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Acciaierie di Terni, convegno al centro multimediale sulla strategicità del polo ternano

Redazione

Acciaierie di Terni, convegno al centro multimediale sulla strategicità del polo ternano

Lun, 12/11/2012 - 12:11

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Si è svolto questa mattina un convegno al Centro Multimediale sulla produzione dell'acciaio e sulla strategicità del sito ternano nell'ambito di questa filiera. In un clima arroventato, tra lo sciopero generale del 14 novembre e la vicenda della fusione Outokumpu Inoxum, i sindacati hanno voluto lanciare un progetto di sostenibilità del polo siderurgico ternano, tracciando un quadro della situazione attuale e avanzando interessanti proposte in termini di regolarizzazione della produzione europea. Si riporta di seguito la relazione delle Segreterie Provinciali Terni e RSU Gruppo Acciai Speciali Terni

LA SFIDA DEL SETTORE ACCIAIO INOSSIDABILE – Senza l’acciaio, non sarebbe possibile alcun progresso. Quasi la metà (più del 40%) dell’attuale produzione mondiale di acciaio deriva da acciaio riciclato. Oltre il 99% dell’acciaio di un’automobile viene riciclato. Più del 60% dell’acciaio delle lattine è riciclato. L’84% dell’acciaio in un edificio demolito viene riciclato I prodotti che contengono acciaio possono dare origine, alla fine del loro ciclo di vita utile, a nuovi e migliori acciai per altre applicazioni, rispondendo pienamente al nuovo concetto di sostenibilità “dalla culla alla culla” (cradle to cradle). Grazie al riciclo dell’acciaio (all’interno della catena produttiva e dai prodotti a fine vita) si ottiene una produzione sostenibile che consente la riduzione del consumo di risorse naturali e di energia, una minor emissione di CO2 e una minor produzione di rifiuti.

Oltre al riciclo dell’acciaio, il settore siderurgico è impegnato a promuovere e massimizzare il riutilizzo dei residui e dei sottoprodotti derivanti dai processi produttivi (come scorie e polveri), sia all’interno del medesimo ciclo produttivo, sia in altri processi industriali, contribuendo così a minimizzare la produzione e lo smaltimento di rifiuti e favorendo il risparmio di risorse ed energia (si veda a questo proposito il capitolo dedicato alla gestione dei residui).

La Cina, primo produttore mondiale di acciaio, è responsabile da sola di oltre il 50% delle emissioni di CO2 globalmente imputabili alla siderurgia e questa percentuale, in considerazione del tasso di sviluppo e della installazione di nuova capacità sul suo territorio, è costantemente crescente negli anni.

I vincoli sempre più restrittivi imposti unilateralmente dall’UE e la conseguente incidenza del costo dei diritti di emissione e del costo dell’energia sul prezzo dell’acciaio prodotto in Europa, rischiano di minare alla base le possibilità dell’industria di competere con successo sul mercato globale.

DOMANDA: PERCHE’ MANCA L’INOX DALL’ELENCO OBBLIGATORIO DI CERTIFICAZIONE?
La marcatura CE è un contrassegno che deve essere apposto su determinate tipologie di prodotti dal fabbricante stesso che con essa autocertifica la rispondenza (o conformità) ai requisiti essenziali per la commercializzazione e utilizzo nell' Unione Europea. L'apposizione del marchio è prescritta per legge per poter commercializzare il prodotto nei paesi aderenti allo Spazio economico europeo (SEE).
Esempi di alcune direttive che richiedono il marchio CE sono la direttiva bassa tensione, la direttiva macchine, la direttiva compatibilità elettromagnetica, la direttiva per i sistemi in pressione, la direttiva per i dispositivi medici.
Il simbolo CE significa “Conformité Européenne”, ed indica che il prodotto che lo porta è conforme ai requisiti essenziali previsti da Direttive in materia di sicurezza, sanità pubblica, tutela del consumatore, ecc. pertanto non rappresenta un marchio di qualità del prodotto.
Se i prodotti risultano privi della marcatura CE, la sanzione a carico dei produttori, importatori e/o commercianti ed installatori potrà essere il ritiro dal commercio e il divieto di utilizzazione.
Le autorità pubbliche sono dotate del potere di imporre la sospensione dei lavori e del blocco delle attività commerciali dell'edificio in cui sono installati i prodotti fuori legge.
Oltre alle sanzioni civili ed eventualmente quelle penali, si ricorda che in caso di prodotti non a norma, sul piano contrattuale e commerciale il rapporto di compra-vendita è nullo ai sensi dell' art. 1418 del codice civile. Quindi si può non procedere al pagamento, si può rendere la merce, si possono richiedere danni eventualmente subiti, anche a distanza di 5 anni.
Se i prodotti risultano abusivamente marcati CE, cioè se sul prodotto viene utilizzata la marcatura CE senza avere effettivamente adempiuto alle direttive della norma di riferimento, si profila il reato di truffa, oltre a quanto sopra enunciato.

Le direttive comunitarie hanno lo scopo di definire la linea guida necessaria a ciascun stato membro per legiferare, ed è previsto che siano lasciati a ciascuno stato membro dei margini di decisione. Può avvenire quindi che la stessa direttiva venga recepita dai diversi stati con alcune differenze.

La Direttiva Europea 89/106/CEE recepita in Italia con il Dpr 246/93 ha l'obiettivo di assicurare la libera circolazione dei prodotti da costruzione per il superamento di qualsiasi barriera protezionistica nazionale nei paesi della Comunità Europea.
COSA ABBIAMO CHIESTO COME ORGANIZZAZIONI SINDACALI PROVINCIALI ALLA COMMISSIONE EUROPEA.
Una normativa europea, chiara semplice e trasparente che sia in grado di certificare l’utilizzo finale dell’acciaio inox , della sua composizione chimico-fisica e che sia in grado di porre argine ai prodotti non certificati provenienti da importazioni selvagge da paesi che non sono in grado di produrre acciai certificati.
La Comunità Europea è in grado di emettere normative sull’etichette dei cibi, sul confezionamento, sulle regioni che le debbono produrre, sulle quantità e momenti pure sulle dimensioni dei prodotti. Certifica la qualità del cibo che come cittadini mettiamo in bocca, ma non certifica l’acciaio che utilizziamo per mettere in bocca lo stesso cibo garantito e certificato.

LE SCORIE UNA RISORSA. LE OPPORTUNITA’ PER IL SITO DI TERNI: RIUTILIZZO DELLE SCORIE DEI FORNI ELETTRICI E DEGLI IMPIANTI AFFINATORI AOD

Tra i principali residui dei processi di produzione dell’acciaio meritano particolare considerazione le scorie siderurgiche. La scoria derivante dal processo d’altoforno, chiamata loppa, è oggi riconosciuta a tutti gli effetti come “sottoprodotto” ed è un materiale inerte che, una volta granulato, ha caratteristiche tali da renderlo ideale come materia prima per la produzione di una particolare varietà di cemento.
Il suo completo impiego nei cementifici porta a un duplice vantaggio, sia in termini di risparmio di risorse vergini di cava, sia in termini di riduzione di emissioni di CO2, poiché il suo utilizzo consente un significativo risparmio energetico nel processo di produzione del cemento.

La scoria da forno elettrico, pur vantando una composizione tale da renderne tecnicamente possibile e auspicabile un suo pieno riutilizzo in una serie diverse applicazioni (sottofondi e manti stradali, massicciate e riempimenti, platee di fondazione di edifici, ecc.) a oggi, a livello nazionale, trova un impiego solo parziale e non viene sufficientemente valorizzata per garantire un recupero al 100% ed eliminare del tutto il ricorso alla discarica.

Tra gli altri esempi di valorizzazione dei residui derivanti dai processi siderurgici, già in molti casi attuati, ma che potrebbero trovare ulteriore sviluppo in futuro, si possono citare il recupero dello zinco presente nelle polveri derivanti dal trattamento fumi, l’impiego della scaglie di laminazione (ossido di ferro) in diverse applicazioni, la rigenerazione dell’acido cloridrico esausto derivante dal processo di decapaggio.

L’attenta gestione delle risorse energetiche è per la siderurgia un elemento fondamentale della propria strategia di sviluppo.

L’obiettivo del settore siderurgico, in particolare della filiera elettrica, è quello di massimizzare il recupero, riuso, riciclo, risparmio (il cosiddetto approccio 4R) dell’acciaio, attraverso la concezione, la sperimentazione e l’adozione di nuove tecnologie. Il settore è infatti impegnato nella prevenzione della generazione degli scarti insieme ad un aumento del riciclo dei sottoprodotti.

La destinazione della scoria prodotta dalle acciaierie a forno elettrico, evidenzia come negli ultimi anni il ricorso alla discarica si sia comunque significativamente ridotto a vantaggio dell’avvio al recupero.

PERCHE’ FARLO.
Il conferimento in discarica dei residui di lavorazione non è un ciclo infinito e per il sito di Terni, a breve, potrà divenire un serissimo problema che, se non adeguatamente risolto, potrebbe portare, inevitabilmente, alla chiusura delle sua parte fusoria, ad aggravi insostenibili di costi, alla perdita della competitività legata al ciclo integrato fino ad arrivare a conseguenze ancor più gravi e dolorose.

Le autorizzazioni per il conferimento nella nuova discarica sono una soluzione temporanea che con gli ipotetici quantitativi fusori stimati (1,5 Milioni di Tonnellate anno di fuso) danno un arco temporaneo di respiro che si aggira intorno ai tre – cinque anni.

IL PROGETTO.
Sul “fronte ambientale”, sono da seguire con molto interesse gli sviluppi del progetto per la caratterizzazione della scoria dei forni elettrici e degli impianti affinatori AOD, per individuare i suoi possibili utilizzi (con riferimento alla normativa nazionale sulla classificazione dei rifiuti di cui al Decreto Legislativo 152/06). La fase uno di ricerca risulta essere completa dall’ISRIM ed è stata presentata dall’Ast all’Aia in virtù di una delle prescrizioni dell’AIA rilasciata a TK AST,
Al momento, la prima parte del progetto, quella relativa alla caratterizzazione, così come è stato possibile apprendere, confermerebbe che la scoria “tal quale” può considerarsi come “rifiuto non pericoloso” e tale quindi, da poter essere “riutilizzata” per la produzione di conglomerati cementizi e bituminosi, sia in campo edile.

A questo proposito, bisogna ora attendere i prossimi risultasti della “caratterizzazione e certificazione, dei prodotti finali, solo all’esito dei quali potrà essere confermata la possibilità di un riutilizzo legittimo “ecocompatibile” ed effettivo di detta scoria; riutilizzo che, come auspicabile avrà effetti positivi non solo di natura territoriale/ambientale, ma anche occupazionale con la conseguente commercializzazione.

LE RICADUTE POSITIVE.
Se tale progetto dovesse essere realizzato, con un minimo di investimento, da imprenditori lungimiranti potrebbe rappresentare la quadratura del cerchio risolvendo alla radice il problema di TK AST del conferimento in discarica, e di veder ulteriormente abbassati i suoi costi industriali con un forte salto dei suoi ricavi.
LA STRATEGICITA’ DEL SITO DI TERNI
La strategicità della filiera dell’acciaio inossidabile per il Paese ITALIA è chiara:
siamo il secondo mercato europeo per consumi;
la filiera della produzione dell’inox e dei suoi prodotti crea 50.000 posti di lavoro nel nostro Paese;
il sito Acciai Speciali Terni si colloca tra i primi produttori mondiali di piani inossidabili e si qualifica, con la sua ormai centennale esperienza, come Gruppo di dimensioni mondiali per l'impiantistica moderna e sofisticata, per le innovazioni tecnologiche e produttive, per il rigoroso controllo della qualità che garantisce un elevato livello dell’intera produzione, per l’accurata assistenza tecnica alla clientela, per il volume e l’estensione degli scambi commerciali, per i risultati della ricerca metallurgica sviluppata in collaborazione con il Centro Sviluppo Materiali;
Acciai Speciali Terni si caratterizza per la capillare struttura di distribuzione dedicata ai prodotti inossidabili, presente sul territorio nazionale con Centri di Servizio e magazzini dislocati nelle aree più importanti, capace di garantire un servizio di altissimo livello alla clientela;
la lunga esperienza nella fabbricazione degli acciai di qualità, ha permesso alla Acciai Speciali Terni di avviare, ormai da decenni, la produzione tecnologicamente avanzata degli acciai inossidabili. Oggi, si colloca tra i maggiori produttori mondiali di laminati piani di acciai inossidabili e, grazie al suo continuo impegno nella promozione di tale materiale, permette all'Italia di essere tra i primi trasformatori del mondo;
la gamma dei prodotti comprende acciai inossidabili ferritici, austenitici e speciali, forniti in tutti i tipi di finiture superficiali;
Acciai Speciali Terni può produrre: Acciai Austenitici Gli acciai austenitici al Cromo-Nichel contengono quantità di Carbonio comprese tra 0.03% e 0.12%; Cromo di quantità tra 17% e il 26% e Nichel tra il 7% e il 22% e molibdeno intorno al 2%. Acciai Ferritici Gli acciai ferritici sono quelli aventi indicativamente un tenore di Cromo compreso tra 12-18% , senza dimenticare quelli al 24% con i cosiddetti superferritici, una sorta di produzione di nicchia, con tenori di Carbonio molto bassi, solitamente al di sotto dello 0.1%. Acciai Martensitici Gli acciai martensitici sono essenzialmente degli acciai al solo Cromo (11-18%) contenenti piccole quantità di altri elementi in lega quali, il Nichel ad esempio, in quantità mai superiori al 2.5%. I tenori di Carbonio possono variare da un minimo di 0.08% ad un massimo di 1.20%;

Le Società del Gruppo TK AST
La Acciai Speciali Terni S.p.A., impegnata nel core-business dell'inossidabile, per la commercializzazione dei propri acciai, si avvale di una rete di Centri Servizio e di Società Commerciali in Italia e all'estero, facenti parte del Gruppo.
Inoltre é presente anche in altri business collaterali attraverso Società Industriali direttamente controllate come Tubificio di Terni, Terninox, Società delle Fucine, ed Aspasiel (Servizi Informatici).

► Tubificio di Terni
Il Tubificio di Terni è una società all’avanguardia e in continua crescita che produce tubi in acciaio inossidabile elettrosaldati per marmitte catalitiche e per usi decorativi. Standard qualitativi alti e costanti sono garantiti dal collegamento diretto con il Centro Sviluppo Materiali e dalla collaborazione tecnica con la società giapponese Nisshin Steel, azionista di minoranza del Tubificio di Terni.

► Società delle Fucine Srl
La Società delle Fucine Srl è nata nel 1990 ma la storia delle fucine a Terni risale al 1884.
Oggi la Società delle Fucine, che produce una vasta gamma di prodotti con tecnologie d‟avanguardia, è tra i leader mondiali nella produzione di grandi e medi fucinati.

► Aspasiel Srl
Aspasiel é specializzata in soluzioni per aziende industriali e servizi infrastrutturali. È leader nel settore Process Industry e gestisce grandi e complesse realtà in Italia e nel Mondo, affidandosi alla capacità ed al know how di oltre 100 professionisti.

► Terninox SpA.
E‟ Il Centro Servizio principale, operante sul territorio nazionale. La Società, di recente costituzione, nasce dall’acquisizione della Tad Metals SpA e detiene una importante quota del mercato dei prodotti piani e lunghi del Nord e Centro Italia.

Il 1 Ottobre 2012 ci è stato comunicato da parte dell’Amministratore Delegato del Gruppo ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni l’intenzione, da parte delle Società Outokumpu e Inoxum, di cedere l’intero asset del sito di Terni come soluzione finale in risposta alle richieste pressanti e vincolanti della Commissione Antitrust della Comunità Europea per veder superata la posizione di dominanza scaturita dal nuovo assetto societario determinatosi dopo l’acquisto di Outokumpu dell’intero settore inox detenuto da ThyssenKrupp attraverso INOXUM.
La gravità della vertenza del sito di Terni del Gruppo ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni sottoposto ad un processo di vendita alla multinazionale finlandese della OUTOKUMPU con un piano industriale che prevede la messa in discussione della missione industriale del sito di Terni è approdata alla Commissione antitrust della Comunità Europea.

Le Segreterie Provinciali e le RSU del Gruppo AST:
ritengono inaccettabile il metodo usato dalle multinazionali interessate per la gestione della vicenda inox che di fatto ha escluso le OO.SS. territoriali e Nazionali da qualsiasi decisione e discussione in materia di progetti, strategie e decisioni;
esprimono forte preoccupazione per il nuovo e mutato scenario di prospettive e assetti industriali che si sta delineando ritenendolo peggiorativo rispetto a quanto presentato in precedenza per l’intero asset di Terni;
ritengono indispensabile e irrinunciabile, rispetto a qualsiasi ipotesi di scenario presente e futuro il confronto, al tavolo Ministeriale, con la Società cedente per sancire, non solo i criteri di vendita, ma la vincolarizzazione al progetto di cessione del mantenimento occupazionale, delle capacità impiantistiche del sito, degli accordi di miglior favore e della trasformazione dei contratti temporanei in definitivi;
ribadiscono la loro assoluta contrarietà e indisponibilità alla cessione degli asset del sito di Terni verso fondi speculativi;
rivendicano il tavolo di confronto in sede Governativa con l’eventuale società acquirente, perché nella condivisione del nuovo piano industriale non solo venga mantenuta l’intera strategicità del sito di Terni e la sua competitività, ma siano chiare le risorse, i modi e i tempi per addivenire, con certezza, il quarto competitore europeo, come richiesto dalla Commissione Antitrust, comprensiva dell’asset del sito di Terni;
ritengono indispensabile nella gestione di tutta la vicenda, onde evitare pericolose operazioni speculative tendenti a penalizzare il sito di Terni, che i piani operativi e i volumi produttivi previsti per Terni siano mantenuti, così come devono essere assolutamente e irrinunciabilmente mantenuti tutti gli impianti collocati nel sito di Terni senza procedere a smantellamenti o trasferimenti che possano indebolire il concetto industriale attuale impediendone, di fatto, la vendita annunciata. Nessun impianto va toccato.
Le Organizzazioni Sindacali e la RSU ribadiscono con forza quanto affermato sia al Governo, sia alle istituzioni, sia alla Commissione Europea:
il sito di Terni deve essere venduto nella sua integrità;
integrità del sito e delle sue produzioni sono fondamentali e strategiche per l’intero settore inox italiano;
qualsiasi ipotesi di vendita deve salvaguardare i livelli occupazionali diretti e indiretti;
l’eventuale acquirente deve avere caratteristiche e spessore internazionale.

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