E' finito in manette per associazione a delinquere, per una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio e contro la persona con l'uso di armi ed esplosivi, nonché per aver illegalmente detenuto armi, munizioni ed esplosivi. Con queste accuse è stato arrestato a Castel Ritaldi Giuseppe Longo, operaio trentenne d'origine catanese ma da tempo residente nello spoletino.
Fisico palestrato, padre di una bambina, Longo è considerato il quarto uomo accusato di essere tra i responsabili dell'attentato dinamitardo ai danni della Xanitalia, azienda cosmetica pesarese, compiuto il 23 maggio scorso. I carabinieri, un mese fa, avevano arrestato quelli che ritengono i suoi complici: Enzo Cadili, Michele Varotto e Santo Polistena.
Le manette ai polsi di Longo sono scattate nella tarda serata di giovedì. La notizia ha fatto ben presto il giro del piccolo paese di Castel Ritaldi, ma anche dell'intero comprensorio spoletino, fino a rimbalzare sui giornali e sui siti nazionali.
L'operaio spoletino è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Pesaro il 13 ottobre.
L'accusa per Longo si riferisce in particolare alla pistola utilizzata per sparare i colpi contro l'abitazione e l'autovettura del titolare dell'azienda cosmetica, Franco Signoretti, e all'esplosivo utilizzato per danneggiare la ditta Xanitalia. Tra i capi d'imputazione anche il tentativo – in concorso con Cadili, Varotto e Polistena – di rapinare il gestore del night club 'Tiffany' di Montecchio (Pesaro) il 1 agosto.