Migliaia di pellegrini sono saliti a Cascia giovedì 22 maggio per rendere omaggio a S. Rita nel giorno della sua festa liturgica e per deporre nelle “sue mani” il proposito di imitarne le virtù, in particolar modo quelle del perdono, della pace, della carità e della sofferenza. C’erano devoti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo; molti i giovani, i bambini, le donne in attesa di un figlio/a, le coppie di fidanzati e di giovani sposi. La giornata è iniziata molto presto, alle 5.00 con il suono festoso di tutte le campane della città di Cascia e con l’apertura della Basilica. Tantissimi pellegrini, in silenzio e con una rosa in mano, accolti dal rettore padre Mario de Santis, hanno sfilato dinanzi ai resti mortali della Santa affidandole le gioie e le sofferenze della vita.
Intorno alle 7.30 le monache agostiniane hanno inviato un sms a tutte quelle persone in un qualche modo collegate col Santuario: “Nel giardino di Santa Rita tu sei la sua rosa prediletta. Ovunque tu sia, ti accompagna la nostra preghiera. Buona festa!”. Alle 10.00 è giunto sul sagrato della Basilica il corteo storico che ripercorre la vita di S. Rita, seguito da una sua reliquia portata dal pro-rettore del Santuario di Roccaporena mons. Vincenzo Alimenti e dalla statua che la raffigura, omaggiata con rose rosse dai moltissimi devoti. Cospicuo il numero di autorità civili e militari presenti. Diversi volontari, coordinati dal personale della Basilica, hanno assistito i pellegrini.
Il solenne pontificale è stato presieduto dal card. James Michael Harvey, arciprete della basilica papale di S. Paolo fuori le Mura in Roma. Con il Porporato hanno concelebrato: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, che ha fatto gli onori di casa; il vescovo emerito di Orvieto-Todi mons. Giovanni Scanavino; il vescovo di Gap et Emburn (Francia) mons. Jean Michel Di Falco; il vescovo di Nkongsamba (Camerun) mons. Dieudonné Espoir Atangana; il priore generale degli agostiniani padre Alejandro Anton Moral; il provinciale per l’Italia degli agostiniani padre Luciano de Michieli; diversi sacerdoti diocesani e religiosi. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale “Musica Nova” di Reggio Calabria. Umbria Radio ha seguito in diretta la celebrazione, alla quale erano presenti anche le donne che, la sera del 21 maggio, hanno ricevuto il Premio Internazionale S. Rita 2014: Elisabetta Parmegiani per aver non solo perdonato ma anche pregato per Francesco che ha abusato di sua figlia Carla, lasciandola in fin di vita senza soccorrerla, in mezzo alle neve vicino l’Aquila; Mariella Cantamessa per aver perdonato colui che ha investito e ucciso sua figlia Eleonora insieme all’indiano che stava soccorrendo, lungo la strada di Trescore Balneario in provincia di Bergamo; Maria Teresa Badano per aver accompagnato, insieme al suo sposo Ruggero, il lungo e doloroso cammino verso il Cielo della figlia Chiara Luce, beatificata il 25 settembre 2010 nel Santuario del Divino Amore a Roma; Anna Maria Brizzi, di Collestatte di Terni, per aver vissuto, sulla scia di S. Rita, con grande forza d’animo e una fede salda, l’autismo di suo figlio Michele e la perdita di suo marito Enio. Ancorata in Dio e in S. Rita trova tuttora il tempo per un impegno pastorale in parrocchia.
«Venire a Cascia – ha detto il card. Harvey all’inizio dell’omelia – è sempre un’esperienza bellissima, intensa, ricca di emozione e di suggestioni. Direi che voi, abitanti di questa terra, dal punto di vista spirituale siete fortunati, perché praticamente tutto parla di Dio, tutto è voce di Dio. Questo territorio è segnato profondamente da una delle tante figure meravigliose della Chiesa cattolica: Rita di Roccaporena. Nei suoi resti mortali vediamo il corpo esile di una donna piccola di statura ma grande nella santità, conosciuta nel mondo intero per la sua eroica esistenza cristiana di sposa, di madre, di vedova e di monaca. Il suo messaggio ci fa capire che la santità può fiorire in ogni condizione sociale. Ella – ha proseguito Harvey – nel corso della vita si abbandonò totalmente nelle mani del Signore: qui sta il segreto della sua serenità in ogni prova. Come la rosa, Rita ha saputo fiorire, nonostante le spine che la vita le ha riservato, donando il buon profumo dell’amore di Cristo e portando luce e tepore in tanti cuori, bui e freddi». Essere devoti di questa Santa, dunque, esige impegno e conversione di cuore.
«L’umile donna di Roccaporena – ha continuato il Cardinale – insegna che all’esperienza di generare frutti buoni si devono associare sentimenti cattivi, abitudini che rendono l’uomo egocentrico ed egoista, atteggiamenti irriguardosi e violenti, pensieri maliziosi, supposizioni malevole, invidie, gelosie ed inutili orgogli. È qui allora che con determinazione siamo chiamati a potare, a correggere: questi tagli, talora molto dolorosi, purificano la nostra vita e fanno scorrere con maggiore freschezza la linfa dell’amore del Signore». Dopo l’omelia il Cardinale ha letto la supplica a S. Rita e, al termine della Messa, ha benedetto le rose e gli oggetti devozionali. Prima di lasciare Cascia, il Porporato si è recato in preghiera all’interno dell’urna di S. Rita ed ha incontrato la comunità delle monache agostiniane.