Bando ristorazione scolastica, Città di Castello, San Giustino e Citerna insieme per gestione appalto - Tuttoggi.info

Bando ristorazione scolastica, Città di Castello, San Giustino e Citerna insieme per gestione appalto

Redazione

Bando ristorazione scolastica, Città di Castello, San Giustino e Citerna insieme per gestione appalto

Presentato in commissione "Servizi e Partecipazioni" l'accordo fra i tre Comuni
Mar, 27/06/2017 - 16:12

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Città di Castello, San Giustino e Citerna tornano insieme nella gestione in forma aggregata dell’appalto del servizio di ristorazione scolastica, grazie ad un accordo di programma che consentirà di conseguire prezzi maggiormente competitivi, abbattere l’impatto ambientale, assicurare la tutela dei diritti umani lungo l’intera catena di fornitura e salvaguardare la qualità delle mense che lavoreranno per gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado

Lo ha annunciato l’assessore alla Scuola Rossella Cestini nella seduta della commissione “Servizi e Partecipazioni” di ieri (lunedì 26 giugno), nella quale è stata presentata l’intesa raggiunta tra i Comuni più a nord dell’Alta Valle del Tevere per la gestione unificata delle procedure di gara per l’affidamento del servizio di ristorazione scolastica (approvvigionamento, preparazione pasti, veicolazione) e per l’affidamento delle funzioni ausiliarie connesse (distribuzione, sporzionamento), per le quali l’amministrazione tifernate sarà stazione appaltante.

L’accordo di programma passerà al vaglio dei Consigli comunali, che dovranno licenziarlo per avviare le successive procedure di appalto del servizio. Nella riunione di ieri, alla presenza del dirigente del settore Istruzione ed Educazione Marina Vaccari e del funzionario Rita Conti, i consiglieri comunali hanno approfondito alcune questioni riguardanti il servizio di ristorazione scolastica emerse negli ultimi mesi, in particolare quelle riguardanti i quantitativi delle pietanze somministrate nelle mense, con Marco Gasperi (M5S) che ha chiesto conto della riduzione delle porzioni, del problema della ripartizione dei pasti tra i bambini per la presenza di famiglie impossibilitate a sostenere i costi del servizio e delle azioni intraprese dall’ente per affrontare la situazione e la gestione dei cosiddetti “pasti solidali”. L’esigenza di comprendere cosa si intenda per tutela dei diritti umani nella filiera di fornitura e le modalità di applicazione del chilometro zero è stata avanzata da Cesare Sassolini, con Gaetano Zucchini (Pd) che ha plaudito all’accordo di programma e ha sottolineato il valore educativo delle scelte etiche compiute dal Comune per il servizio di ristorazione, quali la lotta allo spreco alimentare e l’eliminazione della plastica.

Benedetta Calagreti (Psi) ha chiesto chiarimenti sulla valutazione del criterio economico nel bando di appalto. Nel chiarire che sul bando è prematuro dare qualunque indicazione al momento, ricordando che “le valutazioni economiche sono vincolate dalle normative, ma che comunque sarà privilegiata la qualità del servizi e non il risparmio”, l’assessore Cestini ha spiegato che le problematiche sui quantitativi delle porzioni sono emerse nel momento in cui i menù sono stati modificati per uniformarli alle nuove linee di indirizzo regionali e non per la redistribuzione dei pasti a favore dei bambini con difficoltà economiche e che la questione è stata superata dall’amministrazione mediante “un ampio confronto con le famiglie e un’interpretazione delle normative regionali che ha portato alla definizione di quattro fasce d’età in base alle quali differenziare le quantità di cibo”.

Sui pasti solidali per assicurare il servizio mensa è stato chiarito che la responsabilità degli interventi ricade sulle direzioni didattiche, che a seconda dei casi valutano come gestire i quantitativi in un contesto di riduzione dello spreco alimentare. Altra azione prioritaria indicata dall’assessore è stata quella dell’eliminazione della plastica dalle mense, nel quadro di scelte di campo etiche e qualitative che privilegiano le produzioni biologiche, il chilometro zero per quanto reso possibile dalle capacità produttive locali e la tutela dei diritti umani nelle fasi produttive, contro lo sfruttamento della manodopera.

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