Dall'immagine alla materia passando per il filtro della tecnologia di ultimissima generazione. Il tutto utilizzabile anche da chi ha difficoltà, per le più svariate ragioni, nell'uso delle mani. L'appuntamento è per venerdì alle 16.30 al Laboratorio di Scienze Sperimentali. L'occasione è la presentazione di software reverse engineering e di sistemi di modellazione tridimensionale. Si tratta di un filone di divulgazione scientifica che il Laboratorio diretto dal professor Pierluigi Mingarelli dedica alle attività di apertura alla città, alle scuole, alle imprese ed alle aziende, ed alle associazioni di categoria, per fare conoscenza nel senso letterale della parola. Il tema è quello delle tecnologie di ultimissima generazione non ancora diffusamente note in Italia o comunque usate in contesti molto ristretti, quasi di nicchia per rari estimatori del settore. A spiegare di cosa si tratta ci saranno esperti che questi sistemi già li utilizzano applicandoli nella filiera di produzione. I software di reverse engineering consistono in sistemi informatici che producono la trasformazione, attraverso scansione tridimensionale, di un oggetto reale in un modello virtuale, sul quale è possibile lavorare per modificarlo e renderlo utilizzabile in attività di diversi settori quali meccanico e aeronautico, biomedicale, produzione di oggetti artistici e per oreficeria, industria dolciaria, calzature, progettazione in ambito edilizio ed architettonico fino al restauro dei beni culturali. Si passa poi alla “modellazione solida” e cioè la modellazione tridimensionale basata su un mini braccio meccanico, utilizzabile anche da chi ha difficoltà nell'uso delle mani, e consentono di modellare come se ad esempio si stesse lavorando realmente su un gioiello, un blocco di creta, una torta nuziale o un biscotto oppure un pane speciale, un componente di meccanica fine. Il tutto viene poi passato ad uno strumento che assomiglia ad un forno a microonde, e che è invece una fresa universale che realizza l'oggetto vero che diviene un modello da mandare poi in produzione. Andando a fare due esempi si potrà capire meglio di che si tratta. In buona sostanza un gioielliere che viene attratto da un particolare architettonico o da un qualsiasi elemento della natura, animali compresi, e li volesse trasformare in monili, non deve far altro che fotografarli. Quella foto viene poi analizzatala un software che la trasforma in un file tridimensionale. Quindi si passa alla parte della lavorazione in simulazione 3D. In pratica una sorta di avveniristico mouse dotato di estensioni e accessori particolarissimi consentesi lavorare il modello computerizzato come se fosse reale. Cioè è come se ci si trovasse in presenza dell'artigiano gioielliere impegnatosi un blocco d'oro a cui dare forma. Il virtuale consente di giungere senza sprechi di materiali, comprendendo anche la possibilità di correggere errori che nel reale determinerebbero il completo rifacimento del lavoro, al prodotto finale. Inoltre si può pure percepire a livello tattile la consistenza vera e la durezza dei materiali impiegati come se fossero utilizzati nel mondo reale, A lavoro completato si passa alla fresa universale che produce il modello che poi andrà in produzione. Stessa cosa per il pasticcere che volesse immettere sul mercato un prodotto dolciario nuovo,comprendendo in ciò dai biscotti fino alle torte nuziali. In questo caso il modello reale in 3D sarebbe solo un modello fatto con materiali speciali, ma utile al punto di far capire a chi lo ha progettato come dovrà essere fatta una torta o una semplice ciambella dolce. Le applicazioni di questo settore sono innumerevoli trovano laghissima area d'azione anche nella meccanica fine e nell'aeronautica.
COL COMPUTER SI POTRA' FARE UNA TORTA DA LANCIARE SUL MERCATO GRAZIE ALL'INFORMATICA TRIDIMENSIONALE
Mer, 10/06/2009 - 17:20