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Appaltopoli, la sentenza / Condannato “comitato d’affari Provincia” / Aggiornamenti

Sara Minciaroni

Appaltopoli, la sentenza / Condannato “comitato d’affari Provincia” / Aggiornamenti

Le richieste di assoluzione sarebbero state tutte rispettate, mentre tra le condanne ci sarebbero anche alcuni imprenditori
Ven, 16/01/2015 - 19:25

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E’ uscita la sentenza del processo Appaltopoli. Un dispositivo molto articolato che in questi minuti i legali stanno analizzando. Di certo ci sono diverse condanne che riguardano il “comitato d’affari” che come aveva spiegato il pm Comodi gestiva le gare d’appalto della Provincia. Le richieste di assoluzione del pm sarebbero state tutte rispettate. Gli imputati che ricordiamo erano 43 a vario titolo per i reati di associazione a delinquere, corruzione, falso e turbativa d’asta, sono stati in alcuni casi assolti per alcuni capi di imputazione e condannati invece per altri.

Tra i condannati: Barbieri (4 anni), Patumi (5 anni) e Marazziti (5 anni e 4 mesi) i tre funzionari della Provincia di Perugia sono stati condannati per reato associativo (capo a) insieme a Lupini direttore tecnico della Seas (4 anni e 10 mesi),  Gervasi (3 anni e 10 mesi), Nanni (2 anni e sei mesi), Rinalducci condannato  a 2 anni e 2 mesi come Betti, Baldelli e Pagnotta condannati a 2 anni. Bocci, Mezzasoma e Pelliccia condannati ad 1 anno e 8 mesi. Sei mesi di condanna anche al funzionario Anas Pasquini.Il Lupini secondo l’accusa “gestiva con la Barbieri e i suoi superiori Maraziti e Patumi, l’assegnazione dei lavori pubblici gestiti dalla Provincia, indicando di volta in volta le imprese da invitare alla gara(…) che ricevevano precise indicazioni sulle offerte da formulare e sulle percentuali di ribasso, e quelli che non avrebbero dovuto presentare offerte. Per poi raccogliere presso il vincitore il compenso da distribuire ai funzionari compiacenti”. 

Tra gli assolti: Carini, Biselli e Bico. Assolti anche Pecci e Fagotti (presidente della Sase) perché il fatto non sussiste (erano imputati per un falso ideologico). Assolti anche Giallongo, Pompili, Marcucci e Mariani, Topo, Commodi, Sensini, Gigli, Piccionne, Ricci, Corbo, Brunelli, Bondini, Gellini, Mariani, Aglini. Anche Mazzocchi e Terzoli sono stati assolti dal così detto filone “guardia di finanza”.  Per la Provincia assolti anche Fioriti e Garritano.

L’accusa. “Continuavo a ripetermi ma io senza intercettazioni come faccio a fare una requisitoria che abbia un filo logico. Mi sono resa conto con stupore che per ciascun capitolo ci sono degli elementi, che io non so se voi riterrete o meno sufficienti, ma ci sono degli elementi già così gravi da farmi dire che effettivamente questa istruttoria non è stata fatta totalmente invano”. Con questa frase tratta dalla lunghissima requisitoria, del pm Manuela Comodi, viene riassunta “Appaltopoli”, la maxi inchiesta che nel 2008 ha minato la serenità dei pubblici uffici perugini.

Appaltopoli, “un comitato d’affari per gestire le gare” / Il processo

Un “comitato d’affari”che avrebbe gestito l’assegnazione, previo pagamento di tangenti, degli appalti della Provincia di Perugia. Questo è “appaltopoli” il maxi processo di Perugia che ha visto imputate a vario titolo 43 persone per i reati di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, truffa e falso ideologico. Nei lunghi mesi del processo l’accusa  ha ripercorso tutte le fasi delle indagini, condotte dal capo della Mobile Marco Chiacchiera, e tutti i ruoli che secondo l’accusa avrebbero avuto le 54 persone e le 5 aziende coinvolte.

Determinante nel procedimento è stata l’emissione dell’ordinanza con cui il tribunale ha dichiarato inutilizzabili le intercettazioni telefoniche, punto cardine di tutta l’inchiesta. Ma la Procura ha tirato dritto chiedendo anche la revoca dell’ordinanza. Un processo “monco” di fatto senza la possibilità di leggere in aula il contenuto di quelle telefonate “compromettenti” nelle quali, secondo l’accusa, imprenditori, intermediario e funzionari pubblici si accordavano per decidere chi dovesse aggiudicarsi i lavori. Lupini Massimo, Carini Carlo, Mariotti Gino, Piselli Paolo, Bico Dino, Maraziti Adriano, Patumi Fabio e Maria Antonietta Barbieri sarebbero stati loro, secondo la Procura, a capo di un vero e proprio comitato d’affari che garantiva l’assegnazione di appalti in cambio di mazzette.

Appaltopoli, le richieste di condanna e assoluzione del maxiprocesso

Le condanne richieste dal pm Comodi Adriano Maraziti e Fabio Patumi 7 anni di reclusione; Massimo Lupini anni 6;  Maria Antonietta Barbieri  5 anni e 6 mesi; Lucio Gervasi 4 anni; ; Carlo Carini 5 anni e 6 mesi; Gianni Pecci e Mario Fagotti 2 anni e 6 mesi; Venera Giallongo 2 anni e 6 mesi e 500 euro di multa; Massimo Mariani 2 anni e 400 euro di multa; Giovanni Rinalducci anni 3 mesi 6 di reclusione; Amleto Pasquini anni 3 di reclusione; Carlo Terzoli (già comandante della Regione Umbria della Guardia di Finanza) e Massimo Mazzocchi (maresciallo capo della Guardia di Finanza Regione Umbria) anni 3 mesi 6 di reclusione.Per Giovanni Rinalducci il pm chiede 3 anni e 6 mesi. Due anni e sei mesi per Ettore Marcucci, Silvio Topo, Corrado Bocci, Fabrizio Mezzasoma, Orfeo Brunelli, Francesco Commodi, Marcello Betti, Francesco Pagnotta, Ilario Pelliccia, Maurizio Nanni, Ermanno Piccionne, Stefano Ricci, Roberto Corbo, Brenno Aglini e Alessandro Pecci.

I risarcimenti chiesti alle aziende Per Appalti Lazio srl; Tecnostrade srl; Ediltevere spa; Seas spa il pm ha chiesto 258 mila euro di risarcimento danni, mentre per la Costruzioni edili srl, la richiesta è stata di 100 mila euro

Le richieste di assoluzione E’ stata invece chiesta l’assoluzione per Riccardo Fioriti e Gianfranco Garritano, rispettivamente ex assessore provinciale alla viabilità ed ex dirigente dell’ufficio bilancio della Provincia di Perugia. Assoluzione chiesta anche per Riccardo Pompili, Paolo Piselli, Dino Bico e Marco Bondini.Luigi Sensini e Adriano Gigli.

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