Arriva il prestito per ristrutturare il Curi. Ma è davvero una buona notizia per Perugia e il Perugia?

Arriva il prestito per ristrutturare il Curi. Ma è davvero una buona notizia per Perugia e il Perugia?

Massimo Sbardella

Arriva il prestito per ristrutturare il Curi. Ma è davvero una buona notizia per Perugia e il Perugia?

Ven, 15/12/2023 - 09:27

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L'impianto, come la società che lo usa, nel limbo: come sono lontani i tempi dei capitani d'industria che fecero grande il Grifo...

“Buone notizie per lo stadio Renato Curi”. Inizia così la nota con cui l’amministrazione comunale di Perugia ha annunciato l’accoglimento, da parte del Credito Sportivo, della richiesta presentata dall’Ente per un mutuo di 5,3 milioni di euro per ristrutturare lo stadio Curi. “Impianto identitario della città di Perugia – prosegue la nota – e e tra i più amati dagli appassionati di calcio”.

Ma è davvero una buona notizia? Certo, se si guarda alle condizioni in cui i tifosi del Grifo hanno dovuto assistere alle partite casalinghe degli ultimi anni, non si può che sorridere di fronte alla prospettiva di vedere attuati quei lavori che impediranno allo stadio Curi – l’impianto del Grifo dell’imbattibilità, intitolato a un giocatore simbolo che su quel terreno perse tragicamente la vita – di “venir giù” prima di arrivare a festeggiare i 50 anni di vita.

I lavori di adeguamento statico e sismico, una volta terminati, consentiranno la riapertura di Gradinata e Curva Sud. Settori chiusi, ma comunque ormai da anni disertati da una tifoseria mai in sintonia con la società e che del resto, tranne poche eccezioni, non è stata ripagata dallo spettacolo almeno sul terreno di gioco.

Quel terreno che, annuncia il Comune, con i soldi del mutuo potrà essere sottoposto ad adeguata manutenzione. La parte restante servirà per adeguare i bagni e installarne di nuovi. Il minimo per ridare dignità ad uno spazio ad uso pubblico.

Rispetto all’impianto realizzato da Ghini, Temperini e dagli altri capitani d’industria che costruirono lo stadio insieme a un grande Perugia, non scindendo mai l’aspetto sportivo da quello imprenditoriale, poco cambierà del vecchio Curi. L’unico settore coperto del Curi resterà la Tribuna, su cui è già intervenuto il Comune con fondi propri. Come fatto per la Curva Nord, cantiere nei mesi in cui il Perugia di Castori affondava, gettando le nefaste premesse per una stagione poi culminata con la retrocessione, la seconda della gestione Santopadre.

Il presidente continua a ripetere che il Perugia è in vendita. E circola anche la cifra necessaria per acquistarlo: 3 milioni. Al netto, presumibilmente, di altri conti in sospeso. Lamentando che, al di là di alcune sirene e di una trattativa che sembrava ben avviata con l’intermediazione dello studio Benigni e che poi si è conclusa con un nulla di fatto al momento di mettere sul tavolo carte firmate e soldi, all’orizzonte non si vedono acquirenti. Con gli imprenditori locali che, al massimo, decidono di confermare la sponsorizzazione pur nella categoria inferiore. E chi lo fa va anche ringraziato.

La mancanza di forze economiche locali da un lato e lo scarso interesse di investitori da fuori regione o stranieri dall’altro, in un mondo del calcio dove, pur tra tanti fallimenti, si continuano a investire cifre importanti, deve far riflettere non solo sul futuro del calcio a Perugia, ma sulle prospettive per questa città. Che cerca di curarsi dai suoi malanni, aspettando che arrivi la pozione magica.

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