A PONTE S. GIOVANNI "SUSSIDIARIETÀ E WELFARE STATE NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA DALLA RERUM NOVARUM AI GIORNI NOSTRI" - Tuttoggi.info

A PONTE S. GIOVANNI “SUSSIDIARIETÀ E WELFARE STATE NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA DALLA RERUM NOVARUM AI GIORNI NOSTRI”

Redazione

A PONTE S. GIOVANNI “SUSSIDIARIETÀ E WELFARE STATE NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA DALLA RERUM NOVARUM AI GIORNI NOSTRI”

Dom, 10/04/2011 - 11:39

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In questo fine settimana si è tenuto a Ponte San Giovanni un convegno in omaggio a papa Leone XIII sul tema “Sussidiarietà e Welfare State nella Dottrina Sociale della Chiesa dalla Rerum Novarum ai giorni nostri”. Il convegno è stato organizzato dall’Unità pastorale di Ponte San Giovanni, dall’associazione Pro Ponte e dall’Associazione-Centro Culturale Leone XIII, con il patrocinio della regione dell’Umbria, della provincia e del comune di Perugia.
Dopo i saluti portati all’assemblea da monsignor Paolo Giulietti, vicario generale e parroco di Ponte San Giovanni, dal presidente della Pro Ponte, dal professor Marco Moschini, presidente dell’associazione Leone XIII, ha preso la parola l’arcivescovo monsignor Gualtiero Bassetti, che ha ricordato a grandi linee la figura e la straordinaria importanza di Papa Leone XIII, così introducendo ai lavori del convegno, moderati da monsignor Elio Bromuri, direttore de “La Voce”.
Il primo ad intervenire è stato il professor Pierluigi Grasselli dell’Università degli Studi di Perugia. Dopo aver ricordato la grande attualità del principio di sussidiarietà, che si intreccia con il dibattito sul federalismo, Grasselli ha definito tale principio, distintamente per la sussidiarietà verticale e per quella orizzontale, sottolineando come la sussidiarietà sia per l’autonomia e per la libertà della persona, che è libera e non può essere assorbita nel potere statuale, ma piuttosto aiutata dall’istituzione pubblica. Quindi Grasselli ha passato in rassegna il principio di sussidiarietà nella Dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla Rerum Novarum, in cui è affermato con forza come la persona e i suoi diritti siano anteriori alla società e allo Stato, passando alla Quadragesimo Anno, alla Pacem in Terris, che estende il principio alle relazioni internazionali, alla Laborem Exercens, alla Centesimus Annus, in cui tra l’altro si sottolineano gli effetti negativi dell’assenza di sussidiarietà, e le disfunzioni e i difetti dello Stato assistenziale, alla Caritas in Veritate, che rimarca la necessità di affiancare la sussidiarietà alla solidarietà. Grasselli ha poi posto in evidenza come i nuovi bisogni sociali, di impatto spesso drammatico, anche in Umbria, sotto l’influsso dei mutamenti socio-demografici in corso, chiedano un approccio rispettoso della dignità della persona (che si tratti di anziano, o malato, o minore, o disabile) e attento alle sue esigenze; e quindi chiedano un nuovo welfare, comunitario e sussidiario, nella prospettiva della costruzione del bene comune, di cui il principio di sussidiarietà può considerarsi l’architrave. In questo quadro, il relatore ha ricordato il ruolo fondamentale del Terzo Settore (associazioni di volontari, cooperative sociali, imprese sociali, fondazioni) e la rilevanza pubblica della famiglia, che va considerata non solo fonte di bisogni e portatrice di problemi, ma anche e soprattutto risorsa in grado di cooperare nella definizione dei problemi stessi e nella costruzione delle risposte. Dopo aver passato in rassegna le principali linee di rinnovamento del welfare, anche umbro, alla luce delle richieste delle cooperative sociali, delle attività delle Caritas diocesane e parrocchiali, e delle esigenze più pressanti delle famiglie, il relatore ha concluso ricordando il presupposto antropologico di fondo del principio di sussidiarietà: che ciascuno ponga la massima attenzione ai bisogni dell’altro, sostenendolo in modo che possa compiere bene il proprio compito.
Dopo il professor Grassetti è intervenuto il dottor Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, che ha sottolineato come nella grande crisi in corso, demografica, finanziaria e di senso, sia necessario ritornare alle fonti vere dell’agire sociale, ad un’ispirazione di fondo, che permetta di soddisfare la nuova domanda sociale, le nuove solitudini, che chiedono risposte personalizzate. Per l’innovazione sociale, occorre fondarsi sui principi di solidarietà, sussidiarietà, autonomia, da intendere non come egoismo localistico, ma come esercizio di responsabilità. Bisogna costruire una sussidiarietà come frutto dell’esercizio di una coscienza civile, evitando rischi di corporativismo e di privatizzazione mercantile. Con riferimento alla realtà trentina, caratterizzata da una forte propensione alla cooperazione, Dellai ricorda l’impegno rivolto a contrastare le insidie della burocratizzazione, i pericoli di un ruolo meramente esecutivo del Terzo Settore, l’impegno a coinvolgere tutti gli attori del sociale intorno alle famiglie (i “distretti per la famiglia”), a gestire in comune i beni collettivi agricoli e i beni urbani. In chiusura, Dellai si è soffermato sull’esigenza di superare la crisi in cui versano le famiglie, i corpi intermedi, l’intero Paese, tornando alla formazione civile, alle linee di fondo del pensiero cristiano, vincendo l’ostilità manifestata nei confronti di questo dal modello culturale prevalente, riassicurando presenza e ruolo sostanziali dei cattolici sul fronte della vita associata.
A conclusione dell’incontro, che ha visto la chiesa locale invitare in uno spazio pubblico la cittadinanza ad un confronto su temi di fondo della società e della politica, monsignor Bromuri ha posto in evidenza come i cristiani, dinanzi alla crisi in corso, possano e debbano esprimere le modalità a loro avviso più appropriate per affrontarla correttamente. E ha invitato la pubblica amministrazione a sostenere le iniziative della società civile e della chiesa per soddisfare in libertà e autonomia i bisogni sociali vecchi e nuovi. O quanto meno a non penalizzarle.

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