La denuncia è scattata qualche giorno fa quando, dinanzi agli agenti del Commissariato di Polizia di Assisi, diretto dal Commissario Capo Francesca D. Di Luca, si è presentato un uomo per denunciare l’estorsione commessa da un giovane ragazzo di origine pugliese che, dopo aver avuto con lui dei rapporti sessuali a pagamento, non soddisfatto dei soldi ricevuti, lo aveva minacciato di denunciarlo per violenza sessuale e pedofilia facendogli credere di essere minorenne.
L’incontro – La vittima aveva conosciuto il giovane qualche giorno prima e, dopo averci scambiato quattro chiacchiere, si era messo d’accordo con lui per consumare un rapporto sessuale a pagamento nella propria abitazione. Il ragazzo, senza fissa dimora e senza una stabile occupazione, con svariate denunce alle spalle per furto, truffa e associazione a delinquere, viveva di espedienti, tra cui anche quelli derivanti dall’attività di prostituzione. Dopo il primo incontro i due avevano fissato anche un altro appuntamento, avendo il ragazzo l’urgente necessità di reperire altro denaro. Una volta arrivato presso l’abitazione dell’uomo questi non si è però reso più disponibile all’incontro.
Le minacce – E’ a questo punto, con ogni probabilità, che il ragazzo ha cominciato a maturare dentro di sé il proposito vendicativo. Il giorno dopo infatti ha ricontattato la propria vittima per chiedergli i soldi che secondo lui gli sarebbero comunque spettati per la mancata consumazione del rapporto del giorno prima minacciandolo che, in caso contrario, lo avrebbe denunciato in quanto minorenne per pedofilia e violenza sessuale a danno di minore. L’uomo, fortemente spaventato e preoccupato delle conseguenze penali di un’eventuale simile denuncia, non essendo sicuro dell’età effettiva del giovane ha deciso di accontentarlo, consegnandogli del denaro dietro la promessa di non sporgere più denuncia nei suoi confronti. Ma, affatto sicuro che la consegna del denaro avrebbe definitivamente chiuso la vicenda, l’uomo ha infine deciso di rivolgersi alla Polizia per denunciare il fatto e liberarsi finalmente dalla paura di poter essere nuovamente vittima di estorsione.
Le ammissioni – L’autore del reato è stato rintracciato dagli agenti dell’Ufficio Anticrimine e condotto in Commissariato dove, con estrema naturalezza, e ha confermato integralmente l’accaduto nei termini denunciati. Le sue ammissioni hanno svelato una storia di degrado e difficoltà economica, di disagi e violenze familiari, vagabondaggi tra centri di accoglienza e stazioni ferroviarie alla ricerca di vitto e alloggio e infine l’attività di prostituzione, esercitata per soddisfare le richieste di uomini insospettabili disposti a pagare qualunque cifra per un rapporto sessuale.
L’obbligo di firma – Al termine dell’interrogatorio è scattato per lui il fermo di indiziato di delitto per il grave reato di estorsione, che prevede la pena della reclusione fino a venti anni. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Perugia, al termine dell’udienza di convalida, ha disposto nei suoi confronti l’obbligo quotidiano di presentazione alla P.G. per il periodo di un anno, salvo rinnovo, quale misura idonea a controllarne i movimenti e ad assicurarne un adeguato controllo sul territorio del circondario.