Aeroporto internazionale dell’Umbria, UniCredit non lascia e… prova il raddoppio. Da piazza Gae Aulenti (combinazione, l’archistar che ha progettato l’ultimo restyling dello scalo umbro) non solo hanno deciso di restare in Sase (di cui UniCredit detiene il 7,7% del capitale), ma sono pronti ad accompagnare il piano finanziario dell’aeroporto San Francesco di Assisi.
Aeroporto, primo volo con Palermo:
le prossime rotte
UniCredit non lascia, dunque. Anzi, prova il raddoppio. Non mettendo ulteriormente mano alla borsa, ma provando a reperire nuovi partner finanziari per lo scalo umbro, in perenne ricerca di fondi. Perché se i conti finora sono stati tenuti in ordine, è innegabile che l’aeroporto non ha reso secondo le aspettative, in termini di servizi per gli umbri e soprattutto di porta d’accesso in Umbria di turisti da tutto il mondo.
Risiko bancario, mosse a fari spenti
e i dossier sul tavolo di Palazzo Donini
Ecco perché anche Sase è nel dossier partecipate della Giunta regionale. Che vuole provare a dare la svolta all’aeroporto, anziché limitarsi all’obolo annuale.
E allora, scongiurata l’uscita di scena di UniCredit, da Palazzo Donini è stato proposto all’istituto di credito una mission non proprio impossible, ma certamente ardua, specie di questi tempi: trovare ulteriori partner finanziari disposti a scommettere sull’aeroporto umbro. Che ha già nel nome, San Francesco di Assisi, il segno del suo più grande potenziale. Ma che sconta le piccole dimensioni dell’Umbria e la concentrazione di piccoli scali in Italia. Problema, quest’ultimo, che l’Umbria prova a trasformare in un elemento di forza, con la recente costituzione dell’Associazione nazionale degli aeroporti regionali (Aira). Presieduta da Salvatore Ombra, presidente di Airgest, la società di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi, con cui lo scalo umbro ha rinnovato i collegamenti.