Abolizione province, dopo Terni spunta anche l'ipotesi Perugia - Tuttoggi.info

Abolizione province, dopo Terni spunta anche l'ipotesi Perugia

Redazione

Abolizione province, dopo Terni spunta anche l'ipotesi Perugia

Gio, 25/08/2011 - 13:44

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Abolire tutte le 110 province italiane. La forte proposta che non pochi caldeggiano da anni, sembra essere in questi giorni sul tavolo del governo tra le possibili strade da adottare per raggiungere il testo definitivo della manovra anti crisi, che dovrà superare il vaglio di camera e senato nei prossimi giorni.

Mentre imperversa in tutto il paese più forte che mai il dibattito sull'abolizione delle 29 provincie sotto i 300mila abitanti o sotto i 3mila km di estensione, secondo fonti stampa l'abolizione di tutte le province è al momento più che una semplice ipotesi al vaglio della maggioranza, con diversi esponenti di primo piano apertamente schierati a favore.

Sebbene difficile da realizzare, in quanto le province sono un organo costituzionalmente previsto, secondo alcune stime questa misura permetterebbe un risparmio di oltre due miliardi di euro (tra una riduzione del numero degli amministratori e i vantaggi derivati dall'accorpamento degli uffici “doppi”), contro i “soli” 306 milioni che sarebbero risparmiati con l'attuale abolizione delle 29 più piccole.

Reazioni politiche – In Umbria l'ipotesi dell'abolizione di tutte le province ha trovato una netta stroncatura solo nelle modalità di urgenza con cui è stata ipotizzata, mentre non sono pochi quelli che hanno manifestato una più o meno aperta disponibilità all'idea.

“Dovremmo, nei tempi e nei modi di un confronto parlamentare responsabile e costruttivo, arrivare a premiare quelle realtà con bilanci virtuosi e con parametri complessivamente positivi, decidendo per l’abolizione delle altre”, ha ipotizzato oggi in una nota il capogruppo del Pdl in provincia di Perugia Piero Sorcini. “Se invece si ritiene che un ente gestionale come la provincia non necessita di un apparato elettivo, si dovrà optare subito per la loro completa eliminazione. Perché una cosa è certa: se è vero come è vero che occorre semplificare e ridurre i costi della politica, possiamo tranquillamente fare a meno delle province ma, probabilmente, con una gradualità che permetta una stabilizzazione ad esempio del personale, del patrimonio immobiliare e delle funzioni da ridistribuire”.

Marcatamente a favore della totale abolizione delle province è poi l'intervento del segretario regionale Idv Paolo Brutti: “Le scelte difficili, in momenti difficili, vanno fatte fino in fondo. Non c'è cosa peggiore che aprire un mercanteggiamento sulle province da abolire e quelle da mantenere. Il provvedimento deve valere per tutti, come chiede da tempo l'Italia dei Valori e come desiderano i tanti cittadini che firmano ai nostri banchetti”. L'abolizione delle province, insieme all'abrogazione del cosiddetto decreto “porcellum” che regola le modalità elettorali in vigore, è al centro di una raccolta firme promossa dall'Idv. “Nessuno può negare che in Umbria ci sia un ingiustificato esubero di strutture pubbliche: il popoloso quartiere romano del Tiburtino, che da solo esprime una popolazione pari a quella della nostra regione, non gode certamente di centinaia di municipi, Ati, municipalizzate e via dicendo”, ha detto Brutti.

Significativa infine la posizione di Maurizio Ronconi, capogruppo Udc nel consiglio provinciale di Perugia, che ha detto che, se dovesse essere abolita la provincia di Terni, “è inimmaginabile che in Umbria sopravviva una sola provincia chiamata di Perugia e non invece dell'Umbria. Molto meglio sarebbe stata la cancellazione di tutte le province d'Italia”. Secondo Ronconi, “se il decreto del governo Berlusconi dovesse essere convertito senza cambiamenti, l'Umbria andrà verso una profonda ristrutturazione istituzionale endoregionale che cancellerà anche la provincia di Perugia per lasciare posto ad un altro ente territoriale su base regionale''. (Fda)

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