Comitato delle Regioni UE, affidato a Donatella Porzi il parere per fermare la violenza di genere - Tuttoggi.info

Comitato delle Regioni UE, affidato a Donatella Porzi il parere per fermare la violenza di genere

Redazione

Comitato delle Regioni UE, affidato a Donatella Porzi il parere per fermare la violenza di genere

Gio, 22/06/2023 - 11:47

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Il consigliere regionale di Azione ha presentato il documento ieri a Bruxelles, nel corso della seduta della Commissione Sedec che l’ha nominata come relatrice

Affidato a Donatella Porzi il parere per fermare la violenza di genere, un documento nel quale si evidenzia l’importanza del ruolo delle città e delle regioni nel contrasto alla violenza di genere, enfatizzando la necessità di prevenzione, sensibilizzazione, assistenza alle vittime e formazione degli attori chiave.

A distanza di pochissimi giorni dall’insediamento della Commissione di inchiesta regionale contro il femminicidio e ogni forma di violenza di genere, da lei fortemente voluta e votata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Umbria, Donatella Porzi è volata a Bruxelles per un ulteriore impegno su scala europea che la vede in prima linea nel contrasto alla GBV – Gender-Based violence. La Commissione SEDEC del Comitato delle Regioni UE (CdR), competente in materia, ha infatti nominato come relatrice il Consigliere regionale di Azione, affidandole il compito di elaborare il progetto di parere “Fermare la violenza di genere – Le città e le regioni sono in prima linea” discusso nella riunione della Commissione che si è tenuta ieri mattina. 

Partendo dal presupposto che la violenza di genere può essere fisica, sessuale o psicologica, che può assumere la forma di violenza domestica, mutilazione genitale femminile, molestie online, matrimonio forzato e, inoltre, che si verifica in ogni Paese e in tutti gli strati della società, il documento si propone di dare un contributo prezioso alla direttiva dell’UE sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, attualmente in fase di elaborazione.

Quest’ultima, che ha come punto di riferimento la Convenzione di Istanbul – il quadro internazionale più ampio per poter affrontare in modo globale il problema della violenza contro le donne e della violenza domestica – si concentra sulla garanzia di un livello minimo di protezione in tutta l’UE contro tali violenze, proponendo misure riguardanti la configurazione dei reati pertinenti e le relative sanzioni, la protezione delle vittime e l’accesso alla giustizia, l’assistenza alle vittime, la prevenzione, il coordinamento e la cooperazione. Il parere del CdR riguarda invece prevalentemente l’assistenza alle vittime e i mezzi di prevenzione, compresa la sensibilizzazione, in particolare a livello locale e regionale, andando ad integrare così la direttiva.

Nel documento si sottolineano i seguenti aspetti:

1. INTERVENTI TEMPESTIVI – La prima risposta a queste aggressioni violente e alle sue vittime avviene per lo più a livello locale e regionale. L’auspicato cambiamento sociale, che può essere favorito da campagne di sensibilizzazione ed educazione per combattere gli stereotipi di genere e promuovere la tolleranza zero nei confronti delle molestie e della violenza di genere, dovrà dunque coinvolgere attivamente le autorità locali e regionali nell’affrontare tali stereotipi;

2. FORMAZIONE – Sarà data particolare attenzione ai programmi di formazione per i professionisti di tutti i settori, con l’obiettivo di migliorare la capacità di prevenire, individuare e rispondere a tali violenze;

3. INTERRELAZIONE TERRITORIALE – E’ fondamentale raccogliere e scambiare tra i diversi territori europei le migliori pratiche. A tal fine, nel documento sono state formulate alcune domande rispetto alle eventuali azioni messe in campo da regioni e comuni sul fronte delle misure legislative, delle campagne educative o di sensibilizzazione, del supporto alle vittime, della formazione delle forze di polizia e delle autorità giudiziarie, sul ruolo delle strutture educative nella promozione dell’uguaglianza di genere e nella prevenzione della violenza, così da raccoglierne i risultati ottenuti e valutarne l’efficacia.

“Ringrazio la Commissione Sedec – commenta Donatella Porzi – per la fiducia accordatami. Nell’ambito del piano di lavoro della task force di genere, il mio parere intende individuare nella notevole frammentazione delle conoscenze e degli approcci territoriali le migliori pratiche esistenti, come la legge regionale “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini” e l’istituzione di una Commissione contro il femminicidio in Umbria, citando la mia regione, così da comprendere al meglio come l’UE decide di affrontare il tema della violenza di genere e coinvolgere le regioni nell’attuazione della Direttiva Europea. E’ sotto gli occhi di tutti che le criticità aumentano e che è necessario un impegno costante su un tema che non concede cali di attenzione”.

Secondo l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) nell’UE una donna su tre, ovvero circa 62 milioni, ha subito violenza fisica e/o sessuale e più della metà, circa il 55%, è stata vittima di molestie sessuali dall’età di 15 anni. Oltre alle enormi sofferenze individuali occorre considerare anche le conseguenze sociali di un fenomeno che colpisce intere famiglie e comunità, il cui costo in tutta Europa, come stimato dall’EIGE, ammonta a 366 miliardi di euro all’anno considerando i costi sanitari, sociali, di polizia e legali, nonché di perdita di produttività.

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