimi esercizi e posti di lavoro, e fare qualcosa, anche un atto come questo, significa fare il bene della nostra città. E al di là degli schieramenti ringrazio tutti i consiglieri che con senso di responsabilità hanno approvato la mozione”.