Tra le mozioni poste in votazione, l’impegno a lavorare per costruire “la Slow Food degli ecosistemi”, e combattere il consumo di suolo
Il X Congresso di Slow Food Italia si conclude a Genova con l’elezione del nuovo Consiglio direttivo, l’organo di governo che traccerà il cammino della Chiocciola nei prossimi cinque anni. A farne parte anche Federico Varazi, nato ad Amelia (Terni), oggi vive a Orvieto (Terni).
Federico Varazi
Nel 1996 si laurea in Scienze Geologiche all’Università di Roma “La Sapienza” specializzandosi poco dopo al Centro di Didattica museale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Roma Tre in “Didattica generale e museale”. Dal 1999 si occupa di progetti museali, mostre interattive, installazioni multimediali ed eventi di divulgazione scientifica in tutta Italia. Dal 2010 è direttore scientifico del “Museo dell’Energia di Ripi (FR)”, museo didattico dedicato all’educazione ambientale. Attualmente coordina un gruppo di ricerca della Sezione di storia delle Geoscienze della Società Geologica Italiana e altri progetti di divulgazione scientifica. Si iscrive a Slow Food nel 2008 e da allora collabora a moltissimi progetti e segue la comunicazione del comitato esecutivo regionale, oltre a essere group leader del progetto Slow Food in Azione.
I temi del congresso
Molti i temi sollevati dai delegati durante la discussione e adottati dal Congresso. Tra questi, l’impegno a rivalutare e migliorare la qualità del cibo nelle mense scolastiche sostenendo le produzioni locali e tutelando così la biodiversità, proposto da Slow Food Scandicci e Slow Food Toscana, e la proposta di continuare a sostenere con impegno la Campagna nazionale per l’approvazione della Legge sull’agricoltura contadina, proposta da Slow Food Campania.
Le mozioni
Tra le mozioni poste in votazione, l’impegno a lavorare per costruire “la Slow Food degli ecosistemi”, a combattere il consumo di suolo rafforzando il ruolo dell’agroecologia e l’invito a lavorare per garantire la vaccinazione alle categorie meno abbienti e alle fasce di popolazione più deboli, sia sul territorio nazionale, che in altri paesi. Facendo seguito alla proposta di Slow Food Emilia Romagna e Slow Food Toscana, che propone di piantare un albero per ogni socio Slow Food nei prossimi quattro anni – in collaborazione con la Fondazione AlberItalia – Enegan, azienda che produce energia verde al 100%, si impegna a sostenere l’iniziativa e a piantare da subito – all’interno del Consorzio Forestale del Ticino – 250 alberi nominativi, uno per ogni delegato presente a Genova, che contribuiranno all’assorbimento di 17,5 tonnellate di CO2.