Accertamenti dopo la morte del bancario di Spoleto come atto dovuto in questi casi. La Procura esclude collegamenti con altre indagini
Aperta una indagine – contro ignoti – per istigazione al suicidio dopo la morte del cinquantenne bancario di Spoleto morto per un colpo di fucile giovedì scorso. Si tratta di un atto dovuto per compiere tutti gli accertamenti sulla morte dell’uomo – molto conosciuto e stimato in città – che si è tolto la vita pochi giorni dopo essersi licenziato dall’istituto di credito per cui lavorava da oltre 20 anni (negli ultimi anni a Terni).
A confermare l’apertura del fascicolo è il procuratore capo di Spoleto Alessandro Cannevale.
L’autopsia sulla salma del cinquantenne è stata effettuata nei giorni scorsi e sono in corso ulteriori accertamenti (il corpo non è stato ancora riconsegnato alla famiglia). Al momento, comunque, non sarebbero emersi elementi di rilievo.
In una nota, tra l’altro, la Procura esclude collegamenti con altre inchieste aperte anche presso altre Procure come qualcuno aveva lasciato intendere di recente.
Mentre da quanto apprende Tuttoggi.info, la banca dalla quale il cinquantenne si era licenziato – per andare in un altro istituto di credito – avrebbe aperto una indagine interna.
Il bancario spoletino si era tolto la vita nel garage della sua abitazione utilizzando un suo fucile. Sin da subito era emersa l’ipotesi di un gesto volontario, nonostante l’uomo non avrebbe lasciato nulla di scritto. E, come è prassi in questi casi, sulla tragedia è stata aperta una indagine.
(Ultimo aggiornamento alle 20.30)