Caritas Diocesana, aumentano le richieste d'aiuto. In forte crescita quelle degli italiani - Tuttoggi.info

Caritas Diocesana, aumentano le richieste d'aiuto. In forte crescita quelle degli italiani

Redazione

Caritas Diocesana, aumentano le richieste d'aiuto. In forte crescita quelle degli italiani

Gio, 23/02/2012 - 12:34

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Il digiuno e l’elemosina che, insieme alla preghiera, caratterizzano il tempo della Quaresima trovano concretezza nella vicinanza della Chiesa di Spoleto-Norcia alle famiglie colpite dalla crisi economica e dalla conseguente perdita di lavoro. Da alcuni mesi, infatti, un numero sempre maggiore di uomini e donne bussa alle porte della Caritas diocesana, per trovare un aiuto in grado di alleviare la loro condizione di povertà ed indigenza e per guardare avanti con più speranza. Nello specifico, nei primi due mesi del 2012 le persone – in forte crescita quelle italiane – che si sono rivolte alla Caritas sono aumentate notevolmente rispetto allo stesso periodo del 2011. Lievitate anche le domande per poter accedere al Fondo di Solidarietà delle Chiese umbre: la maggior parte sono nuclei familiari con figli minori a carico, dove è venuto meno l’unico stipendio e dove è cessata la cassa integrazione guadagni.

Da segnalare che anche alcune imprese individuali, in crisi per mancanza di commesse, hanno chiesto di poter accedere al suddetto Fondo. La gente – oltre agli aiuti alimentari – chiede alla Caritas un contributo per pagare le utenze domestiche: spesso l’intervento della Caritas, in accordo con i Servizi Sociali dei Comuni, ha evitato l’interruzione della fornitura di acqua, metano o gas, ed energia elettrica. Nelle cinque domeniche di quaresima, allora, le offerte raccolte nelle chiese della Diocesi verranno devolute proprio alle famiglie in crisi economica: è un piccolo gesto di vicinanza che vuole esprimere la presenza e la condivisione della comunità ecclesiale a chi vive situazioni di disagio. Inoltre, proprio nel periodo quaresimale, lunedì 27 febbraio, riapre la Mensa della Misericordia, chiusa da una ventina di giorni per effettuare lavori di ordinaria manutenzione.

Mercoledì 22 febbraio la Chiesa, con il rito dell’imposizione delle ceneri, è entrata nel tempo salutare della Quaresima, cioè i quaranta giorni di “cammino” che portano alla Pasqua di Resurrezione. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha presieduto la liturgia del mercoledì delle ceneri nel Santuario della Madonna di Loreto a Spoleto. Ricevendo le ceneri le persone si sono sentite dire: “Convertiti, e credi al vangelo”, eco della prima predicazione di Cristo. Questo stesso appello risuonerà per tutta la durata della Quaresima, un tempo che non si sceglie, ma che è offerto, un tempo di conversione, di digiuno, di elemosina e di preghiera. In questo periodo la Scrittura più volte richiamerà i cristiani ad essere veri e autentici dinanzi a Dio, a convertirsi iniziando da un profondo atto di onestà e di verità interiore.

«Gesù – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – invita a non costruirsi una faccia davanti al prossimo ma, all’opposto, accettare di “perdere la faccia” davanti a Dio; in altre parole, lasciare che il giudizio di Dio, che è pur sempre così amorevole e paterno, scenda fin nel profondo del cuore, metta a nudo i segreti della coscienza, sveli ciò che spesso non vorremmo svelare neppure a noi stessi. Accettare questo sguardo purificante e salvatore che ci fa perdere ogni pretesa, ogni convinzione o illusione di essere giusti e ci induce a presentarci davanti a Dio così come siamo, povera gente, peccatori, malati, bisognosi di misericordia: questo è l’atteggiamento che ci salva. L’elemosina verso i poveri, anche se è piccola, – prosegue l’Arcivescovo – ci aiuta ad alzare gli occhi da noi stessi e ad avere compassione per chi stende la mano in cerca di aiuto. La preghiera, poi, non è moltiplicare le parole e i gesti: è porsi nel silenzio e ascoltare le Sante Scritture che ci riportano alla Parola di Dio. Il digiuno, infine, ci aiuta a rinunciare alla concentrazione su noi stessi, al nostro egocentrismo e anche alla smania del consumo che rende la nostra vita inquieta e triste».

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